I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
****
I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

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domenica 6 agosto 2017

Is Knowledge merely opinion?

Knowledge is merely opinion (cit.)
"Anche no" (semicit.)

La scienza procede per tentativi, ma non procede a casaccio.
"Isaac, spiegami il metodo scientifico, come se io avessi 6 anni".

La relatività del torto -  di Isaac Asimov.

"Qualche tempo fa ho ricevuto da uno dei miei lettori una lettera scritta a mano con pessima calligrafia. 
Mi sono comunque sforzato di decifrarla, nel caso contenesse qualcosa di importante. 
Nella prima frase, dichiara di essere un laureando in letteratura inglese, ma di sentirsi in dovere di darmi una lezione di scienze (sospiro, perché conosco pochi laureati in letteratura inglese che possano insegnarmi qualcosa di scientifico, ma continuo a leggere, conscio della mia ignoranza e pronto a imparare da chiunque indipendentemente dalla sua qualifica). 
Pare che in uno dei miei innumerevoli scritti io abbia espresso qui e là una certa soddisfazione per il fatto di vivere in un secolo che ha raggiunto una corretta comprensione delle basi dell’universo. 
Senza entrare nel merito, mi limitavo a dire che oggi conosciamo le leggi fondamentali che regolano l’universo e le interrelazioni gravitazionali tra i suoi componenti più importanti, come mostrato dalla teoria della relatività elaborata tra il 1905 e il 1916. 
Conosciamo anche le leggi basilari che governano le particelle subatomiche e le loro interrelazioni, chiaramente descritte dalla teoria dei quanti elaborata tra il 1900 e il 1930. 
Inoltre, tra il 1920 e il 1930, abbiamo scoperto che le galassie e gli ammassi di galassie sono le unità di base dell’universo. 
Tutte queste scoperte sono avvenute nel XX secolo. 

Il giovane specialista in letteratura inglese, dopo aver citato qualche mia frase, passava severamente a rendermi edotto del fatto che in ogni secolo la gente ha creduto di aver compreso definitivamente l’universo, e che ogni volta si è dimostrato che aveva torto
Ne segue che l’unica affermazione che possiamo fare a proposito delle nostre conoscenze attuali è che sono errate.

Il giovane citava poi con approvazione la frase pronunciata da Socrate quando seppe di essere stato definito l’uomo più saggio di tutta la Grecia dall’oracolo di Delfi: «se sono l’uomo più saggio» — disse Socrate — «è perché so di non sapere nulla». 
L’implicazione era che io fossi molto sciocco perché credevo di saperla lunga. 

 Ahimè, niente di tutto ciò era per me una novità (poche cose sono novità per me: vorrei che i miei corrispondenti ne prendessero atto). 
Questo argomento, in particolare, mi era stato proposto un quarto di secolo prima da John Campbell, specialista nell’irritarmi. 
Anche lui sosteneva che tutte le teorie si sono rivelate errate nel tempo. 

La mia risposta era stata: 
«John, quando la gente credeva che la Terra fosse piatta, aveva torto. 
Quando credeva che fosse sferica, aveva torto. 
Ma se tu credi che ritenere la Terra sferica sia altrettanto sbagliato che ritenerla piatta, allora il tuo punto di vista è più sbagliato di tutti e due i precedenti messi insieme». 
Vedete, il problema di fondo è che la gente pensa che “giusto” e “sbagliato” siano termini assoluti, che ogni cosa che è non perfettamente e completamente giusta sia totalmente e ugualmente sbagliata. 
Io non la penso così. 
Mi sembra che ragione e torto siano concetti complessi e che valga la pena di dedicare questo scritto alla spiegazione del mio punto di vista. 

Prima lasciatemi sistemare Socrate, perché sono stufo di questa pretesa che il non sapere nulla sia segno di saggezza. 
Non c’è nessuno che non sa nulla. 
I neonati imparano a riconoscere la madre in pochi giorni. 
Socrate certamente sarebbe d’accordo, e spiegherebbe che non è alla conoscenza spicciola che si riferisce. 
Vuol dire che, di fronte alle grandi astrazioni dibattute dagli esseri umani, bisogna porsi senza preconcetti o nozioni passivamente accettate, e che solo lui lo sa (che pretesa arrogante!). 

Nel discutere questioni come “che cos’è la giustizia?” o “che cos’è la virtù?” egli assumeva l’atteggiamento di chi non sa nulla e deve essere erudito dagli altri — è la cosiddetta “ironia socratica”, perché Socrate era ben consapevole di saperla molto più lunga delle anime semplici con cui dialogava. 
Atteggiandosi a ignorante, Socrate spingeva gli altri a esporre il loro punto di vista su tali questioni. 
Quindi, attraverso una serie di domande apparentemente ingenue, portava gli interlocutori entro una tale ridda di autocontraddizioni che alla fine, esasperati, ammettevano di non sapere di cosa stessero parlando. 
È un segno della meravigliosa tolleranza degli Ateniesi avergli permesso di continuare così per decenni: solo quando Socrate ebbe raggiunto la soglia dei settant’anni, non potendone più, gli fecero bere la cicuta. 

