I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
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I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

sabato 23 luglio 2011

PREGIUDIZIO SENZA ORGOGLIO

Sento ieri commenti a caldo sull'attentato ad Oslo, naturalmente di matrice islamica: "Li ammazzerei tutti" - "Non possono venire qui e fare quello che vogliono" - "Li odio" ... e chicche con supporti argomentativi così.
L'uomo della strada rimane intellettualmente stimolante. E' instruttivo ascoltare.

*** *** ***

Pare poi però che il responsabile delle stragi sia un occidentale, norvegese, Cattolico, addirittura biondo.

E quidi non più un gruppo di persone "tutte uguali", animate da istinti omidici collettivi, nemiche della nostra meravigliosa civiltà occidentale fondata su amore e solidarietà, legalità e giustizia sociale, immune da pregiudizi e perfettamente laica, non influenzata dalla superstizione religiosa.
No. 
Si tratta di un singolo pazzo, un fanatico solo. Isolato.
Il terrore viene forse ridimensionato. I morti un po' meno morti. La paura contenuta.
L'odio e la rabbia scemano.

Perché il fondamentalismo Cristiano non esiste, non deve fare paura, non è.
Il fondamentalismo islamico, di cui sappiamo poco o nulla, quello sì è una minaccia vera, reale, tangibile. Che deve essere pubblicizzata.
Un pazzo omicida arabo è una minaccia reale, moltiplicata per mille, è espressione di una civiltà.
Un pazzo omicida norvegese è solo un povero pazzo.

Di fronte a dati di fatto, la percezione della realtà risulta troppo spesso distorta.
E' naturale, dovremmo conoscere i meccanismi  che ci portano a questi "bias" e dovremmo cercare di difenderci a spada tratta dagli inganni delle nostre stesse menti.

Invece ...


*** *** *** 
Si legge, su ANSA.it.

22 luglio, 22:08
L'ombra del terrorismo jihadista  
  - di Salvatore Lussu
ROMA - Ancora non si era disperso il fumo dell'esplosione nel centro di Oslo che gia' la parola terrorismo iniziava a fare capolino sul web, con le piu' varie congetture che da subito hanno iniziato a moltiplicarsi sui vari siti di informazione. E a prendere corpo e' stato soprattutto il timore che dietro gli attacchi di questo pomeriggio potesse esserci la mano di al-Qaida, o di altri gruppi fondamentalisti islamici. Una possibilita' che al momento non ha ancora ricevuto conferme, ma che sembra essere corroborata da una rivendicazione arrivata da un gruppo finora sconosciuto, i ''Sostenitori della Jihad globale'', che lo collegano alla ricorrente pubblicazione delle vignette di Maometto.
Anche alcuni quotidiani norvegesi, infatti, dopo la Danimarca, avevano in due riprese pubblicato le vignette che avevano fatto esplodore la rabbia del mondo islamico: prima il cristiano Magazinet all'inizio del 2006 e poi l'Aftenposten nel 2010. Un'altra rivendicazione, pubblicata su uno dei forum che compongono la confusa galassia del jihadismo online, e' stata invece subito smentita. A far considerare seriamente anche la pista islamica e' il fatto che il Paese scandinavo, nel recente passato, ha gia' ricevuto le attenzioni del terrorismo fondamentalista. Esattamente un anno fa la polizia aveva smantellato una cellula di tre persone legate ad al Qaida e sospettate di preparare un attacco a Oslo come vendetta per la pubblicazione delle vignette offensive raffiguranti Maometto.
Molti siti d'informazione hanno poi tirato in ballo la figura del mullah Krekar, controverso fondatore del gruppo curdo-islamista Ansar al-Islam, da anni residente in Norvegia. Dieci giorni fa un procuratore norvegese l'aveva incriminato per terrorismo per aver minacciato di morte politici norvegesi nel caso in cui fosse stato espulso dal Paese. Il Paese aveva infatti ordinato l'espulsione di Krekar verso l'Iraq, suo Paese d'origine, considerandolo una minaccia per la sicurezza nazionale.
Il religioso, attraverso il suo avvocato, ha subito smentito qualsiasi coinvolgimento nella vicenda. Un'altra motivazione plausibile, nell'ipotesi che l'attentato di oggi sia di matrice islamica, e' poi naturalmente la partecipazione della Norvegia alle missioni militari in Paesi islamici. Ultima in ordine di tempo quella in Libia, anche se i caccia F-16 norvegesi, cesseranno da fine mese le operazioni sul territorio nordafricano. E naturalmente l'Afghanistan, dove la Norvegia e' presente nell'ambito della Nato fin dall'inizio della guerra lanciata da George W. Bush, una partecipazione che negli anni scorsi ha attirato piu' volte gli strali di al Qaida.

