I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
****
I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

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mercoledì 26 dicembre 2012

ASSASSINIO

Leggo in questi giorni di una nuova, e probabilmente come sempre inutile e sterile polemica.
L'argomento è pregnante, i contenuti importanti.

"Donne provocanti, se uccise colpa loro: il volantino ‘accusa’ le donne di meritarsi il peggio per essersi allontanate dalla virtù e dalla famiglia. Un pensiero condiviso dal parroco, e proprio la mattina di Natale, che a molti dei parrocchiani non è andato giù".
Bene.
Avrei una lista di persone che hanno variamente provocato le mie ire, negli anni.

Se l'omidicio non è più tale, quando istigato dalla vittima stessa, fatemelo sapere.


Secondo qualcuno, dunque:

"Proseguiamo nella nostra analisi su quel fenomeno che i soliti tromboni di giornali e Tv chiamano "femminicidio". Aspettiamo risposte su come definire gli aborti: stragi? Notoriamente, l'aborto lo decide la donna in combutta col marito e sono molti di più dei cosiddetti femminicidi. 
Una stampa fanatica e deviata, attribuisce all'uomo che non accetterebbe la separazione, questa spinta alla violenza. In alcuni casi, questa diagnosi può anche essere vera. 
Tuttavia, non è serio che qualche psichiatra esprima giudizi, a priori e dalla Tv, senza aver esaminato personalmente i soggetti interessati. Non sarebbe il caso di analizzare episodio per episodio, senza generalizzare e seriamente, anche per evitare l'odio nei confronti dei mariti e degli uomini? Domandiamoci. Possibile che in un sol colpo gli uomini siano impazziti e che il cervello sia partito? Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell'arroganza, ...
... si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni esistenti.
Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti sudici e da portare in lavanderia, eccetera... 
Dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (FORMA DI VIOLENZA DA CONDANNARE E PUNIRE CON FERMEZZA), spesso le responsabilità sono condivise.
Quante volte vediamo ragazze e anche signore mature circolare per la strada in vestiti provocanti e succinti?
Quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre, nei cinema, eccetera?
Potrebbero farne a meno. 
Costoro provocano gli istinti peggiori e se poi si arriva anche alla violenza o all'abuso sessuale (lo ribadiamo: roba da mascalzoni), facciano un sano esame di coscienza: "forse questo ce lo siamo cercate anche noi"?
Basterebbe, per esempio, proibire o limitare ai negozi di lingerie femminile di esporre la loro mercanzia per la via pubblica per attutire certi impulsi; proibire l'immonda pornografia; proibire gli spot televisivi erotici, anche in primo pomeriggio. Ma questa società malata di pornografia ed esibizionismo, davanti al commercio, proprio non ne vuol sapere: così le donne diventano libertine e gli uomini, già esauriti, talvolta esagerano.

Quindi, se non ho capito male,
se tornando a casa dopo una giornata lavorativa di 13 ore o più, trovo piatti sporchi e biancheria da lavare, e il caro maritino sul divano, poco vestito e abbandonato in posizione languida e provocante, 
posso ritenermi autorizzata ad ESAGERARE un filino e piantargli un coltello da cucina in mezzo agli occhi?

Mi risulta che l'omicidio costituisca ancora reato.
Che privare una persona della propria vita, considerato che una sola ne abbiamo, sia indescrivibilmente grave ("grave" è understatement).

Penso che se avessi passato per le armi tutti coloro che mi hanno provocato o mi provocano, saremmo molti meno (e molto più simpatici!). 
Ma non si fa.
Non è lecito, non è giusto. Non è sano.

Su un aspetto concordo: chiamiamo i fatti con il loro nome.
Non "femminicidio", bensì omicidio, assassinio (Art. 575 c.p.).



venerdì 24 agosto 2012

ETICA NAIVE

martedì 6 dicembre 2011

WAKE UP, PEOPLE

He who sacrifices freedom
for security
deserves neither.
- Ben Franklin





Colui/colei che sacrifica la libertà
per la sicurezza
non merita né l'una né l'altra.
- Benjamin Franklin


Leggo anche oggi su l'Ansa.it che il divario tra ricchi e poveri continua ad ampliarsi, anziché ridursi.