Ora, da dove viene l’idea di una “ragione” e di un “torto” assoluti? 
Credo che la loro origine affondi nei primi anni di vita, quando i bimbetti che conoscono poche cose sono istruiti da insegnanti che ne sanno più di loro. 
I bambini imparano l’ortografia e l’aritmetica, per esempio, e qui incontriamo qualcosa di apparentemente assoluto. 

Come si scrive “zucchero”? Risposta: z-u-c-c-h-e-r-o. Giusto. 
Qualunque altra risposta è sbagliata. 

Quanto fa 2 + 2? La risposta giusta è 4. Qualunque altra risposta è sbagliata. 

Avere risposte esatte e avere un “giusto” e “sbagliato” assoluti minimizza la necessità di pensare, e questo fa piacere agli studenti come agli insegnanti. 

Per questa ragione maestri e allievi preferiscono a un esame articolato dei test con risposte brevi, magari da scegliere in uno schema a scelta multipla o del tipo vero-falso. 
A mio parere, test del genere non sono adatti a misurare la comprensione dell’argomento da parte dello studente. Danno soltanto il grado di efficienza della sua capacità di memorizzare. 

Capirete quello che voglio dire ammettendo che giusto e sbagliato sono concetti relativi

Come si scrive “zucchero”? Alice risponde p-q-z-z-f, mentre Manuela risponde s-u-c-c-h-e-r-o. Hanno sbagliato entrambe, ma c’è qualche dubbio che Alice abbia sbagliato più di Manuela? Oppure supponete di scrivere “zucchero”: s-a-c-c-a-r-o-s-i-o o C12H22O11
Strettamente parlando, avete sbagliato entrambe le volte, ma avete dimostrato una conoscenza dell’argomento al di là della semplice scrittura. 

Supponiamo allora che la domanda fosse: in quanti modi diversi sapete scrivere “zucchero”? Date una giustificazione per ciascuno dei modi. 
Naturalmente lo studente sarebbe costretto a pensarci e, alla fine, a mostrare quanto — poco o molto — sa in proposito. 
L’insegnante, a sua volta, dovrebbe riflettere parecchio per valutare le conoscenze dell’allievo. Immagino che entrambi si sentirebbero oltraggiati. 

Ancora, quanto fa 2 + 2? Giovanni dice 2 + 2 = rosso, mentre Mario risponde: 2 + 2 = 17. 
Entrambi hanno torto, ma non è insensato giudicare l’errore di Giovanni più grave. 
Supponiamo che voi diciate: 2 + 2 = un numero intero. Avreste ragione, no? 
Oppure: 2 + 2 = un numero intero pari. Avreste ancora più ragione. 
Oppure: 2 + 2 = 3,9999. La risposta non sarebbe quasi giusta? 
Se l’insegnante si aspetta di sentire 4 e non distingue tra i diversi livelli d’errore, non è forse un limite non necessario imposto alla conoscenza? 

Ora la domanda è: quanto fa 9 + 5? Voi rispondete: 2. 
Cessato il clamore suscitato dalla risposta, sareste ridicolizzati e messi di fronte al fatto che 9 + 5 = 14. 
Se poi vi si dice che sono passate 9 ore da mezzogiorno, e quindi sono le 9 di sera, e vi si chiede che ore saranno tra 5 ore, voi risponderete 14, forti della conoscenza certa che 9 + 5 = 14. 
Ovviamente sareste di nuovo ridicolizzati ed edotti che la risposta è: le 2 di notte. 
Dopo tutto, pare che in questo caso 9 + 5 sia uguale a 2. 

Ancora, immaginate che Riccardo dica: 2 + 2 = 11 e, prima di essere spedito a casa con una nota sul diario, si affretti ad aggiungere: “in base 3, naturalmente”.
Avrebbe ragione […] 

Di conseguenza, quando il mio giovane amico esperto di letteratura inglese mi dice che in ogni secolo gli scienziati hanno creduto di aver compreso l’universo e hanno sempre avuto torto, quello che io voglio sapere è quanto avevano torto. 
Sbagliavano tutti nella stessa misura? 

