I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
****
I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

domenica 20 dicembre 2009

PANEM ET CIRCENSES

Nausea. In senso fisico e figurato.
A volte una distrazione leggera, disimpegnata e divertente aiuta.




martedì 15 dicembre 2009

IL PIU' AMATO DAGLI ITALIANI

Condivido tutto, al 100%,.
Considerazioni da ascoltare attentamente, ne vale la pena.



Ammiro ed invidio quest'uomo.
Esprime in modo mirabilmente logico e fluente ciò che "io" penso.



passaparola

martedì 8 dicembre 2009

I WANT MY LIFE BACK


lunedì 7 dicembre 2009

PROSPETTIVE


sabato 5 dicembre 2009

I WANT MY COUNTRY BACK

Scrive l' Economist:

Silvio Berlusconi’s political career is teetering on the brink. He should go


EVEN by his standards, it has been a bad week for Silvio Berlusconi, Italy’s prime minister. A court demanded surety for a huge fine on his Fininvest company, over its 2000 purchase of Mondadori, Italy’s biggest publisher. His wife, Veronica, is seeking a vast divorce settlement. His trial on charges of bribing a British lawyer, David Mills, is restarting after his immunity was quashed. New claims are being aired of one-time Mafia connections. A “No Berlusconi Day” protest is being staged in Rome this weekend. Mr Berlusconi has made political survival an art, but even he now looks to be in trouble (see article).


EPAThe Economist’s view of Mr Berlusconi has been consistent. We criticised his political debut in 1993-94. In 2001 we said he was unfit to rule Italy. In 2006 we advised Italian voters to say “Basta!” to his government. We urged them to back his centre-left opponent in March 2008. Yet we have been cautious over joining the extensive and prurient commentary on a lurid array of sex scandals that have engulfed the 73-year-old prime minister this year. We prefer to judge him on two more substantive matters: the conflicts of interest between his business and political jobs, and his government’s performance.


This week’s events have thrown a dark light on the first. The resumption of various court cases involving him or his associates, plus a series of other business and legal issues, are distracting him and his government from their other responsibilities. The damage is visible. With the financial crisis and the recession, attention has shifted from Italy’s economic difficulties to the plight of places like Greece. Yet although Italy’s admirable small businesses in the north are thriving, the country as a whole still lags behind badly. In the year to the third quarter its GDP shrank by more than the euro-area average, and it is expected to fall by almost 5% in 2009, as big a drop as in any other big west European country.


Mr Berlusconi’s government has been shockingly dilatory in its response. For a long time the prime minister denied that Italy would go into recession. He used the parlous public finances as a reason to justify why Italy’s fiscal stimulus should be much smaller than in other big countries. Unlike a few braver political leaders, he also failed to promote the sorts of economic reform needed to restore the country’s competitiveness, which has deteriorated sharply against Germany’s. Italy remains over-regulated and comes out distressingly badly in international league tables for such things as the ease of starting a business, the extent of corruption, the level of a country’s research spending and the quality of its education.


In his third government Mr Berlusconi has also pursued an eccentric foreign policy out of kilter with Italy’s Western allies. He has cosied up to Russia’s Vladimir Putin and Libya’s Muammar Qaddafi in pursuit of Italian energy interests (this week he was in Belarus, chatting up another dictator, Alyaksandr Lukashenka). Under Mr Berlusconi, Italy continues to punch below its weight in the European Union and the world.




Go, go, Silvio


Partly thanks to his own machinations, there is no obvious successor if Mr Berlusconi quits. Indeed, some supporters say it is better to stick with him because the alternative would be chaos. Yet Italy has other potential leaders: Gianfranco Fini in his own party, who is openly plotting to oust Mr Berlusconi; Pier Ferdinando Casini in the centre, who held aloof from his third government; even the new centre-left leader, Pierluigi Bersani, who pushed reforms in the government of Romano Prodi. One of these would surely come to the fore were Mr Berlusconi to go. Whoever does might even complete the country’s transformation, which Mr Berlusconi halted in its tracks when he entered the political stage in the 1990s. Italy would be better off if il cavaliere now rode out of the scene.

lunedì 16 novembre 2009

WANT HOME BACK



Rivoglio la mia casa.

mercoledì 21 ottobre 2009

lunedì 19 ottobre 2009

REATI E DISINFORMAZIONE SCHIZOFRENICA

Corrompere giudici è reato.
Camminare per strada e dedicarsi alle proprie faccende, senza delinquere, nel proprio giorno di libertà dal lavoro non lo è.