Un po' come quando ci dicono che in inverno per difenderci dal freddo dobbiamo vestirci in modo adeguato e che in estate, siccome fa caldo, è bene mangiare tanta verdura e bere molta acqua.

Nessuno si sente preso un tantino in giro?
Vogliamo dare la giusta dimensione a questa "crisi"?

sabato 23 luglio 2011

PREGIUDIZIO SENZA ORGOGLIO

Sento ieri commenti a caldo sull'attentato ad Oslo, naturalmente di matrice islamica: "Li ammazzerei tutti" - "Non possono venire qui e fare quello che vogliono" - "Li odio" ... e chicche con supporti argomentativi così.
L'uomo della strada rimane intellettualmente stimolante. E' instruttivo ascoltare.

*** *** ***

Pare poi però che il responsabile delle stragi sia un occidentale, norvegese, Cattolico, addirittura biondo.

E quidi non più un gruppo di persone "tutte uguali", animate da istinti omidici collettivi, nemiche della nostra meravigliosa civiltà occidentale fondata su amore e solidarietà, legalità e giustizia sociale, immune da pregiudizi e perfettamente laica, non influenzata dalla superstizione religiosa.
No. 
Si tratta di un singolo pazzo, un fanatico solo. Isolato.
Il terrore viene forse ridimensionato. I morti un po' meno morti. La paura contenuta.
L'odio e la rabbia scemano.

Perché il fondamentalismo Cristiano non esiste, non deve fare paura, non è.
Il fondamentalismo islamico, di cui sappiamo poco o nulla, quello sì è una minaccia vera, reale, tangibile. Che deve essere pubblicizzata.
Un pazzo omicida arabo è una minaccia reale, moltiplicata per mille, è espressione di una civiltà.
Un pazzo omicida norvegese è solo un povero pazzo.

Di fronte a dati di fatto, la percezione della realtà risulta troppo spesso distorta.
E' naturale, dovremmo conoscere i meccanismi  che ci portano a questi "bias" e dovremmo cercare di difenderci a spada tratta dagli inganni delle nostre stesse menti.

Invece ...


*** *** *** 
Si legge, su ANSA.it.

22 luglio, 22:08
L'ombra del terrorismo jihadista  
  - di Salvatore Lussu
ROMA - Ancora non si era disperso il fumo dell'esplosione nel centro di Oslo che gia' la parola terrorismo iniziava a fare capolino sul web, con le piu' varie congetture che da subito hanno iniziato a moltiplicarsi sui vari siti di informazione. E a prendere corpo e' stato soprattutto il timore che dietro gli attacchi di questo pomeriggio potesse esserci la mano di al-Qaida, o di altri gruppi fondamentalisti islamici. Una possibilita' che al momento non ha ancora ricevuto conferme, ma che sembra essere corroborata da una rivendicazione arrivata da un gruppo finora sconosciuto, i ''Sostenitori della Jihad globale'', che lo collegano alla ricorrente pubblicazione delle vignette di Maometto.
Anche alcuni quotidiani norvegesi, infatti, dopo la Danimarca, avevano in due riprese pubblicato le vignette che avevano fatto esplodore la rabbia del mondo islamico: prima il cristiano Magazinet all'inizio del 2006 e poi l'Aftenposten nel 2010. Un'altra rivendicazione, pubblicata su uno dei forum che compongono la confusa galassia del jihadismo online, e' stata invece subito smentita. A far considerare seriamente anche la pista islamica e' il fatto che il Paese scandinavo, nel recente passato, ha gia' ricevuto le attenzioni del terrorismo fondamentalista. Esattamente un anno fa la polizia aveva smantellato una cellula di tre persone legate ad al Qaida e sospettate di preparare un attacco a Oslo come vendetta per la pubblicazione delle vignette offensive raffiguranti Maometto.
Molti siti d'informazione hanno poi tirato in ballo la figura del mullah Krekar, controverso fondatore del gruppo curdo-islamista Ansar al-Islam, da anni residente in Norvegia. Dieci giorni fa un procuratore norvegese l'aveva incriminato per terrorismo per aver minacciato di morte politici norvegesi nel caso in cui fosse stato espulso dal Paese. Il Paese aveva infatti ordinato l'espulsione di Krekar verso l'Iraq, suo Paese d'origine, considerandolo una minaccia per la sicurezza nazionale.
Il religioso, attraverso il suo avvocato, ha subito smentito qualsiasi coinvolgimento nella vicenda. Un'altra motivazione plausibile, nell'ipotesi che l'attentato di oggi sia di matrice islamica, e' poi naturalmente la partecipazione della Norvegia alle missioni militari in Paesi islamici. Ultima in ordine di tempo quella in Libia, anche se i caccia F-16 norvegesi, cesseranno da fine mese le operazioni sul territorio nordafricano. E naturalmente l'Afghanistan, dove la Norvegia e' presente nell'ambito della Nato fin dall'inizio della guerra lanciata da George W. Bush, una partecipazione che negli anni scorsi ha attirato piu' volte gli strali di al Qaida.

