COME ERAVAMO - Verso il Brione
Immagini tratte dal Calendario "Arco Ieri e Oggi", realizzato per il 2010 dal Comune di Arco (Trento), con il contributo della Provincia Autonoma di Trento.

"Se un Uomo non e' disposto a correre dei rischi per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale niente lui". - Ezra Pound
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La stampa è in netto contrasto con l’atmosfera di serenità e di fervore che si respirava ad Onna
È una sensazione di disagio quella che provo leggendo la stampa di questi giorni e le polemiche fiorite attorno alla consegna delle casette ai terremotati d’Abruzzo, in netto contrasto con l’atmosfera di serenità e di fervore che si respirava ad Onna il 15 settembre su quel lungo stradone invaso di mezzi, di persone e di volontari che portava al «villaggio della speranza».
Sui visi dei nostri volontari, che ho avuto il piacere e l’onore di incontrare, non si leggeva alcun tratto di insoddisfazione, ma piuttosto l’orgoglio di aver contribuito in maniera determinate alla rinascita della speranza nei cuori degli amici abruzzesi.
Non ho colto insomma, né negli incontri con la gente, né nella cerimonia pubblica alla quale ho avuto modo di prendere parte, in rappresentanza del Consiglio Provinciale assieme al presidente della Provincia Dellai, quell’atmosfera celebrativa e trionfante tributata al nostro premier e poi variamente descritta da molti mezzi di comunicazione. Tutti sapevano, come è stato giustamente rimarcato, che le «belle casette» erano state donate dal Trentino.
Certo l’emozione era percepibile, sia fra la gente, sia fra i volontari e le autorità intervenute, ma era dovuta anche all’orgoglio di essere riusciti a realizzare, tutti assieme e in un unico grande progetto, una scommessa ritenuta impossibile pochi mesi fa.
Sono i risultati ciò che conta e lo spirito di solidarietà e di partecipazione con il quale tutto un Paese, unito in grande sforzo, è riuscito a realizzare.
Sono questi i momenti in cui bisogna guardare più alla sostanza che alla forma. Nei quali un Paese dimostra la sua compattezza e i valori che sono alla base del suo stare assieme. Ecco perché – commentando a caldo la giornata di Onna- ho detto che è sbagliato ideologizzare i problemi e offuscare questa grande operazione di solidarietà con polemiche o speculazioni.
È l’Italia intera che ha vinto una scommessa impensabile e bene ha fatto Dellai a smorzare toni e polemiche, a non cadere nel trabocchetti di D’Alema e Bersani che, da questa vicenda, volevano trarre ulteriore materiale per i loro giochi politici.
Il Trentino, da questa vicenda, è uscito a testa alta fedele a quello stile di discrezione e concretezza che è tipico della gente di montagna, il resto sono solo chiacchiere improduttive.
Claudio Eccher
(Vicepresidente Consiglio provinciale)
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ARCO - Ieri era corsa la voce che Eurospar di Arco stesse proponendo ai dipendenti denunciati per furto di licenziarsi in cambio di un ritiro della denuncia. E che alcuni avessero già accettato. Nega assolutamente la circostanza Angelo Pigatto, responsabile delle risorse umane del gruppo Aspiag di Eurospar. «Non c'è in atto - dice - nessuna azione di questo tipo. Non c'è nessun baratto. Per i cinque che erano stati arrestati è in corso la sospensione cautelare attraverso la quale anche i dipendenti possono produrre le loro giustificazioni; non sappiamo nemmeno chi siano invece i dieci denunciati per furto. Nei confronti di questi non ci siamo ancora mossi, quando tutto sarà appurato con chiarezza e si arriverà a delle certezze, solo allora procederemo anche con loro con la sospensione cautelare dal servizio». Ha destato parecchio stupore nel Basso Sarca l'operazione Backdoor che ha portato in cella per un giorno cinque dipendenti sorpresi a portare via merce dal magazzino sul retro del supermercato: Giorgio Dalla Bona 43 anni di Arco, Andrea Riccadonna 32 anni di Arco, Cristian Ferrari 25 anni di Trento, Marika Betta 30 anni di Rovereto e Arianna Tonoli 29 anni di Riva.
