CIO' CHE NON SI PUO' DIRE
"Le cose bisogna dirle.
Bisogna dirle subito le cose.
Perché tenersele dentro, stanno lì e fanno male.
[...]
Per aiutarti, ... tutti fanno a gara per aiutarti a DIMENTICARE.
[...]
Perché devo dimenticare?
C'è qualcosa che non si può dire? Qualcosa che da fastidio?
A chi?
Cosa non devo dire?
Ciò che non si può dire.
[...]
Per morire non occorre andare al Camposanto.
Basta poco.
[...]
Lo spunto di uno spettacolo teatrale che racconta una "piccola" grande tragedia,
come tante, come troppe, evitabilissima.
Un racconto che suscita emozioni, la narrazione di qualcosa che è accaduto realmente.
Il pretesto per urlare che la verità può (e dovrebbe) essere detta.
E che questo non dovrebbe essere appannaggio esclusivo degli artisti.
I racconti "scomodi" ma veri
sono tollerati in un contesto di produzione e divulgazione artistica,
in teatro, in un romanzo, in un saggio, un dipinto.
A volte anche apprezzati.
Non sono ben accetti nella vita quotidiana, nel reale,
Dove si apprezza chi la verità tace e non chi invece la verità dice.
Fa riflettere. Amaramente.
Andrea Castelli.
Teatro di Cavalese - 2002
La tragedia del Cermis.
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Forse sarebbe meglio non pensarci più.
invece io ci penso. Ci penso.
Testardo, lo so, ma non riesco a tenermelo dentro,
non ce la faccio proprio.
"E dai, è successo quel che è successo, è andata come è andata,
vedrai che il tempo aggiusterà le cose".
BALLE.
Il tempo non aggiusta proprio niente il tempo, ...
io devo dirlo quello che ho dentro.
Devo dirlo, dirlo a qualcuno ...
Devo dire ciò che non si può dire.
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Non ce l'ho con l'America.
Ce l'ho con l'imbecillità.
E l'imbecillità, oltre a non avere sesso e religione, non ha Patria.
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