La libera informazione italiana però supera sé stessa.

Questo il video, in cui vengono commentate le "incomprensibili stravaganze" di un signore che in un giorno qualunque fa cose qualsiasi.



Ecco l'arguto commento alle immagini ... schizofrenia pura:

" ... in giro per Milano, il giudice Raimondo Mesiano, nel suo week-end lontano dalle scartoffie del Tribunale e dagli impegni istituzionali sveste la toga e si cala nei panni di comune cittadino, certo non di cittadino qualunque; alle sue stravaganze in realtà siamo ormai abituati.
Passeggia l'uomo Raimondo Mesiano per le strade milanesi. Davanti al negozio del suo barbiere di fiducia attende il turno. E' impaziente, non riesce a stare fermo. Avanti e indietro. Si ferma, aspira la sua sigaretta, e poi ancora avanti e indietro. [...]
Lui va avanti e indietro, avanti e indietro. Si rilassa solo al momento di barba e capelli.
Finita la toilette continua la sua passeggiata.
Due sole volte si sofferma, una al semaforo l'altra a pochi metri dal passaggio pedonale, per accendere l'ennesima sigaretta della mattina, come fosse uno spot all'incontrario .
Prima di uscire dal nostro campo visivo ci regala un'altra stranezza. Guardatelo seduto su una panchina. Camicia, pantalone blu, mocassino bianco e calzino turchese, di quelli che in tribunale non è proprio il caso di sfoggiare".

Propongo una rilettura, perché qualcosa sfugge alla logica:

" ... in giro per Milano, il giudice Raimondo Mesiano, nel suo week-end lontano dalle scartoffie del Tribunale e dagli impegni istituzionali sveste la toga e si cala nei panni di comune cittadino, certo non di cittadino qualunque; alle sue stravaganze in realtà siamo ormai abituati.


Il giudice è nel suo giorno libero. Durante il week end. E che fa? Udite: PASSEGGIA PER MILANO.

Passeggia l'uomo Raimondo Mesiano per le strade milanesi. Davanti al negozio del suo barbiere di fiducia attende il turno.
Ecco la prima stranezza: va dal barbiere nel suo giorno libero. Secondo Brunetta i dipendenti pubblici lo farebbero durante l'orario di servizio. Ahi Ahi.
E ... ATTENDE IL TURNO. Pratica anti-italiana. L'italiano che si rispetti sgomita e passa avanti agli altri. Non attende educatamente il proprio turno.
E' impaziente, non riesce a stare fermo. Avanti e indietro. Si ferma, aspira la sua sigaretta, e poi ancora avanti e indietro. [...]

Lui va avanti e indietro, avanti e indietro.

Altra incomprensibile stranezza: spegne la sigaretta PRIMA di entrare dal barbiere.
Educato e rispettoso delle regole. Altra pratica poco italiana.

Si rilassa solo al momento di barba e capelli.
Finita la toilette continua la sua passeggiata.

SCANDALO. Si fa tagliare barba e capelli, e poi che fa? Inaudito. Passeggia per Milano.
E' il suo giorno libero ...
Due sole volte si sofferma, una al semaforo l'altra a pochi metri dal passaggio pedonale, per accendere l'ennesima sigaretta della mattina, come fosse uno spot all'incontrario .

Eh, qui si rasenta il surreale. Un pedone che si ferma al semaforo. Non siamo a Londra!
Lo spot alla rovescia mi sfugge davvero. Chi mi spiega cosa significa?

 Prima di uscire dal nostro campo visivo ci regala un'altra stranezza.

Come se non bastassero le passeggiate sul marciapiede a Milano con sosta dal barbiere ...

Guardatelo seduto su una panchina.

OSA sedersi su una panchina a Milano. Durante il week end, quando non lavora? Irrecuperabile.

Camicia, pantalone blu, mocassino bianco e calzino turchese, di quelli che in tribunale non è proprio il caso di sfoggiare".