E ancora:

22 luglio, 22:33  
La morte di Osama non ferma il terrore
- di Stefano Polli
ROMA - La morte del simbolo e della guida del terrorismo globale di inizio secolo non ha fermato il terrorismo. L'uccisione di Osama bin Laden ha avuto un forte impatto emotivo e ha chiuso una caccia durata un decennio all'uomo che attacco' l'America l'undici settembre di dieci anni fa. Ma non ha chiuso la partita. E' importante continuare a combattere contro il terrorismo, ha detto il presidente Barack Obama appena raggiunto dalla notizia degli attacchi di Oslo.
D'altra parte, le immagini del centro sventrato della capitale norvegese ricordano in maniera drammatica quelle degli attacchi alla metropolitana di Londra o alle stazioni di Madrid. E anche il coordinamento tra l'attacco al cuore della citta' e la sparatoria al meeting dei laburisti ricorda in maniera sinistra le capacita' militari dei vari gruppi di fuoco che hanno colpito in mezzo mondo negli ultimi anni. In realta' e' ancora presto per indicare una matrice agli attacchi di Oslo.
Le prime rivendicazioni da parte di alcuni gruppi islamici non sembrano pienamente credibili. E' quindi ancora prematuro attribuire al terrorismo di stampo islamico la responsabilita' di questa nuova strage, anche se le prime ipotesi della polizia vanno in quella direzione. Ma, sicuramente, come ha detto ancora Obama, gli attacchi in Norvegia mostrano come nessun Paese ''grande o piccolo'' e' immune alla violenza e al terrorismo. E anche la decisione della polizia norvegese di ''rafforzare i controlli alle frontiere'', applicando la norma che permette la sospensione della libera circolazione prevista dagli accordi Schengen - ai quali la Norvegia aderisce anche se non fa parte dell'Unione europea - getta nuovamente e plasticamente l'Europa nell'incubo degli attacchi terroristici.
Era noto che Al Qaida, gia' molto prima della morte di bin Laden, era diventata una galassia senza punti di riferimento con gruppi locali, autonomi e indipendenti, in grado di programmare e gestire attacchi terroristici senza avere contatti con la ''Casa madre'' nascosta e sperduta sulle montagne tra l'Afghanistan e il Pakistan. Di questo si sono avute numerose conferme in questi anni. Da Oslo, oggi si e' avuta la conferma che il terrorismo non e' stato sconfitto e che puo' avere molte facce. Puo' colpire in qualsiasi momento, anche in una calda e serena serata d'estate, e in ogni luogo, anche in una delle capitali piu' sicure e tranquille del mondo.
La comunita' internazionale, alle prese da troppo tempo con problemi che stenta a risolvere, fa fatica a comprendere pienamente - agendo, soprattutto, di conseguenza - che una nuova forte collaborazione internazionale deve essere alla base della lotta al terrorismo. Il terrorismo purtroppo non e' ancora sconfitto. Le illusioni - semmai qualcuno ne avesse avute - dopo l'uccisione di bin Laden hanno, inevitabilmente, avuto vita breve.


