I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
****
I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

martedì 17 febbraio 2009

17 ANNI TRASCORSI INVANO

17 anni fa, il 17 febbraio 1992, un normale lunedì milanese.

Questo scriveva due anni fa Marco Travaglio
(di Marco Travaglio - dall'Unità
da: megachip.info

Mani pulite 15 anni dopo, le bugie di chi ha combattuto l'inchiesta.

E' ricorso da poco il 15° anniversario dell'arresto di Mario Chiesa, che diede il via all'indagine Mani Pulite. Per l'occasione, vengono riesumate su giornali e tv tutte le bugie e i luoghi comuni inventati nell'ultimo decennio per la campagna revisionista craxian-berlusconiana, che ha trovato tante sponde anche a sinistra.

Proponiamo qui un piccolo riepilogo delle falsità più smaccate, seguite dalla confutazione dei fatti e dei documenti.

1) Manette facili.
"I magistrati milanesi abusavano della carcerazione preventiva per estorcere confessioni agli indagati" (Silvio Berlusconi, 30-9-2002). La frottola delle "manette facili" non sta in piedi. Nemmeno un caso concreto è stato mai dimostrato, anzi c'è la prova del contrario, fornita da una fonte insospettabile: gli ispettori sguinzagliati dal primo governo Berlusconi contro la Procura di Milano proprio per cercarvi qualche pelo nell'uovo. Nella loro relazione ispettiva finale, resa nota il 15 maggio '95, si legge: "Nessun rilievo può essere mosso ai magistrati milanesi, i quali non paiono aver esorbitato dai limiti imposti dalla legge nell'esercizio dei loro poteri... Non si è riscontrata un'apprezzabile e significativa casistica di annullamenti delle decisioni che hanno dato luogo a quelle detenzioni... I provvedimenti custodiali sono stati spesso suffragati... dall'ulteriore e decisiva prova della confessione dell'indagato. Né è risultato che tali confessioni siano state in seguito ritrattate perché rese sotto la minaccia dell'ulteriore protrarsi della detenzione.... Non è possibile ascrivere quelle confessioni alle "condizioni fisiche e psicologiche disumane" nelle quali si sarebbero venuti a trovare molti indagati, alcuni dei quali suicidatisi, condizioni cui fa riferimento l'on. Sgarbi: non è stata mai segnalata l'applicazione di regimi detentivi differenziati e inaspriti rispetto alla generalità dei casi". Del resto, ogni ordinanza di cattura viene chiesta dal pm, è deliberata da un gip, riesaminata dal Tribunale della Libertà (tre giudici) e poi rivisitata dalla Cassazione (cinque giudici). Alla bufala delle manette facili si aggancia quella dei presunti suicidi in carcere: invece nessun arrestato su richiesta del pool Mani pulite si è mai tolto la vita in cella.

2) Comunisti risparmiati.
"C'è stata una guerra civile negli anni 90, quando una piccola parte della magistratura eliminò dalla scena politica i partiti che avevano governato il Paese per mezzo secolo, lasciando fuori quello comunista. Un'azione lungamente studiata dai comunisti per la presa del potere" (Berlusconi, 13-11-2001). Ma i primi due politici doc arrestati in Mani Pulite erano dell'ex Pci: Soave ed Li Calzi. Il pool di Milano inquisì quasi l'intero vertice del Pci-Pds milanese. E poi le prime elezioni dopo Tangentopoli non le vinsero le sinistre: le vinse Berlusconi. Resta da capire comunque quando Berlusconi abbia maturato quelle bislacche convinzioni, visto che - come vedremo - elogiò per due anni Mani Pulite, e offrì a Di Pietro il ministero dell'Interno e a Davigo il ministero della Giustizia nel suo primo governo. Forse perché era conscio che non il pool di Milano, ma la corruzione era all'origine del tracollo della Prima Repubblica, come lui stesso ebbe a dire in tv nel discorso della discesa in campo: "La vecchia classe politica italiana è stata travolta dai fatti e superata dai tempi. L'autoaffondamento dei vecchi governanti, schiacciati dal peso del debito pubblico e del sistema del finanziamento illegale dei partiti, lascia il Paese impreparato e incerto nel momento difficile del rinnovamento e del passaggio a una nuova Repubblica" (26-1-94). E poco dopo: "Basta con i ladri di Stato, noi siamo per una politica nuova, diversa, pulita. Siamo l'Italia che lavora contro l'Italia che ruba (6-2-94). Ancora nel dicembre '94, dopo le dimissioni di Di Pietro, il giudizio di Berlusconi sull'uomo-simbolo di Mani Pulite era semplicemente entusiastico: "Sarebbe giusto che un uomo con le qualità di Di Pietro le facesse valere sulla scena politica. La sua discesa in campo potrebbe essere una buona cosa. La sua ansia moralizzatrice è patrimonio di tutti e potrebbe essere utile al Paese. I miei giornali, le mie tv, il mio gruppo sono sempre stati in prima fila nel sostenere i giudici di Mani Pulite (8-12-94). I giudici non hanno mai impedito ad alcun partito o candidato di presentarsi alle elezioni. Erano gli elettori che, sapendo quanto questi avevano rubato, non li avrebbero più votati. Così si presentò Berlusconi: perché nel '94 non candidò nessun politico inquisito della Prima Repubblica, visto che nessuno era stato arrestato né inibito dei diritti civili? Perché, anziché candidare Craxi in Forza Italia, permise che perdesse l'immunità parlamentare e fuggisse ad Hammamet?