Altri dieci sono stati denunciati a piede libero.
Per scoprire quanto avveniva i carabinieri della compagnia di Riva hanno utilizzato delle telecamere nascoste. In tutto sono 15 su una cinquantina i dipendenti.
I cinque colti in flagrante, secondo quanto verificato dai militari, avevano con loro circa 1.300 euro di merce. I furti sarebbero iniziati da due anni e mezzo.
Dal 2006 infatti all'Eurospar di Arco i conti non tornavano.
Le perdite di fatturato, considerate fisiologiche tra lo 0,3 e lo 0,5% perché imputabili a merce danneggiata o al taccheggio di clienti, erano balzate all'1,90% nel 2008. In termini monetari, gli ammanchi complessivi ammonterebbero a circa 300 mila euro.
Ieri Giorgio Dallabona si è lamentato per il trattamento subito dalla stampa.
Si è limitato a dire: «Siamo stati trattati come criminali come dei disperati ma le cose non stanno così».
Uno dei responsabili di sede di Arco, solo indagato, non ha voluto spiegare nulla. Arianna Tonoli ha dichiarato alla stampa che si trattava di merce «destinata a finire tra i rifiuti» e che quindi sarebbe stato montato un caso del tutto esagerato.
Anche Andrea Riccadonna ha deplorato il fatto di «essere stati trattati alla stregua dei peggiori delinquenti, nemmeno avessimo commesso un omicidio o spacciato droga. Potevano esserci altri modi per affrontare le cose. Si poteva risolverla internamente all'azienda».
da: Quotidiano l'Adige del 27.10.2008
La vicenda dei cinque commessi sorpresi dai carabinieri di Riva del Garda a portare via merce dal magazzino dell'Eurospar di via Cavallo ad Arco continua a tenere banco nel Basso Sarca. Nell'operazione, denominata «Back Door» e partita in seguito da una denuncia presentata in estate dalla direzione della società che gestisce il supermercato, sono finiti altri dieci dipendenti, denunciati a piede libero. Tutti sono chiamati a rispondere di furto aggravato e continuato in concorso. Quando i militari dell'Arma hanno chiuso l'indagine (condotta con appostamenti e riprese video), cogliendo in flagranza i cinque (da cui l'arresto), pronti a prendere... il volo c'erano 1.300 euro di merce. La quota di alimentari (nel pacco anche biancheria per la casa, dvd, cd e un piccolo stereo) è stata devoluta dall'Eurospar al convento dei frati di Massone. Gli arrestati sono comunque già stati scarcerati, ma non sono tornati al lavoro, perché sospesi. Già venerdì scorso erano stati sentiti dal magistrato, si erano però avvalsi della facoltà di non rispondere. «Per il momento possiamo muoverci su informazioni certe e quindi abbiamo disposto la sospensione cautelare solo per i cinque dipendenti di Arco che erano stati arrestati, anche per consentire loro di preparare la difesa. Degli altri dieci denunciati, mancando una notifica formale, non sappiamo neppure i nomi». Così Angelo Pigatto, responsabile risorse umane dell'Aspiag Service srl, che abbiamo raggiunto telefonicamente nella sede centrale della società a Mestrino, in provincia di Padova. [...] Nel caso venisse giudizialmente accertata la responsabilità dei dipendenti indagati, scatterebbe per loro il licenziamento? «In questo caso si tratterebbe di giusta causa. Ma, naturalmente, bisogna attendere gli esiti dell'inchiesta». [...]
da: Quotidiano l'Adige del 28.10.2008
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L'architetto Marco Angelini non si accontentava di avere una linea diretta con Silvano Grisenti.
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"Ci sono cose che molti ritengono impossibili,
fino a quando arriva qualcuno che non lo sa e le realizza". - A. Einstein
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