Il tutto poi sonoramente smentito.
Ma nell'immaginario collettivo, cosa rimane?
 




giovedì 27 maggio 2010

CREDULONI



Manovra urgente.

La crisi è più grave del previsto (no, solo di quanto ci hanno raccontato. Noi ce ne eravamo accorti da tempo!).

Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani (non ci dicono ancora cosa hanno messo dove).




Forse non ha detto di che anno?
L'ha detto, l'ha detto ...


E ora via con l'ottimismo.

martedì 25 maggio 2010

PER LE RIME

Elvira Dones scrive:


"Egregio Signor Presidente del Consiglio,

le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: "le belle ragazze albanesi" 2. Mentre il premier del mio paese d'origine, Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione."

Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devastate. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E' solo allora  -  tre anni più tardi  -  che le incisero la sua professione sulla pancia: così, per gioco o per sfizio.

Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società, non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel puttana sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero.

Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il miracolo. E' una storia lunga, Presidente... Ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei. Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio.

In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transizione l'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta. L'Albania non ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci".


Ecco. 
Nessuno che sia stato in grado di rispondergli per le rime. 
Tranne una "bella" donna albanese.
Vergogna per il Paese in cui vivo.

martedì 13 aprile 2010

E NON C'E' NIENTE DA RIDERE

 
Afghanistan, arrestati tre italiani con gravi accuse. Pare stessero salvando delle vite.

Appena ha appreso la notizia, Frattini ha annullato tutti gli impegni ed è partito per le ferie.

Affidati a Frattini e Gasparri i primi commenti sull’arresto degli uomini di Emergency. Ma si tratta ancora di figure di merda esplorative.

Gasparri: “La linea di Emergency è poco chiara”. Infatti è chiara.

Frattini: “Occorre cautela nella questione Emergency-Afghanistan”. Può occuparsi di una sola parola straniera per volta.

Cernusco sul Naviglio, bimba nigeriana di 13 mesi muore perchè il padre non ha la tessera sanitaria. In Afghanistan l’avrebbero curata.





da: www.spinoza.it

mercoledì 17 febbraio 2010

METEOROPATIA

Fonte: antefatto

martedì 15 dicembre 2009

IL PIU' AMATO DAGLI ITALIANI

Condivido tutto, al 100%,.
Considerazioni da ascoltare attentamente, ne vale la pena.



Ammiro ed invidio quest'uomo.
Esprime in modo mirabilmente logico e fluente ciò che "io" penso.



passaparola

mercoledì 21 ottobre 2009

lunedì 19 ottobre 2009

REATI E DISINFORMAZIONE SCHIZOFRENICA

Corrompere giudici è reato.
Camminare per strada e dedicarsi alle proprie faccende, senza delinquere, nel proprio giorno di libertà dal lavoro non lo è.

La libera informazione italiana però supera sé stessa.

Questo il video, in cui vengono commentate le "incomprensibili stravaganze" di un signore che in un giorno qualunque fa cose qualsiasi.



Ecco l'arguto commento alle immagini ... schizofrenia pura:

" ... in giro per Milano, il giudice Raimondo Mesiano, nel suo week-end lontano dalle scartoffie del Tribunale e dagli impegni istituzionali sveste la toga e si cala nei panni di comune cittadino, certo non di cittadino qualunque; alle sue stravaganze in realtà siamo ormai abituati.
Passeggia l'uomo Raimondo Mesiano per le strade milanesi. Davanti al negozio del suo barbiere di fiducia attende il turno. E' impaziente, non riesce a stare fermo. Avanti e indietro. Si ferma, aspira la sua sigaretta, e poi ancora avanti e indietro. [...]
Lui va avanti e indietro, avanti e indietro. Si rilassa solo al momento di barba e capelli.
Finita la toilette continua la sua passeggiata.
Due sole volte si sofferma, una al semaforo l'altra a pochi metri dal passaggio pedonale, per accendere l'ennesima sigaretta della mattina, come fosse uno spot all'incontrario .
Prima di uscire dal nostro campo visivo ci regala un'altra stranezza. Guardatelo seduto su una panchina. Camicia, pantalone blu, mocassino bianco e calzino turchese, di quelli che in tribunale non è proprio il caso di sfoggiare".

