I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
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I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

venerdì 4 settembre 2015

TI RICORDI QUEI GIORNI?


Ti ricordi quei giorni?
Uscimmo dopo le canzoni per camminare piano...
Ti ricordi quei giorni?
Gli amici bevevano vino, qualcuno parlava e rideva, noi quasi lontano,
vicino a te,
vicino a me
e ci parlammo ognuno per lasciare qualcosa,
per creare qualcosa, per avere qualcosa...

Ti ricordi quei giorni?
I tuoi occhi si incupivano, il tuo viso si arrossava
e ti stringevi a me nella mia stanza,
quasi un respiro, poi mi dicesti "Basta,
perché non voglio guardarti,
perché ho paura ad amarti".
E dicesti, e dicesti e dicesti...

Le tue parole
quasi io non ricordo più,
ma nemmeno tu ricordi niente....

Ora dove sei e che gente
vede il tuo viso e ascolta
le tue parole leggere,
le tue sciocchezze leggere,
le tue lacrime leggere,
come una volta?

Che cosa dici ora
quando qualcuno ti abbraccia
e tu nascondi la faccia
e tu alzi fiera la faccia
e guardi diritto in faccia
come allora?

Qui un poco piove e un poco il sole,
aspettiamo ogni giorno
che questa estate finisca,
che ogni incertezza svanisca...

E tu? Io non ricordo più
che voce hai...
Che cosa fai?
Io non credo davvero
che quel tempo ritorni,
ma ricordo quei giorni,
ma ricordo quei giorni,
ma ricordo quei giorni
ma ricordo...

venerdì 31 luglio 2015

CHE PERICOLO LA QUOTIDIANITA'


Fiorella Mannoia
E. Ruggeri - L. Schiavone
Se una mattina io
mi accorgessi che con l'alba sei partito
con le tue valigie verso un'altra vita
riempirei di meraviglia la città

Ma forse dopo un po'
prenderei ad organizzarmi l'esistenza
mi convincerei che posso fare senza
chiamerei gli amici con curiosità
e me ne andrei da qua

Cambierei tutte le opinioni
e brucerei le foto
con nuove convinzioni
mi condizionerei
forse ringiovanirei
e comunque ne uscirei
non so quando (quando)
non so come

Ma se domani io
mi accorgessi che ci stiamo sopportando
e capissi che non stiamo più parlando
ti guardassi e non ti conoscessi più
io dipingerei di colori i muri
e stelle sul soffitto
ti direi le cose che non ho mai detto
che pericolo la quotidianità
e la tranquillità

Dove sei, come vivi dentro?
C'e' sempre sentimento
nel tuo parlare piano
e nella tua mano
c'e' la voglia di tenere
quella mano nella mia

Tu dormi e non pensare
ai dubbi dell'amore
ogni stupido timore e' la prova che ti do
e rimango e ti cerco
non ti lascio più
non ti lascio più

mercoledì 6 maggio 2015

FORMICHE - IMPOTENZA APPRESA?

"Del sistema nervoso degli insetti non so nulla. Più di una volta ho però notato che cosa succedeva se posavo sul tavolo una matita a tagliare la strada a una formica che lo venisse attraversando: subito mutava direzione, io spostavo la matita, le chiudevo la via, la obbligavo a fermarsi e a ripartire per un altro percorso. Se insistevo, a un certo momento la formica, come impazzita, si rovesciava sul dorso."

Franco Fortini


Posizione supina, impotenza appresa ...

venerdì 17 aprile 2015

CONVERSIONE LINGUISTICA


Perché Paolo Grimoldi chiama Laura Bolrdini "Signor Presidente", con tale accento sul maschile?
Che cosa vuole sottolineare, così facendo?
Non mi è chiaro.

Ma questo episodio induce a riflettere.
E potrebbe essere il pretesto per una "conversione linguistica".




Mi ricredo.
Forse l'idea di declinare al femminile ha un suo perché.
Ogniqualvolta sia possibile, usando una semplice "a", non le cacofoniche "essa" o "ice".
E forse, prima o poi, verrà a cadere anche il tono dispregiativo con cui le figure professionali vengono appellate quando riferite alle donne.