Facciamo un esempio. 
Agli albori della civiltà, l’opinione generale era che la Terra fosse piatta
Non perché la gente fosse stupida o disposta a credere a delle sciocchezze. 
Pensavano che fosse piatta in base a una sana evidenza. 
Non era solo una questione di “è così che appare”, perché la Terra non sembra piatta: la sua superficie è piena di montagne, vallate, gole, scogliere e via dicendo. 
Certo, esistono le pianure dove, per un’area limitata, la Terra sembra abbastanza piatta. Una di queste pianure si trova nella zona del Tigri e dell’Eufrate, dove si sviluppò la prima civiltà della storia (in possesso della scrittura), quella dei Sumeri. 
Forse fu l’aspetto della pianura a convincere gli acuti Sumeri ad accettare la generalizzazione che tutta la Terra fosse piatta: eliminando alture e depressioni, quello che rimaneva sarebbe stato piatto. Deve aver contribuito a formare questo concetto il fatto che le acque di stagni e laghi sembrano molto piatte nei giorni di calma. 
Un altro modo di considerare la questione è chiedersi quale sia la “curvatura” della superficie terrestre, di quanto cioè devia (in media) da un piano perfetto se misurata su una distanza considerevole. 
Secondo la teoria della Terra piatta non c’è alcuna deviazione, per cui la curvatura risulta 0 per chilometro. 
Oggi c’insegnano che la teoria della Terra piatta è sbagliata: tutta sbagliata, terribilmente sbagliata, assolutamente sbagliata. 
Ma non è così. 
La curvatura terrestre è quasi 0 per chilometro, dunque, per quanto effettivamente sbagliata, la teoria della Terra piatta è casualmente quasi corretta. 
Per questo è durata a lungo. 

Certamente c’erano motivi per considerare questa teoria insoddisfacente: intorno al 350 a.C. il filosofo greco Aristotele ne fece un elenco. 
Primo, certe stelle scomparivano al di là dell’emisfero meridionale se si viaggiava verso nord e al di là dell’emisfero settentrionale se si viaggiava verso sud. 
Secondo, l’ombra proiettata dalla Terra sulla Luna durante un’eclisse lunare era sempre un arco di cerchio. 
Terzo, sulla Terra stessa le navi scomparivano oltre l’orizzonte, in qualsiasi direzione stessero viaggiando. 
Tutte e tre le osservazioni non erano compatibili con la teoria della Terra piatta, mentre erano spiegabili considerando la Terra sferica. 
Per di più, Aristotele credeva che tutta la materia tendesse a muoversi verso un centro comune e, nel far questo, la materia solida finisce con l’assumere una forma sferica. 
Circa un secolo dopo Aristotele, il filosofo greco Eratostene notò che il Sole gettava ombre di lunghezza differente a differenti latitudini (tutte le ombre avrebbero la stessa lunghezza se la superficie terrestre fosse piatta). 
Dalla differenza di lunghezza delle ombre calcolò la dimensione della sfera terrestre, ottenendo il valore di 40.000 chilometri per la circonferenza. 
La curvatura di una tale sfera è circa 0,000126 per chilometro, un valore molto vicino allo 0 per chilometro e non facilmente misurabile con le tecniche a disposizione degli antichi. 
La minuscola differenza tra 0 e 0,000126 dà ragione del lungo tempo trascorso tra la Terra piatta e la Terra sferica. 
Badate, anche una differenza minima, come quella tra 0 e 0,000126 può essere importante. 
È una differenza che conta. 
Non si può fare una mappa accurata di un’area vasta della Terra senza tener conto di tale differenza e senza considerare la Terra sferica anziché piatta. 
Così come non si può intraprendere un lungo viaggio in mare senza disporre di un modo ragionevole per determinare la propria posizione. 
Inoltre la Terra piatta presuppone la possibilità di una Terra infinita oppure l’esistenza di un "termine” della superficie. 
Invece la Terra sferica postula una Terra senza termine e tuttavia finita, ed è questo secondo postulato ad essere in accordo con tutte le scoperte successive. 
Dunque, pur essendo la teoria della Terra piatta solo leggermente sbagliata, e di ciò va riconosciuto il merito ai suoi inventori, tuttavia era sbagliata a sufficienza per essere scartata a favore della teoria della Terra sferica. 
E allora la Terra è una sfera? 
No, non è una sfera; non in stretto senso matematico. 
Una sfera ha certe proprietà matematiche: per esempio, tutti i diametri (cioè tutte le linee rette che vanno da un punto all’altro della sua superficie passando per il centro) hanno la stessa lunghezza. Questo non è vero per la Terra: diversi diametri della Terra differiscono in lunghezza. 
Come fece la gente ad accorgersi che la Terra non è una sfera perfetta? 
Per cominciare, i contorni del Sole e della Luna sono cerchi perfetti, entro i limiti di misurazione del tempo dei primi telescopi. 
Il che si accorda con l’ipotesi che Sole e Luna abbiano una forma perfettamente sferica. 
Invece le prime osservazioni al telescopio di Giove e Saturno rivelarono contorni che non erano cerchi, ma ellissi. 
Questo significava che Giove e Saturno non erano propriamente sferici. 
Isaac Newton, verso la fine del XVII secolo, dimostrò che un corpo massiccio doveva formare una sfera sotto l’effetto delle forze gravitazionali (proprio come Aristotele aveva previsto), ma solo se non stava ruotando. 
In rotazione, un effetto centrifugo avrebbe sollevato la materia contro la gravità, con un effetto tanto più sensibile quanto più ci si avvicinava all’equatore. 
L’effetto aumenta anche in funzione della velocità di rotazione, e Giove e Saturno ruotano davvero molto velocemente. La Terra ruota molto più lentamente di Giove e Saturno, per cui l’effetto doveva essere minore, ma pur sempre presente. 
Nel XVIII secolo furono fatte misurazioni della curvatura terrestre che diedero ragione a Newton
In altri termini, la Terra ha un rigonfiamento all’equatore e si appiattisce ai poli: è quel che si dice uno “sferoide schiacciato”, più che una sfera. 
Perciò i vari diametri della Terra sono di diversa lunghezza. 
I diametri più lunghi sono quelli che passano per punti opposti dell’equatore: il “diametro equatoriale” è di 12.755 chilometri. Il diametro più corto va dal polo nord al polo sud: questo “diametro polare” è di 12.711 chilometri. La differenza tra il diametro maggiore e il diametro minore è di 44 chilometri e questo vuol dire che lo schiacciamento della Terra (il grado di scostamento dalla vera sfericità) è di 44/12.755, cioè 0,0034 che equivale a ⅓ dell’1%. 
Detto altrimenti, su una superficie piatta la curvatura è ovunque 0 per chilometro. 
Sulla superficie di una Terra sferica la curvatura è ovunque 0,000126 per chilometro (o 12,6 centimetri per chilometro). 
Sulla superficie di una Terra sferoide la curvatura varia da 12,557 centimetri per chilometro a 12,642 centimetri per chilometro. 
La correzione passando dalla sfera allo sferoide schiacciato è molto minore di quella tra il piano e la sfera
Di conseguenza, se il concetto di Terra sferica è sbagliato, strettamente parlando, non è tanto sbagliato quanto il concetto di Terra piatta. 
Sempre strettamente parlando, anche la nozione della Terra come sferoide schiacciato è sbagliata. Nel 1958, quando il satellite Vanguard I fu messo in orbita intorno alla Terra, fu possibile misurare l’attrazione gravitazionale locale della Terra, e quindi la sua forma, con una precisione senza precedenti. 
Risultò che il rigonfiamento equatoriale a sud dell’equatore era leggermente più pronunciato di quello a nord dell’equatore e che il livello del mare al polo sud era leggermente più vicino al centro della Terra di quello al polo nord. 
Non sembrava esserci altro modo di descrivere questa deformazione se non dicendo che la Terra è a forma di pera: subito molta gente decise che il pianeta non aveva niente di sferico, ma assomigliava piuttosto a una pera Barlett penzolante nello spazio. 
In realtà la deviazione a pera rispetto allo sferoide schiacciato è una questione di metri più che di chilometri e l’aggiustamento della curvatura è dell’ordine dei milionesimi di centimetro per chilometro. 