Propongo una rilettura, perché qualcosa sfugge alla logica:

" ... in giro per Milano, il giudice Raimondo Mesiano, nel suo week-end lontano dalle scartoffie del Tribunale e dagli impegni istituzionali sveste la toga e si cala nei panni di comune cittadino, certo non di cittadino qualunque; alle sue stravaganze in realtà siamo ormai abituati.


Il giudice è nel suo giorno libero. Durante il week end. E che fa? Udite: PASSEGGIA PER MILANO.

Passeggia l'uomo Raimondo Mesiano per le strade milanesi. Davanti al negozio del suo barbiere di fiducia attende il turno.
Ecco la prima stranezza: va dal barbiere nel suo giorno libero. Secondo Brunetta i dipendenti pubblici lo farebbero durante l'orario di servizio. Ahi Ahi.
E ... ATTENDE IL TURNO. Pratica anti-italiana. L'italiano che si rispetti sgomita e passa avanti agli altri. Non attende educatamente il proprio turno.
E' impaziente, non riesce a stare fermo. Avanti e indietro. Si ferma, aspira la sua sigaretta, e poi ancora avanti e indietro. [...]

Lui va avanti e indietro, avanti e indietro.

Altra incomprensibile stranezza: spegne la sigaretta PRIMA di entrare dal barbiere.
Educato e rispettoso delle regole. Altra pratica poco italiana.

Si rilassa solo al momento di barba e capelli.
Finita la toilette continua la sua passeggiata.

SCANDALO. Si fa tagliare barba e capelli, e poi che fa? Inaudito. Passeggia per Milano.
E' il suo giorno libero ...
Due sole volte si sofferma, una al semaforo l'altra a pochi metri dal passaggio pedonale, per accendere l'ennesima sigaretta della mattina, come fosse uno spot all'incontrario .

Eh, qui si rasenta il surreale. Un pedone che si ferma al semaforo. Non siamo a Londra!
Lo spot alla rovescia mi sfugge davvero. Chi mi spiega cosa significa?

 Prima di uscire dal nostro campo visivo ci regala un'altra stranezza.

Come se non bastassero le passeggiate sul marciapiede a Milano con sosta dal barbiere ...

Guardatelo seduto su una panchina.

OSA sedersi su una panchina a Milano. Durante il week end, quando non lavora? Irrecuperabile.

Camicia, pantalone blu, mocassino bianco e calzino turchese, di quelli che in tribunale non è proprio il caso di sfoggiare".

Qualcuno spieghi alla "giornalista" che in effetti il signor Mesiano NON si trova in Tribunale.
In ogni caso ... da quando indossare una camicia, un paio di pantaloni, scarpe e calzini è considerato "eccentricità"?
Nemmeno indossasse un tutù di tulle rosa.
Comunque sia, mi stupisco e mi indigno quando sento parlare di corruzione, di sfruttamento della prostituzione, di furti, evasione fiscale ed omicidi ... indossare un paio di calzini blu mi sembra rientri nel diritto di ciascuno. 
De gustibus ...



E per finire: che ne è della privacy? Come può essere che le intercettazione giudiziarie (quelle per cui le forze dell'ordine su mandato della magistratura intecettano sospetti delinquenti allo scopo di raccogliere le prove per condannarli - qualora colpevoli) sono uno scandalo in un Paese libero come l'Italia, mentre un pedinamento ad opera di sedicenti giornalisti di un libero e comune cittadino è lecito e normalmente ammesso?
A me sembra intimidatorio.
Non mi importa dei calzini di chicchessia. Mi spaventa il messaggio mafioso.
E' un gran brutto momento per il nostro Paese ...


venerdì 2 ottobre 2009

LA VOCE DELLA VERITA'



Per non dimenticare


E' stata uccisa. Raccontava ciò che vedeva.
Chi dovrebbe indagare sulla sua morte proprio da questa ha tratto molti vantaggi.
Era una giornalista vera. Non sappiamo quasi più cosa significhi questo mestiere.
Da non dimenticare.