"Per il prof. Malesci, che richiama un noto opuscolo ufficiale del 1987 (le Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana, compilate da Alma Sabatini) il futuro è delle forme femminili: la ministra, l'avvocata, la soldata. Può darsi che egli abbia ragione.
A me sembra però che, al di là dell'uso di alcuni giornali (non di tutti!), più sensibili al "politicamente corretto", nella lingua comune forme del genere non siano ancora acclimatate e, anzi, potrebbero essere oggetto d'ironia. Sul loro successo incide negativamente anche il fatto che molte donne avvertano come limitativa la femminilizzazione coatta del nome professionale, riconoscendosi piuttosto in una funzione o una condizione in quanto tale, a prescindere dal sesso di chi la esercita."

La pensavo anch'io così: prima il ruolo, poi il genere.
Ho cambiato idea. Un ruolo al femminile non è meno autorevole.

martedì 10 marzo 2015

FUGA DALLA LIBERTA'


lunedì 2 marzo 2015

MODERATO ESTREMISMO

Facciamola finita con la moderazione. 
E cominciamo ad intenderci. Il linguaggio veicola significati. Sarebbe ora di imparare ad usarlo in modo corretto. Per capirci meglio.

Dire che "bisogna rispettare le idee di tutti" è una clamorosa, immensa, enorme, stratosferica scempiaggine. Non ha senso!

Bisogna rispettare le persone. In quanto tali. Anche quando hanno idee diverse dalle nostre, anche quando le loro convinzioni sono completamente campate per aria. Anche quando non sono informate. 

Nessuno ha il diritto di offendere o ferire (fisicamente o psicologicamente) un altro essere umano. Tanto meno di ucciderlo.

Però non tutte le idee meritano "rispetto". 
E' stupido, insensato, assurdo, controproducente, pericoloso, accettare qualsiasi opinione confondendo questa accettazione con il rispetto per la persona che la esprime.
Se apprezzo il mio interlocutore, non avrò timore di fargli/le notare che sta prendendo un granchio. 
E' espressione di stima, di fiducia nelle sue capacità cognitive. Condiscendere tout-court  svilisce i rapporti, non li rende più saldi.


E' invece doveroso confutare, argomentare, discutere, proporre. 
Allo scopo di persuadere? Con ogni mezzo? Altro equivoco pericolosissimo.
Con il fine, piuttosto, di ricercare la verità (nel caso di avvenimenti accaduti), di trovare soluzioni o di percorrere nuove strade (nel caso di problemi da risolvere o piuttosto obiettivi da perseguire).

Con un minimo di onestà intellettuale, cercando acquisire conoscenze, competenze, informazioni, prima di costruire una propria, personalissima opinione. 
Purché questa non sia campata per aria e dettata da pura emotività.

Non in ogni campo, naturalmente. 
Possiamo (e dobbiamo) lasciarci guidare dal gusto personale (e insindacabile, ingiudicabile da terzi!) per quanto riguarda il cibo che scegliamo, gli abiti che indossiamo, le attività che svolgiamo nel tempo libero ... 

Non è sufficiente, è riduttivo, assurdo, pernicioso, se ci affidiamo alle nostre credenze, ai nostri atteggiamenti, a superstizioni o al "sentito dire" (senza peraltro citare le fonti!), per crearci un'opinione che poi guiderà le nostre azioni.

No, la creatività non viene meno. Non è soffocata. Gli scienziati più autorevoli e competenti dimostrano di possedere una capacità creativà fuori dall'ordinario. Pensare fuori dagli schemi, escogitare stratagemmi e trovare soluzioni originali e nuove non  significa ignorare le proprie (ed altrui conoscenze). Significa utilizzarle, integrarle ed ampliarle. 