Per farla breve, amico letterato inglese, vivendo in un mondo mentale di torto e ragione assoluti possiamo immaginare che, dato che tutte le teorie sono sbagliate, la Terra possa essere considerata sferica oggi, cubica il prossimo secolo, un icosaedro cavo il prossimo ancora e a forma di ciambella quello successivo. 
Nella realtà, una volta che gli scienziati s’impadroniscono di un buon concetto, gradualmente lo migliorano e lo estendono di pari passo con l’evoluzione degli strumenti di misurazione disponibili.  
Le teorie non sono tanto sbagliate quanto incomplete. 

Questo vale in molti altri casi oltre a quello della forma della Terra. 
Perfino le nuove teorie più rivoluzionarie scaturiscono di solito da piccoli aggiustamenti. 
Una teoria che richiede qualcosa di più di una piccola modifica non può durare a lungo. 

Tratto da Isaac Asimov. 
«The Relativity of Wrong», in The Skeptical Inquirer, Vol. 14, n. 1, 1989, pp. 35-44; traduzione di Maria Turchetto. 

Isaac Asimov (Petrovići, URSS, 2/1/1920 - New York, USA, 6/4/1992), scienziato e scrittore statunitense. 
I suoi genitori emigrarono negli Stati Uniti nel 1923. Laureato in Chimica e Biologia, svolse attività d’insegnamento presso la School of Medicine dell’Università di Boston. 
Dal 1939 iniziò l’attività di scrittore di fantascienza che, dal 1950, divenne la sua principale attività, tanto che si ritirò dall’insegnamento. Sempre dichiaratosi non credente e “umanista”, pur rispettando qualsiasi credenza ha avversato qualsiasi superstizione, bigottismo o parascienza, ergendosi spesso a paladino del pensiero razionale e scientifico. 
Morì a Manhattan (New York) il 6 aprile 1992. 
Per ulteriori notizie biografiche e bibliografiche, consigliamo il sito italiano. 


sabato 16 aprile 2011

W LA SQUOLA

Il Premier di sé stesso sostiene che nella scuola pubblica gli studenti ricevano insegnamenti di sinistra che inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia.