Avrei voluto conoscerla.

lunedì 21 settembre 2009

DARE A CESARE ...

Sarà campanilismo, sarà che mi sento parte in causa (anche se non lo sono in modo diretto). Ma, pur lontano da casa, ho avuto la ventura di imbattermi nell'ennesimo soliloquio dell'attuale Presidente del Consiglio, Berlusconi, il quale si è appropriato di opere non sue, spacciando per proprio il lavoro degli altri.
Nulla di nuovo.

Non se ne fa una questione di bandiera, l'importante è che l'aiuto che serve giunga realmente a chi ne ha bisogno.
Ma è fastidioso che chi lavora davvero debba sempre lasciare che i riflettori puntino su chi si vanta.


A questo proposito: nemmeno il Presidente della Provincia Dellai, bensì i volontari della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, dei Nu.Vo.La, dell'Associazione Psicologi per i Popoli ... ( ecco chi ) avrei voluto ascoltare. Testimonianze reali, non chiacchiere di chi "non c'era".
( Leggi qui )

Roma, 15 set. - (Adnkronos) - "Non vedro' 'Porta a Porta' stasera, ad ogni modo spero che stasera sia protagonista il presidente della provincia di Trento e che si festeggi il dono dei prefabbricati costruiti dalla provincia di Trento, non le villette promesse da Berlusconi che non sono pronte". Lo dichiara Massimo D'Alema dialogando con i giornalisti a margine della presentazione del 'Festival della Salute' di Viareggio.
Alcuni articoli




Lavori in corso in Abruzzo .
Un elogio particolare alla cucina dei Nu.Vol.A. - ho avuto modo di testarla in prima persona.
Semplicemente stupenda.
In Abruzzo hanno raddoppiato i pasti previsti, per far fronte alle richieste!

Una testimonianza di chi ha lavorato in prima persona
(e ci ha lavorato davvero!).














Le casette di Onna e il disagio del prof. Claudio Eccher

La stampa è in netto contrasto con l’atmosfera di serenità e di fervore che si respirava ad Onna

È una sensazione di disagio quella che provo leggendo la stampa di questi giorni e le polemiche fiorite attorno alla consegna delle casette ai terremotati d’Abruzzo, in netto contrasto con l’atmosfera di serenità e di fervore che si respirava ad Onna il 15 settembre su quel lungo stradone invaso di mezzi, di persone e di volontari che portava al «villaggio della speranza».

Sui visi dei nostri volontari, che ho avuto il piacere e l’onore di incontrare, non si leggeva alcun tratto di insoddisfazione, ma piuttosto l’orgoglio di aver contribuito in maniera determinate alla rinascita della speranza nei cuori degli amici abruzzesi.
Non ho colto insomma, né negli incontri con la gente, né nella cerimonia pubblica alla quale ho avuto modo di prendere parte, in rappresentanza del Consiglio Provinciale assieme al presidente della Provincia Dellai, quell’atmosfera celebrativa e trionfante tributata al nostro premier e poi variamente descritta da molti mezzi di comunicazione. Tutti sapevano, come è stato giustamente rimarcato, che le «belle casette» erano state donate dal Trentino.

Certo l’emozione era percepibile, sia fra la gente, sia fra i volontari e le autorità intervenute, ma era dovuta anche all’orgoglio di essere riusciti a realizzare, tutti assieme e in un unico grande progetto, una scommessa ritenuta impossibile pochi mesi fa.
Sono i risultati ciò che conta e lo spirito di solidarietà e di partecipazione con il quale tutto un Paese, unito in grande sforzo, è riuscito a realizzare.

Sono questi i momenti in cui bisogna guardare più alla sostanza che alla forma. Nei quali un Paese dimostra la sua compattezza e i valori che sono alla base del suo stare assieme. Ecco perché – commentando a caldo la giornata di Onna- ho detto che è sbagliato ideologizzare i problemi e offuscare questa grande operazione di solidarietà con polemiche o speculazioni.