Per calarci nel concreto (prosaico quotidiano), non ci sogneremmo mai di riempire di acqua il serbatoio della nostra auto perchè "siamo dell'opinione" che il motore sia in grado di girare ugualmente. 
Dando dell'ottuso a chiunque ci faccia notare che è quantomeno improbabile che funzioni.
Parimenti, se il nostro insegnante di inglese ci assicura che "ti ho detto di non farlo!" si traduce con "I told you not to do it", probabilmente non ribatteremmo che - Ma io preferisco dire "I said you to not do", che tanto si capisce lo stesso.

Quotidianamente invece osserviamo ed ascoltiamo questo tipo di interazione. 
Di fronte a dati e studi pubblicati e verificabili, quanto spesso sentiamo ribattere "Ma io la penso in modo diverso!", senza portare a supporto alcuna fondata né logica argomentazione.

No, non tutte le idee godono di pari dignità. Non ogni opinione ha il valore di un'altra.
Le persone invece sì. Una persona può avere un'idea stupida senza essere stupida a sua volta. Può essere ignorante in un campo pur essendo competente in altri. Può prendere una cantonata.

Opportuno non offendere e squalificare. 
Obbligatorio confutare le opinioni che lo meritino. Usando conoscenze, dati, informazioni, citazioni (le fonti!!!), e, sempre e comunque la logica.

Chi non fosse d'accordo, argomenti.










sabato 7 febbraio 2015

MASCHERE NUDE


Persona. In origine (etrusca) la maschera indossata dagli attori teatrali.
Oggi intesa come "individuo", "essere umano".

Dilaga sul web e per le strade questa mania di dividere in categorie, di affibbiare etichette, di attribuire appartenenze totalizzanti.

La teoria degli insiemi insegna che è possibile appartenere a più categorie senza che per questo l'individualità di un "soggetto" sia alterata.
La psicologia  rileva che l'attribuzione di un'etichetta, da sola, provoca distorsioni nella percezione che potrebbero essere alla base di interi genocidi (cfr. Tajfel).

Abbiamo gli strumenti per conoscere, abbiamo la possibilità di esercitare il pensiero critico, abbiamo le strutture cognitive per superare le semplificazioni.
Ragionare per euristiche è comodo, funzionale, il più delle volte adattivo, nel quotidiano.
 
Ma dovremmo ricordarci di mettere in funzione i neuroni, di cercare informazioni, di elaborare dati, di uscire dalle gabbie delle appartenenze "minimali" quandi affrontiamo questioni importanti, serie, gravi, che coinvolgono la vita nostra e di altre persone.

Persone, per l'appunto. 
Prima che neri, bianchi, gialli o rossi, maschi o femmine, cristiani o musulmani o ebrei o politeisti o atei, ... 

E dovremmo iniziare a capire che una qualità non può descrivere indistintamente tutti gli appartenenti ad un gruppo. MAI.

A chi dice che "è naturale" dividere in gruppi e categorie, e ragionare per esclusioni, sarebbe opportuno rispondere che, per l'appunto, abbiamo tutti gli strumenti per rendercene conto ed evitare di farlo, ed abbiamo altrettanti strumenti per accorgerci che ci sono persone che sfruttano questa tendenza per orientare e controllare le masse.
La nascita dei totalitarismi (tutti) affonda le sue radici in questo.

Il fatto che sia "naturale" non significa che sia positivo. E non significa che non si possa superare. D'altra parte, ci consideriamo la specie "superiore" quando ci fa comodo, per poi appellarci agli istinti più primitivi quando questo avvalla le nostre piccole convinzioni. 









lunedì 2 febbraio 2015

IN BUONA COMPAGNIA


La mia solitudine non dipende dalla presenza o assenza di persone;

al contrario, io odio chi ruba la solitudine senza, in cambio, offrirmi una vera compagnia.

Friedrich Nietzsche

venerdì 16 gennaio 2015

OLEZZO E RISA

"... Juanito sa solo scoreggiare mentre gli altri ridono e aspirano il tanfo. Come vede, l'organizzazione sociale dell'ospizio non differisce molto da quella del mondo esterno".

C.R. Zafòn.

giovedì 1 gennaio 2015

GOODNIGHT MOON (I want the Sun)


1 gennaio 2015