Che dalla scuola pubblica provengano quelle madri che spingono le giovanissime figlie a prostituirsi per anziani e ripugnanti maschi potenti, allo scopo di alimentare l'illusione di intraprendere carriere che con il duro lavoro, l'impegno, la professionalità e la competenza, in Italia forse non sono di fatto perseguibili?
Quei fratelli che esortano le giovani sorelle a tenere duro, a turarsi il naso (e non solo), in vista di possibili vantaggi economici derivanti dalla vendita di prestazioni sessuali?
Belle famiglie! Scuola pericolosa!

Che dalla scuola pubblica provengano i suddetti anziani maschi potenti, i quali hanno evidentemente perso di vista i valori della famiglia (ne hanno avuta a volte più d'una, per poi disfare anche l'ultima) in favore dell'utilizzo a fini sessuali di ragazze che per età potrebbero essere loro nipoti?

Forse che l'utilizzatore finale di prostitute al limite (inferiore o superiore) della maggiore età  sia stato educato in una scuola pubblica e bolscevica (il Liceo Salesiano di Milano, per esempio)? 

Che sia questa l'ultima giustificazione addotta da un uomo che, ultrasettantenne, ritenga di non essere maturato a sufficienza per svincolarsi dagli insegnamenti discutibili ottenuti in tenera età e non sappia essere responsabile delle proprie azioni, forse contrarie a questi fantomatici valori della famiglia?

E infine: ma quali sono questi tanto spesso citati valori della famiglia?
Forse dovremmo elencarli, giusto per non incorrere in fraintendimenti.

Il Re é Nudo. E se ne vanta.

fonte: ANSA.it 

Berlusconi: 'Insegnanti sinistra danno valori diversi famiglia'
Messaggio all'Associazione nazionale mamme

16 aprile, 12:05

PADOVA - Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato a Padova a una riunione dell'Associazione nazionale delle mamme, ha sottolineato che i genitori oggi possono scegliere liberamente "quale educazione dare ai loro figli e sottrarli a quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia". Il premier, parlando dell'azione del governo ha ricordato l'introduzione di leggi contro la violenza sessuale e il reato di stalking. Si è detto quindi convinto delle grandi capacità delle donne: "siete più brave di noi uomini, a scuola, sul lavoro, siete più puntuali , più precise e più responsabili. Anche per questo ho voluto che nel nostro governo ci fossero ministri donne e mamme che sono attivissime e bravissime". "Care mamme - ha concluso - vi garantisco che il governo continuerà a lavorare con lo stesso entusiasmo e con lo stesso impegno per valorizzare il vostro ruolo nella famiglia nel mondo del lavoro e nella società". Berlusconi nella nota si è congedato con "un bacio e un saluto affettuoso a tute voi con l'augurio che possiate realizzare tutti i progetti e i sogni che avete nella mente e nel cuore".
"SIAMO GOVERNO AMICO DELLE MAMME E DELLA FAMIGLIA" - "Poiché vantiamo una cultura che predilige l'amore e rifiuta l'invidia e l'odio cerchiamo di essere un governo amico delle donne e soprattutto delle mamme". Lo ha indicato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel messaggio. Berlusconi ha ricordato "i tanti provvedimenti" sviluppati dal governo per la famiglia. "L'abbiamo tutelata con il bonus bebé - ha spiegato - il piano casa, gli affitti agevolati per le giovani coppie, la riduzione dei costi scolastici e il bonus per la scuola privata".

domenica 14 giugno 2009

FORTUNA STEREO

Mi sono sempre piaciuti gli stereogrammi. Da ogni punto di vista.


mercoledì 22 aprile 2009

IL VALORE DELLA VITA

22 aprile 1909 - 22 aprile 2009

I 100 anni di Rita Levi Montalcini

(viene da chiedersi che "uso personale" abbia fatto della propria scoperta, il Nerve Growth Factor ...).

Su tutti, questo suo messaggio voglio ricordare:

"La vita vale se noi crediamo nei valori".
Rita Levi Montalcini.

domenica 1 marzo 2009

DALLE STALLE ALLE STELLE

Una strepitosa Margherita Hack. Quanto mi piace, questa scienziata.
Intelligenza e gran senso dell'umorismo. E opinioni in pillole che condivido in pieno. Condite da un simpatico accento toscano.


martedì 24 giugno 2008

CEREBROLESI VS. COGLIONI (10 a 0)

Pensavo che per vivere tranquilli in questo Mondo rovescio, senza indignarsi né soffrire, senza sentire il desiderio irrefrenabile di emigrare o darsi al romitaggio, fosse necessario avere dei deficit cognitivi o neurologici importanti.
Dopo aver letto “Il discorso del Presidente”, (tratto da “L’uomo che scambiò sua Moglie per un Cappello”, di Oliver Sacks), ho cambiato idea.
Per bersi serenamente tutte le fandonie che ci propinano ormai in ogni istante ed occasione (la pubblicità, i politici, i media, il nostro capo, e così dicendo) forse è sufficiente essere idioti.
Anzi, citando un Presidente del Consiglio italiano … COGLIONI.