È l’Italia intera che ha vinto una scommessa impensabile e bene ha fatto Dellai a smorzare toni e polemiche, a non cadere nel trabocchetti di D’Alema e Bersani che, da questa vicenda, volevano trarre ulteriore materiale per i loro giochi politici.
Il Trentino, da questa vicenda, è uscito a testa alta fedele a quello stile di discrezione e concretezza che è tipico della gente di montagna, il resto sono solo chiacchiere improduttive.
Claudio Eccher
(Vicepresidente Consiglio provinciale)

21/09/2009

lunedì 20 luglio 2009

TRENTINO, ITALIA

Il quotidiano l'Adige del 19 luglio riporta tra le altre alcune notizie legate alle modalità di affidamento e gestione degli appalti pubblici in Trentino. Che purtroppo sembra non fare eccezione rispetto alle altre regioni Italiane.

Una notizia colpisce in modo particolare quando i protagonisti sono noti, persone conosciute, con cui si è avuto a che fare faccia a faccia.

Leggo, purtroppo senza sorpresa, a pagina 15 (l'Adige, 19 luglio 2009):
Un appalto da oltre 21 milioni di euro di fatto assegnato ancor prima di preparare il bando di gara. È la vicenda della costruzione della nuova Rsa dell'ex Istituto per sordomuti, oggi Azienda pubblica di servizi alla persona «Beato de Tschiderer», così come ricostruita dall'imprenditore Fabrizio Collini nell'interrogatorio sostenuto il 24 settembre 2008, davanti al titolare dell'inchiesta Giano Bifronte, il sostituto procuratore della Repubblica Pasquale Profiti.
«Chi ha iniziato la vicenda dei Sordi con me - spiegò il costruttore agli inquirenti - è stato il dott. Leonesi . Alla fine dell'anno scorso nel suo ufficio mi chiese se volevo interessarmi per la costruzione del palazzo dei Sordi e mi diede contestualmente il dischetto del progetto, dicendomi che avrei potuto guardarli in via tecnica, avrei potuto pensarci, perché lui avrebbe desiderato che il palazzo dei Sordi fosse stato costruito da un'impresa trentina, meglio dire un gruppo di imprese che rimanesse a Trento, aveva fiducia di Collini per sentito dire, e quindi mi aveva chiesto se volevo interessarmi...
Avevo chiesto se c'era bisogno di qualcosa e lui mi aveva chiesto una sponsorizzazione di 5 mila euro per l'acquisto di una statua di un presepio che lui aveva vicino al suo ufficio e che adesso la statua è nel mio ufficio... [che c'entra l'acquisto di una statua di un presepio con un appalto pubblico? n.d.A.]
Ho visto subito che il progettista era l'architetto Marco Angelini, che conoscevo abbastanza bene... A me sembrava che Angelini sapesse assolutamente tutto e sapesse anche lui che Leonesi mi aveva parlato». A occuparsi della parte tecnica relativa all'appalto fu Giuseppina Leonardi , geometra della Civil Engineering di Angelini.
Rimaneva da decidere la commissione di gara: «Leonesi un giorno mi chiamò e mi chiese a chiare lettere se io potevo indicargli un presidente di commissione in una persona abbastanza ad alto livello, sia tecnica che come qualifica perché a lui interessava una mia idea, e doveva essere di fuori Trento». Collini, per una volta, si trovò in difficoltà: «Io non sapendo a che santo votarmi, perché io a Trento conoscevo qualche professore universitario o cosa, a Milano non avevo tante conoscenze, ho parlato con mio cugino Sergio». Il cugino gli indicò il nome di un professore del Politecnico di Milano che Collini girò a Leonesi con una fotocopia su cui erano indicati i recapiti: «Al pomeriggio la medesima fotocopia era in mano della geometra Leonardi, perché mi ha telefonato dicendomi: "Guarda che ho disposizioni dal piccoletto", che così chiamavamo Leonesi, di "procedere a contattare il professore per vedere la disponibilità a diventare presidente di gara"».
A quel punto bisognava scegliere gli altri commissari: «Leonesi, tanto per rendere complicata la vita, ne voleva 5. Io ho detto subito: "Diamogliela a Sussarellu . Se ci fosse il caso che qualche concorrente sbaglia formalmente, Sussarellu è uno rigido e lo butta fuori", e perlomeno così tiriamo via un nome... Leonesi mi aveva accennato, e aveva accennato anche Angelini, che lui voleva Zanoni . Angelini mi ricordo aveva fatto il nome di Campostrini , che era l'ingegnere capo, mi sembra, del Comune di Rovereto
[Ing. Luigi Campostrini, Dirigente dell'Area Tecnica del Comune di Arco, passato poi al Comune di Rovereto nel corso dell'anno 2008, da qualcuno definito "Cardinale Richelieu", con lo scopo, beninteso, di adularlo. n.d.A.].
Gli ho chiesto: "Ma siamo tranquilli? Dopo che non vengano fuori stupidate". Angelini mi ha detto: "No, no, se è Campostrini è una garanzia».
Nel frattempo si arricchisce il parco progettisti: «Avevamo chiesto l'intervento dell'ingegner Kurdoglu come Soprint, la società fra Kurdoglu e Angelini. Kurdoglu sapeva benissimo la vicenda, non l'ha gestita, però abbiamo parlato più volte e aveva lasciato andare avanti la Leonardi nella gestione dell'appalto... Alla fine Leonesi mi presenta una certa ingegner Buratti , dicendole: "Guarda che Collini si sta guardando il palazzo dei Sordi, e quindi se ha bisogno di qualche cosa dagli una mano". Io la Buratti non so neanche chi è, penso che facesse impianti.
Da qui capisco perché un giorno mi si presenta in ufficio Petrolvilla , nella persona dell'ingegnere, e mi dice che ha avuto disposizioni o ordini di mettersi in contatto con me. Io ho risposto Petrolvilla che io non avevo nessun ordine di quel genere lì». Acompletare il tassello mancava soltanto del corrispettivo che Collini avrebbe dovuto versare: «La definizione economica era fatta di due numeri e mezzo: il primo numero era lo 0,65% su tutto l'importo, cioè sui 22 milioni di euro; il 3% ad acquisizione di appalto sull'importo che avrebbe progettato Angelini, quindi era l'importo dei lavori meno gli impianti che valevano circa 8 milioni di euro». ...

