I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
****
I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

giovedì 20 dicembre 2018

LA FINE DEL SOLE



20 dicembre 2013. 
This was the end.

Ma il sole sorgerà ancora per diverse decine di anni.

Dopo la fine del sole

mercoledì 12 dicembre 2018

INSPIRATION






28 anni. Ventotto anni di lavoro, impegno, entusiasmi piccoli e grandi successi e insuccessi.
Scelte obbligate, molte, altre spontanee, altre poco importanti, ma ogni bivio porta verso qualcosa e allontana da qualcos'altro.
Qualche scelta fortunata, qualcuna azzeccata, una particolarmente infelice.

31 luglio 2007. Subito riconosciuta, mai affrontata, maledetti sensi di colpa, mai dimenticata.

Remember: it's all luck.

Ma esiste anche il deliberato sabotaggio.
Mai mettere la propria vita nella mani di qualcun altro.
Anche quando non lo si fa, o si pensa di non averlo fatto,
da qualcosa che è fuori di noi si dipende. 
Perché non siamo isole.
Viviamo su un'isola, con attorno un mare infestato di squali.


28 anni di piccole scelte, di lavoro e di svago.
28 anni trascorsi a cadere e rialzarsi. Trascorsi a provare, riuscire e fallire. Riprovare.
Cambiare e continuare.

28 anni being "micro-ambitious", lavorando con quel che c'era, su quel che si aveva, con gli strumenti a disposizione. Piccoli passi portano a lunghe distanze.
O non portano da nessuna parte, ma il bello è il cammino, che richiede la maggior parte del tempo, e in cui è concentrato lo sforzo. Il cammino è bello per sè stesso, la méta è una scusa. 

E allora cammini, un po' corri, un po' ti fermi e riposi.
Con la maggior leggerezza possibile, perché  la vita non è una cosa seria,
e deve piacere a te, perché è solo tua.
Non è perfetta, non è facile, ma è la tua e in fin dei conti ti piace.
E' interessante ed è unica.
Non ne avrai altre. Questa c'è, e il tempo scorre. E va bene così.
Anche quando non va poi così bene. 

Poi, all'improvviso, qualcuno decide che quella tua vita non è accettabile.

E, per migliorartela, te la smonta, di toglie le fondamenta, ti priva degli strumenti.
Squalo tra gli squali, ha fiutato il tuo sangue. Sono ferite leggere, niente di grave.
Ma lo squalo più vicino, quello che sembrava un delfino, ha fiutato il tuo sangue.
Sa che può colpire, sa dove colpire, sa come colpire.

La base che credevi solida ti viene tolta.
E tutte le energie che stavi impiegando per continuare ad affrontare ogni giorno gli squali, devono essere divise.
Ma non sono sufficienti. Servivano tutte, contro gli squali e per continuare a camminare.
Servivano tutte.
Non ce la si fa.
Servivano tutte per sopravvivere in mezzo agli squali, per affrontare ogni giorno Lo Squalo, serviva l'isola, la terraferma, per riposare, attrezzarsi, riorganizzarsi e ripartire.



Forse non tutto è perduto. Combatti, perché la vita è una, è bella e vale la pena provarci, sempre.
Allora chiedi aiuto. Ne trovi molto, inaspettato, e scoppi di riconoscenza.
Ma sanguini. E gli squali, si sa, sono attratti dal sangue.
E se sanguini sei meno forte di prima. E gli squali lo sanno. 
E non riposi più, non ce l'hai l'isola, devi ricostruirla daccapo. Non sarà mai più la stessa.
La fatica è troppa e non c'è il tempo per riposare.

Aumenta il lavoro, aumentano i carichi, diminuiscono le ore di sonno, scompaiono le poche giornate utili per recuperare le forze.
E infine, quando pensi di poter ricominciare, scopri che gli squali hanno deciso che sei il loro pasto.
La tua vita azzerata, non c'è più nulla.

E ancora non demordi. Ci provi. E studi, e lavori.
Ti devi arrendere infine, perché qualcun altro ha deciso che arrenderti è l'unica risposta da dare, l'unica opzione che hai.

Dopo 28 anni ti trovi nel niente, con niente.
Tutto da rifare, daccapo, senza più tempo davanti, senza un futuro, senza possibilità di scelta.
Una via, unica. Sopravvivere in un modo o nell'altro.
E allora continui a respirare. Nonostante tutto, ci provi ancora, a respirare.
Riconosci altri squali vestiti da delfini, ma non importa ormai: stai soltanto respirando, non vivi ormai più. Ma chissà, forse speri?

Invano. 

Malamente respiri, in un posto che non ti appartiene, dove è tutto faticoso e distante,
stai a spendere energie che non hai per ottenere obiettivi che non vuoi.
Senza più l'entusiasmo del cammino, senza più la curiosità del viaggio, senza più la voglia di andare anche senza una méta, perché il solo muoversi è bello.



Hai perso la tua libertà.
Non hai più la tua vita.
E oramai non c'è più tempo, non ci sono le condizioni oggettive. Non puoi più nemmeno sperare. 
E allora, anche sopravvivere perde il suo senso.