E ancora:

22 luglio, 22:33  
La morte di Osama non ferma il terrore
- di Stefano Polli
ROMA - La morte del simbolo e della guida del terrorismo globale di inizio secolo non ha fermato il terrorismo. L'uccisione di Osama bin Laden ha avuto un forte impatto emotivo e ha chiuso una caccia durata un decennio all'uomo che attacco' l'America l'undici settembre di dieci anni fa. Ma non ha chiuso la partita. E' importante continuare a combattere contro il terrorismo, ha detto il presidente Barack Obama appena raggiunto dalla notizia degli attacchi di Oslo.
D'altra parte, le immagini del centro sventrato della capitale norvegese ricordano in maniera drammatica quelle degli attacchi alla metropolitana di Londra o alle stazioni di Madrid. E anche il coordinamento tra l'attacco al cuore della citta' e la sparatoria al meeting dei laburisti ricorda in maniera sinistra le capacita' militari dei vari gruppi di fuoco che hanno colpito in mezzo mondo negli ultimi anni. In realta' e' ancora presto per indicare una matrice agli attacchi di Oslo.
Le prime rivendicazioni da parte di alcuni gruppi islamici non sembrano pienamente credibili. E' quindi ancora prematuro attribuire al terrorismo di stampo islamico la responsabilita' di questa nuova strage, anche se le prime ipotesi della polizia vanno in quella direzione. Ma, sicuramente, come ha detto ancora Obama, gli attacchi in Norvegia mostrano come nessun Paese ''grande o piccolo'' e' immune alla violenza e al terrorismo. E anche la decisione della polizia norvegese di ''rafforzare i controlli alle frontiere'', applicando la norma che permette la sospensione della libera circolazione prevista dagli accordi Schengen - ai quali la Norvegia aderisce anche se non fa parte dell'Unione europea - getta nuovamente e plasticamente l'Europa nell'incubo degli attacchi terroristici.
Era noto che Al Qaida, gia' molto prima della morte di bin Laden, era diventata una galassia senza punti di riferimento con gruppi locali, autonomi e indipendenti, in grado di programmare e gestire attacchi terroristici senza avere contatti con la ''Casa madre'' nascosta e sperduta sulle montagne tra l'Afghanistan e il Pakistan. Di questo si sono avute numerose conferme in questi anni. Da Oslo, oggi si e' avuta la conferma che il terrorismo non e' stato sconfitto e che puo' avere molte facce. Puo' colpire in qualsiasi momento, anche in una calda e serena serata d'estate, e in ogni luogo, anche in una delle capitali piu' sicure e tranquille del mondo.
La comunita' internazionale, alle prese da troppo tempo con problemi che stenta a risolvere, fa fatica a comprendere pienamente - agendo, soprattutto, di conseguenza - che una nuova forte collaborazione internazionale deve essere alla base della lotta al terrorismo. Il terrorismo purtroppo non e' ancora sconfitto. Le illusioni - semmai qualcuno ne avesse avute - dopo l'uccisione di bin Laden hanno, inevitabilmente, avuto vita breve.


Il tutto poi sonoramente smentito.
Ma nell'immaginario collettivo, cosa rimane?
 




martedì 12 luglio 2011

PRYNTIL

domenica 10 luglio 2011

THAT'S IT