Che diavolo succedeva? Uno scroscio di risa dal reparto afasici, proprio all’inizio del discorso del Presidente, che tutti erano così ansiosi di sentire…
Eccolo là, il vecchio Seduttore, l’Attore, con la sua consumata retorica, il suo istrionismo, la sua bravura nel far leva sulle emozioni … e i pazienti si torcevano tutti dal ridere! Beh, non proprio tutti: alcuni erano sconcertati, altri scandalizzati, uno o due preoccupati, ma la maggior parte pareva divertirsi un mondo. Il Presidente, come sempre, toccava il tasto della commozione; ma ora, a quanto pareva, ne ricavava soprattutto ilarità. Che cosa succedeva a tutti quanti? Che cosa credevano? Non riuscivano a capirlo? O forse lo capivano fin troppo bene?
Spesso di questi pazienti, persone intelligenti ma affette da una gravissima afasia percettiva o globale che le rendeva incapaci di capire le parole come tali, si diceva che ciò nonostante capivano la maggior parte di quanto veniva loro detto. […]
Questo perché, se ci si rivolgeva loro con naturalezza, essi afferravano in parte o quasi completamente il senso della frase o del discorso. E naturalmente si parla “naturalmente”.
Sicché, per dimostrare la loro afasia, il neurologo doveva di proposito e con un bel po’ di sforzo parlare e comportarsi in modo innaturale, eliminare tutti li elementi rivelatori extraverbali: il tono della voce, l’intonazione, le sottolineature o le inflessioni evocative, e inoltre gli ausilii visiv; le espressioni del viso , i gesti, tutto il proprio repertorio personale e la propria postura, che sono in gran parte inconsci.
[…]
Perché tutto questo? Perché il linguaggio, il linguaggio naturale, non consiste di sole parole, né, […] di sole proposizioni. Esso consiste di espressione, dell’espressione di tutto il proprio pensiero con tutto il proprio essere, la cui comprensione implica molto più del semplice riconoscimento delle parole. Questa era la chiave per capire il modo di capire degli afasici anche quando sono del tutto incapaci di capire le parole in sé. Perché, anche se le parole, le costruzioni verbali, di per sé a volte non trasmettono nulla, il linguaggio parlato è di solito soffuso di “tono”, circondato da un’espressività che trascende il verbale; ed è appunto questa espressività, così profonda, così varia, così complessa, così sottile, che è perfettamente conservata nell’afasia, nonostante sia distrutta la capacità di comprendere le parole. Conservata, e spesso addirittura straordinariamente potenziata.
[…]
Di qui talvolta l’impressione - mia e di tutti noi che lavoriamo a stretto contatto con gli afasici - che a un afasico non si può mentire. Egli non riesce ad afferrare le tue parole, quindi non può esserne ingannato; ma l’espressione che accompagna le parole, quell’espressività totale, spontanea, involontaria che non può mai essere simulata o contraffatta, come possono esserlo, fin troppo facilmente, le parole … tutto questo egli lo afferra con precisione infallibile.
[…] Erano quindi le smorfie, gli istrionismi, i gesti e soprattutto i toni e le cadenze della voce a suonare falsi per questi pazienti privi di parola ma dotati di un’immensa sensibilità. E perciò, non ingannati e non ingannabili dalle parole, essi reagivano a queste incongruità e improprietà che apparivano loro smaccate e addirittura grottesche.
Ecco perché ridevano al discorso del Presidente.
Se non è possibile mentire a un afasico, data la sua particolare sensibilità all’espressione e al “tono”, che cosa succede, viene da chiedersi, ai pazienti (se ve ne sono) che mancano completamente del senso dell’espressione e del “tono” pur conservando immutata la capacità di comprendere le parole, pazienti che sono l’esatto contrario degli afasici? Noi ne abbiamo un certo numero, e sono ricoverati anch’essi nel reparto afasici, benché, tecnicamente parlando, non siano affetti da adagia, ma piuttosto da una forma di agnosia, in particolare da un’agnosia cosiddetta “tonale”. Per questi pazienti scompaiono le qualità espressive della voce, ossia il tono, il timbro, la sfumatura emotiva, l’intero carattere, mentre sono perfettamente comprensibili le parole, (e le costruzioni grammaticali). Tali agnosie tonali (o “atonie”) sono associate a turbe del lobo temporale destro del cervello, mentre le afasie si accompagnano a turbe del lobo temporale sinistro.
Tra i pazienti del nostro reparto afasici affetti da agnosia tonale, anch’essi spettatori del discorso del Presidente, ce n’era una che aveva un glioma nel lobo temporale destro. Si chiamava Emily D. ed era stata insegnante d’inglese e poetessa di una certa fama; grazie alla sua eccezionale sensibilità linguistica e alle sue vigorose capacità analitiche ed espressive, era in grado di formulare chiaramente la situazione opposta: come era inteso il discorso del Presidente da una persone addetta da agnosia tonale.
Emily D. non era più in grado di dire se una voce fosse arrabbiata, allegra, triste o altro. Dal momento che per lei ora le voci erano prive di espressione, doveva osservare il volto delle persone, le loro posture e i gesti che accompagnavano le loro parole, e scoprì di farlo con un’attenzione e un’intensità mai dimostrate prima. Ma anche in questo, purtroppo, era parzialmente impedita poiché aveva un glioma maligno e stava rapidamente perdendo anche la vista.
Scoprì allora che doveva prestare la massima attenzione all’esattezza delle parole e del loro uso, ed insistere perché gli altri facessero lo stesso con lei. Le era sempre più difficile seguire un linguaggio approssimativo o gergale, un linguaggio di tipo allusivo o emotivo, ed esigeva sempre più dai suoi interlocutori che parlassero in prosa: “parole esatte al posto esatto”. La prosa, come scoprì, poteva in certa misura compensare la mancata percezione del tono o del sentimento.
In questo modo fu in grado di conservare, e anzi di potenziare, l’uso del linguaggio “espressivo” (nel quale il significato era dato interamente dalla giusta scelta e referenzialità delle parole), pur trovandosi sempre più spersa di fronte al linguaggio “evocativo” (dove il significato è dato interamente dall’uso e dal senso del tono).
Anche Emily D: ascoltava dunque, con volto impassibile, il discorso del Presidente, servendosi di una strana mescolanza di percezioni potenziate e difettose – una mescolanza che era l’esatto contrario di quella dei nostri afasici. Il discorso non suscitò emozioni in lei – nessun discorso ormai aveva questo effetto – e tutto ciò che era evocativo, autentico o falso le sfuggì completamente. Ma allora Emily, priva di reazione emotiva, fu trascinata o abbindolata, come noi tutti? Niente affatto. “Non è convincente”, disse. “Non usa una prosa chiara. Usa le parole in modo improprio. O ha dei disturbi cerebrali oppure ha qualcosa da nascondere”. Così il discorso del Presidente non funzionò neanche per Emily D. con la sua sviluppata sensibilità per l’uso formale del linguaggio, per la proprietà e la prosa, così come non funzionò per i nostri afasici, con la loro sordità alle parole ma anche la loro sviluppata sensibilità al tono.
Ecco dunque dov’era il paradosso del discorso del Presidente. Noi normali, indubbiamente aiutati dal nostro desiderio di esser menati per il naso, fummo veramente menati per il naso (populus vult decipi, ergo decipiatur), e così astuta era stata la combinazione di un uso ingannevole delle parole con un tono ingannatore che solo i cerebrolesi ne rimasero indenni, e sfuggirono all’inganno.