3) La persecuzione politica .
"Appena sono sceso in politica, hanno cominciato a fischiare i proiettili delle procure eccellenti per rovesciare il mio governo" (Berlusconi, 16-4-1998). Ma è vero il contrario: prima nascono le inchieste sulla Fininvest, poi (e forse proprio per questo) Berlusconi "scende in campo" politico. La prima indagine sul Berlusconi imprenditore, per traffico di droga, fu aperta dalla Guardia di Finanza a Milano nel lontano 1983 e poi archiviata. Nel 1989 Berlusconi viene processato a Venezia per falsa testimonianza sulla loggia P2: nel 1990 la sezione istruttoria della Corte d'Appello ritiene il reato dimostrato, ma estinto per l'amnistia appena varata dal Parlamento. Le prime indagini del pool Mani Pulite in casa Fininvest risalgono al '92, quando analoghi accertamenti investivano tutti i gruppi imprenditoriali di livello nazionale, e quando nessuno sospettava che, di lì a due anni, Berlusconi sarebbe entrato in politica. Risale ad allora, cioè ai primordi di Mani Pulite, il primo rapporto del Secit sulle irregolarità fiscali di Publitalia. Il 26 giugno '92 il pool fa arrestare Aldo Brancher, braccio destro di Confalonieri, per 300 milioni versati al ministro De Lorenzo. Vengono anche accertati finanziamenti al segretario del Psdi Antonio Cariglia. Il 23 novembre '92 viene indagato Paolo Berlusconi per tangenti sulle discariche e subito dopo, a Roma, per i "palazzi d'oro". Il 4 novembre '93 il pm romano Maria Cordova chiede l'arresto di Gianni Letta e Adriano Galliani per presunte tangenti sul piano delle frequenze tv collegato alla legge Mammì. A Milano viene arrestato un altro manager del gruppo, Sergio Roncucci. Emergono mazzette Fininvest per discariche e campi da golf, palazzi venduti a enti previdenziali e così via. Finiscono sotto inchiesta anche una dozzina di manager del Biscione, tra cui Confalonieri, Foscale, Dell'Utri. Nel settembre '93 il pm Tiziana Parenti indaga sulle strane manovre della Fininvest per impedire, nel 1986, la pubblicazione della biografia non autorizzata di Berlusconi dagli Editori Riuniti. Il 9 settembre 1993 i giornali annunciano che la Parenti sentirà presto Berlusconi. Ma non farà in tempo. Sarà Berlusconi a convocarla: per candidarla in Forza Italia.
La realtà, dunque, è il contrario della vulgata berlusconiana: all'inizio del '94 il Cavaliere, sentendo stringersi intorno a sé il cerchio delle inchieste, si butta in politica. Lo confida lui stesso a Montanelli e Biagi: "Se non entro in politica, finisco in galera e fallisco per debiti". Le indagini sono una causa, non un effetto della discesa in campo. Lo afferma esplicitamente il gup di Brescia Carlo Bianchetti il 15 maggio 2001: "Risulta dall'esame degli atti che, contrariamente a quanto si desume dalle prospettazioni del denunciante (Berlusconi, nda), le iniziative giudiziarie... avevano preceduto e non seguito la decisione di "scendere in campo"... La Procura di Milano aveva già avviato numerosi procedimenti per fatti concernenti lui e/o le sue aziende, compiendo tra il 27 febbraio '92 e il 20 luglio '93 ben 25 accessi presso le diverse sedi Fininvest e Publitalia... si può affermare che l'impegno politico del denunciante e le indagini ai suoi danni non si pongono tra loro in rapporto di causa-effetto; la prosecuzione di indagini già iniziate, e l'avvio di ulteriori indagini collegate, in nessun modo possono connotarsi come attività giudiziaria originata dalla volontà di sanzionare il sopravvenuto impegno politico dell'indagato e a tal fine diretta".