Qualcuno spieghi alla "giornalista" che in effetti il signor Mesiano NON si trova in Tribunale.
In ogni caso ... da quando indossare una camicia, un paio di pantaloni, scarpe e calzini è considerato "eccentricità"?
Nemmeno indossasse un tutù di tulle rosa.
Comunque sia, mi stupisco e mi indigno quando sento parlare di corruzione, di sfruttamento della prostituzione, di furti, evasione fiscale ed omicidi ... indossare un paio di calzini blu mi sembra rientri nel diritto di ciascuno. 
De gustibus ...



E per finire: che ne è della privacy? Come può essere che le intercettazione giudiziarie (quelle per cui le forze dell'ordine su mandato della magistratura intecettano sospetti delinquenti allo scopo di raccogliere le prove per condannarli - qualora colpevoli) sono uno scandalo in un Paese libero come l'Italia, mentre un pedinamento ad opera di sedicenti giornalisti di un libero e comune cittadino è lecito e normalmente ammesso?
A me sembra intimidatorio.
Non mi importa dei calzini di chicchessia. Mi spaventa il messaggio mafioso.
E' un gran brutto momento per il nostro Paese ...


venerdì 9 ottobre 2009

COME VOLEVASI DIMOSTRARE

Scive Peter Gomez:
C'è già una exit strategy

"Il piano B, quello che non gli farà evitare i suoi tre processi, ma almeno lo metterà al riparo dal rischio di una condanna per corruzione giudiziaria, è scattato non appena dalla Consulta è arrivata la (per lui) ferale notizia: il lodo Alfano era stato bocciato. È stato in quel momento che gli uomini di Silvio Berlusconi hanno deciso di tirare fuori dalle secche della commissione giustizia, dove era impantanata da mesi, una norma finora nascosta tra le pieghe della riforma del codice di procedura civile. Una legge ad personam, l’ennesima, che toglie il valore di prova alle sentenze già passate in giudicato.


Quando sarà approvata, e c’è da giurarci che lo sarà, i tempi di centinaia di dibattimenti si allungheranno a dismisura. E tra questi c’è anche quello per la presunta mazzetta da 600.000 dollari versata dal Cavaliere per comprare la testimonianza dell’avvocato inglese David Mills. L’idea della legge nasce infatti all’indomani della decisione del tribunale di Milano di stralciare la posizione di Berlusconi da quella del suo coimputato. Eravamo nell’autunno del 2008. Il processo al premier andava sospeso a causa del Lodo e quindi il collegio aveva deciso di procedere solo contro il presunto corrotto. In febbraio Mills era stato così condannato a 4 anni e mezzo di carcere e, a quel punto, il problema era diventato evidente".

Ma possibile? Davvero possibile che nessuno si indigni per davvero?
Oggi mi è stato chiesto "perché odio Berlusconi".
NON ODIO Berlusconi. Non mi importa di lui.

Vorrei solo vivere in uno Stato Civile, con leggi giuste, persone oneste ed integre, un briciolo di senso civico, servizi funzionanti, una gestione delle risorse occulata, e più libertà.
Forse chiedo troppo.
Sbagliatissimo nascere in Italia.
Ma poteva andare peggio.

mercoledì 7 ottobre 2009

UNO SPIRAGLIO ...

La Corte Costituzionale sancisce l'illegittimità del "Lodo Alfano", che garantiva a presunti criminali indagati in processi per reati di notevole gravità (corruzione, per fare un esempiuccio) l'immunità in virtù del ruolo ricoperto nelle alte sedi istituzionali.
Che di per sè è un'abberrazione (cui ormai siamo tutti abituati). Imputato per corruzione, reati contro la pubblica amministrazione, il patrimonio, falso in bilancio e cosucce così ... e anche "alto Papavero" (si fa per dire) al Governo.
Ma un dipendente pubblico può lavorare nel settore pubblico se ha pendenze penali?
Non era causa di incompatibilità?
Mah. La legge è ben lungi dall'essere uguale per tutti.
E la sua applicazione è davvero delirante, alle volte (caro Ghedini).

Un momento di respiro nel leggere la notizia sull'ANSA.

Subito ricacciato. No, non ci siamo,
Ecco cosa dice D'Alema, che vorrebbe spacciarsi come alternativa allo sfacelo che abbiamo al Governo attualmente. Ma per piacere ... 