giovedì 19 giugno 2008

DAVIDE MARASCO

Uno strano caso di accanimento terapeutico ...

Con immenso (e riprovevole) cinismo, mi verrebbe da dire ai genitori del piccolo Davide di "lasciarlo andare", che forse chi ha tolto loro il diritto di decidere per il proprio sfortunatissimo bambino li ha anche sollevati da una responsabilità enorme.
Suggerirei loro di lasciare il piccolo nelle mani di chi mi pare sia anche più cinico, di sperare che la sua fievole ed effimera vita si spezzi quanto prima, e di trovare la forza di superare questo inimmaginabile dolore.

Loro però desiderano che sia divulgata questa petizione. Lo faccio volentieri.

Anche se probabilmente il piccolo Davide "risolverà da solo" la questione ... a conferma del fatto che i bambini (anche se a volte loro malgrado!) sono molto più saggi dei grandi.

Un po' di letture su MicroMega.

giovedì 5 giugno 2008

NUCLEARE? MI RIFIUTO.

"Sul nucleare, il governo italiano non torna indietro. E l'incidente alla centrale di Krso in Slovenia non modifica la politica del nostro paese. A ribadirlo sono sia il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacolo, sia il suo collega per lo sviluppo economico Claudio Scajola".
2008-06-05 16:02 ANSA.it

Sarà.
Sia pure che gli impianti "moderni" sono sicuri (mah).
Sia pure che l'"incidente" di Krso non abbia prodotto conseguenze (ci crediamo?).
Sia anche che proprio non possiamo pensare di generare energia eolica o solare, e che davvero ci piaccia il nucleare (risorsa peraltro limitata).
Fingiamo pure che il referendum contro le centrali nucleari in Italia non ci sia mai stato.

Energia nucleare, perché NO?
In effetti, abbiamo dimostrato di essere tanto bravi nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti inerti e di quelli tossici...