4) L'accanimento anti-Fininvest.
«C'è un accanimento spietato che si sta producendo nei confronti di un solo gruppo industriale. Un accanimento che non è casuale. I magistrati stanno facendo politica» (Berlusconi, 4-10-1994). In realtà tutti i grandi gruppi sono stati coinvolti da indagini, arresti, perquisizioni, processi negli anni di Mani Pulite: dalla Fiat alla Ferruzzi, da Ligresti a De Benedetti, da Lodigiani alle coop rosse, da Iri a Eni. Berlusconi, semmai, fa eccezione perché è uno dei pochi capitani d'industria a non esser mai stato arrestato.

5) Il golpe del '94.
"Fui raggiunto a Napoli dall'invito a comparire, pubblicato dal Corriere della Sera in violazione del segreto istruttorio" (Berlusconi, 31-1-1998). "Questo potere arbitrario e di casta è stato illiberalmente esercitato nel 1994 contro un governo sgradito alla magistratura di sinistra, governo messo platealmente sotto accusa attraverso il suo leader in un procedimento iniziato a Napoli mentre presiedeva una Convenzione Onu" (Berlusconi, 29-1-2003). "Un colpo di malagiustizia privò il popolo del suo governo legittimo" (27-3-2004). Berlusconi si ostina a ripetere che il suo primo governo fu rovesciato dall'avviso di garanzia per le mazzette Fininvest alla Guardia di Finanza, a Napoli, mentre presiedeva un convegno sulla criminalità. Si trattava in realtà di un invito a comparire (una convocazione per un interrogatorio urgente), dovuto per legge, che non fu affatto notificato a Napoli, ma a Roma. Berlusconi era stato informato telefonicamente del contenuto dell'atto fin dalla sera del 21 dai carabinieri inviati da Borrelli a Roma nella convinzione che il premier fosse già rientrato, come da programma, dal vertice sulla criminalità di Napoli. Gli lessero 2 dei 3 capi d'imputazione, dopodiché il Cavaliere infuriato buttò giù la cornetta. L'indomani, quando la notizia uscì sul Corriere, non era dunque più coperta da segreto, essendo già nota all'indagato. Anzi, c'è il sospetto che fosse stata passata o almeno confermata al Corriere dall'entourage dello stesso premier, visto che il Corriere riportava solo 2 delle 3 tangenti contestate dal pool: guardacaso le stesse due che i carabinieri avevano fatto in tempo a leggergli la sera prima. In ogni caso fu Berlusconi, pur sapendo di essere accusato di corruzione, a decidere ugualmente di presiedere il convegno anche il giorno 22, da indagato, esponendo così l'Italia al ludibrio internazionale. Il governo Berlusconi poi cadde un mese dopo perché la Lega Nord gli tolse la fiducia sulla riforma delle pensioni.Tant'è che nel discorso di commiato dopo la sfiducia alla Camera, il 21 dicembre, Berlusconi fece molti attacchi a Bossi e nemmeno un accenno all'invito a comparire.

sabato 7 febbraio 2009

DIGNITA'

Portatelo via
Questo blog non si occupa di Eluana Englaro perché ha troppo rispetto per i misteri del dolore, della vita e della morte. Ma non possiamo non occuparci, ancora una volta, di un governo indecente e di un premier fuori controllo che ieri, dopo la bocciatura del suo demenziale decreto incostituzionale e vergognoso, ha sostenuto che Eluana sta benissimo, tanto che potrebbe persino avere figli. In attesa che ci racconti una barzelletta sui malati terminali in coma vegetativo, sulla scia di quelle sull’Olocausto e sulle ragazze stuprate, sarebbe il caso che qualcuno provvedesse a un Tso (trattamento sanitario obbligatorio). In un paese perlomeno decente, in casi come questo arrivano due infermieri e portano via il soggetto in ambulanza, per sottoporlo ad accurati accertamenti.
Leggi il resto

Non ho il tempo per commentare.
Ieri ho sentito di sfuggita il delirio del personaggio in questione.
Davvero abbiamo ciò che ci meritiamo? Forse è il momento di emigrare.
Anche gli States stanno diventando appetibili, di recente.