Intercettazioni telefoniche ed ambientali che consentono di scoprire i reati. Permettono di fatto le indagini.
Pubblicazione dei testi rilevanti, che danno la possibilità ai cittadini di comprendere la levatura dei politici (e dirigenti pubblici) che amministrano i nostri soldi.
Che poi non succeda nulla, e non venga voglia a nessuno di approfondire le questioni ... è un altro paio di maniche.
Lasciatemi almeno l'indignazione.
Conoscenza è libertà.

lunedì 15 giugno 2009

ULULATO CONDIVISO

L’ululato

facebrutt

Non mancano gli argomenti: la corruzione di Mills, la Pidue, gli incidenti sul lavoro, la disoccupazione, lo scempio del diritto d’asilo, lo scandalo della pubblicità a Mediaset, le minacce alla Rai, i collaboratori collegati alla mafia, il mercato dei voti, la farsa del ponte di Messina, il nucleare improvvisato, il conflitto di interessi, gli inciuci con Putin, le offese ai magistrati, il disprezzo della costituzione, le smentite strategiche, le decine di prescrizioni, le bugie sulle tasse, e con tutto questo, in prima fila sulla bandiera dell’indignazione della sinistra è scritto a lettere capitali: Noemi.
Come sempre, la campagna elettorale della sinistra sembra fatta da gente che vuole salvare Berlusconi.
E come sempre, lui non dirà neanche grazie.



Spudoratamente rubato da: http://www.stefanobenni.it/
Spero che Benni non me ne voglia.
Mangio i suoi libri, apprezzo le sue parole e l'uso che ne fa, concordo con questo ululato, che vorrei amplificare.