"Ogni giorno 83 reati ambientali
Rapporto Legambiente, illeciti cresciuti del 27, 3% in un anno
(ANSA) - ROMA, 4 GIU - Crescono del 27% nel 2007 i reati ambientali in Italia:ogni giorno se ne compiono 83.E' quanto emerge dal rapporto Legambiente Ecomafia 2008. Maglia nera alla Campania stabile al primo posto nella classifica dell'illegalita' ambientale, seguita dalla Calabria: e' in queste due regioni che si concentra il 30% degli illeciti registrati in tutta Italia.Il giro d'affari e' di 18,4 mld. In aumento gli incendi boschivi dolosi e gli illeciti accertati nei cicli del cemento e dei rifiuti
". 2008-06-04 20:38
ANSA.it

"Intanto il governo si fabbrica un bel superprocuratore regionale per i rifiuti, roba mai vista nemmeno sotto il fascismo, che accentra le competenze delle procure territoriali. Nessun giudice potrà più sequestrare discariche irregolari o pericolose, anche perchè i rifiuti tossici e nocivi vengono equiparati a quelli urbani ordinari, per decreto, in barba a tutte le leggi nazionali ed europee, e soprattutto alla salute di chi se li beve o se li respira. Insomma, vietato disturbare il manovratore: che oggi è il supercommissario di governo - l’ineffabile Bertolaso, l’uomo per tutte le stagioni, quello che due anni fa da commissario non combinò un bel nulla e ora, chissà perché, dovrebbe fare il miracolo - ma domani potrebbe essere il presidente del Consiglio. Perché, se passa il precedente di un “governo che si sceglie i magistrati che devono controllare le sue iniziative” (Rodotà), poi non ci si ferma più. " da: VoglioScendere.it


Possiamo tranquillamente cimentarci nella progettazione, costruzione, gestione e conduzione di centrali nucleari. Siamo certamente in grado di farci carico delle scorie radioattive.
Di che ci preoccupiamo?

lunedì 19 maggio 2008

194 RAGIONI PER SOSTENERE UNA LEGGE

Così esordisce il testo di una legge che tanto viene criticata (da chi non sa bene cosa sia una gravidanza) ma che poi così male non è:
"Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.
L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.
Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite".


Ecco la legge:


Credo che ciascuno debba difendere in ogni modo il diritto alla vita, credo che la vita umana sia il bene per eccellenza (ne abbiamo una sola!).
Penso anche che ci siano vie più sensate per farlo che accanirsi contro la possibilità di scelta di potenziali genitori che tali non desiderano essere.

Credo che nascere sia un diritto, ma che lo sia anche più avere una vita dignitosa, soddisfacente e stimolante. Che questa legge non vada cambiata, ma applicata fino in fondo. Per esempio "contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza", e fornendo un supporto reale e concreto ai neo-genitori.

J. Ratzinger ha recentemente detto qualcosa che condivido: " ... diversi problemi continuano ad attanagliare la società odierna, impedendo di dare spazio al desiderio di tanti giovani di sposarsi e formare una famiglia per le condizioni sfavorevoli in cui vivono. La mancanza di lavoro sicuro, legislazioni spesso carenti in materia di tutela della maternità, l'impossibilità di assicurare un sostentamento adeguato ai figli, sono alcuni degli impedimenti che sembrano soffocare l'esigenza dell'amore fecondo, mentre aprono le porte a un crescente senso di sfiducia nel futuro" da tgcom

Affrontare seriamente questi temi, promuovendo in parallelo una campagna di informazione vera sulla contraccezione e sull'educazione sessuale (rivolta a giovani e meno giovani!) porterebbe in modo naturale a relegare la pratica dell'aborto a pochi casi particolari riferiti a situazioni fisicamente o socialmente patologiche.

Non abbiamo dei servizi davvero utili e realmente fruibili a supporto dei genitori che lavorano, "maternità" è tuttora sinonimo di inabilità al lavoro, "carriera" e "famiglia" rimangono per la maggioranza delle persone due opzioni alternative e mutualmente esclusive.

Ridicolo questo attaccamento alla vita senza tenere conto delle conseguenze che nascere porta con sé.
Per ora sarebbe più utile e caritatevole battersi seriamente contro la pena di morte, per fare un esempio. Impegnarsi perchè i diritti fondamentali degli esseri umani siano rispettati, sempre e in ogni luogo (cosa che non avviene da nessuna parte fino in fondo!).

domenica 22 aprile 2007

BUON COMPLEANNO!


Nata il 22.04.1909, compie oggi 98 anni.
Qualche anno fa ho letto l' "Elogio dell'Imperfezione", autobiografia di Rita Levi Montalcini. Ho preso in mano quel libro per caso, pensando che l'avrei riposto subito dopo. Mi sbagliavo. L'ho letto e gradito. Mi ha colpita la semplicità del linguaggio, la scorrevolezza del racconto, la narrazione quotidiana e quasi banale di una storia straordinaria.
Su di lei si trova materiale a non finire.
Io mi limito a farle gli auguri di buon compleanno, anche se lei non lo saprà.