Nel valutare la sentenza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano occorre "lucidita'", evitando reazioni emotive e rifuggendo da giudizi politici. E' la posizione di Massimo D'Alema di fronte al pronunciamento con cui la Consulta ha giudicato incostituzionale la legge che tutela le alte cariche dai procedimenti penali nel corso del loro mandato. "Credo che tutti debbano prendere atto della sentenza della Corte Costituzionale e che -ha affermato l'ex premier e ministro degli Esteri al termine di un incontro per la presentazione di un libro a Palazzo Marini- si debba reagire con molta serenita'. Spero che nessuno, in questo momento, perda la lucidita', perche' ho letto dichiarazioni abbastanza preoccupanti. La sentenza ripara a un vulnus che era evidente nella legge: il vulnus era rappresentanto dalla lesione del principio di eguaglianza fra tutti i cittadini". Fonte: adkronos

Onestà. Legalità. Vorrei un po' di giustizia.
Non è di questo mondo.
Intelligenza, competenza, onestà ed integrità. Le caratteristiche che vorrei nei rappresentanti dei cittadini.


sabato 3 ottobre 2009

ABOLIRE IL CONDONO

Un irresistibile Pieraccioni, con la consueta leggerezza centra il punto:



Non servono leggi più severe, regole più restrittive. Sarebbe sufficiente semplificare quelle che già abbiamo, ideate da Azzeccagarbugli, e farle rispettare.

Lo Scudo Fiscale, condono per chi ha portato all'estero capitali su cui NON ha pagato le tasse, è un insulto a chi lavora davvero. E a chi rispetta la ragnatela di impossibili norme all'italiana.

A seconda del reddito, chi paga le tasse versa dal 15% al 50% (o più?) allo Stato.
Chi non ha molto, non evade. Non conviene.
O non può, se lavoratore dipendente.
Chi ha capitali pensa bene di "esportarli", per non pagare le tasse.
Ora, versando il 5% questi soldi ILLEGALMENTE detenuti possono tornare in Italia.

Facciamo un calcolo:
Ho un milione di Euro (neanche in un'intera vita di lavoro ...).
Dovrei versare il 50% allo Stato. A me rimarrebbero 500.000 Euro (non li vedrò mai tutti insieme!).
Allo Stato vanno 500.000 Euro.
Da usare per la Scuola, la Sanità, la ricerca, la ricostruzione in Abruzzo ...


Decido di portare il mio milione tutto intero all'estero.
Allo Stato non do nulla.
Ora mi propongono di riportare in Italia il mio virtualissimo milione, versando il 5%.
Allo Stato vanno 50.000 Euro.
A me rimangono 950.000 Euro.

Ora: pare che il Ministro TreConti abbia dichiarato che non crede che del condono vorrà beneficiare la criminalità.
Quindi esportare capitali all'estero è legale.
Altrimenti chi lo fa sarebbe criminale.
E se è legale, perché un condono?

C'è un po' di confusione.

Lo so, tutto ciò è un'imprecisa semplificazione della questione. Ma il succo è proprio questo: in Italia non rispettare le leggi NON è considerato atto ingiusto.
Per inciso, se la sedicente opposizione fosse stata presente al completo al proprio posto di lavoro, il provvedimento non sarebbe stato approvato.
Voglio cambiare Pianeta.

venerdì 2 ottobre 2009

LA VOCE DELLA VERITA'



Per non dimenticare


E' stata uccisa. Raccontava ciò che vedeva.
Chi dovrebbe indagare sulla sua morte proprio da questa ha tratto molti vantaggi.
Era una giornalista vera. Non sappiamo quasi più cosa significhi questo mestiere.
Da non dimenticare.

Avrei voluto conoscerla.

mercoledì 30 settembre 2009

LA FINE DEL FEMMINISMO

Cito (liberamente) il pensiero di una persona molto saggia, a cui voglio bene:
"Anni di lotte per la liberazione sessuale, e questo è il risultato".

Un bel documentario. Dovrebbe stimolare a riflessione.
Sempre che siamo ancora capaci di pensare.





lunedì 28 settembre 2009

GAFFE E STUPIDITA'








Barack Obama with his wife, Michelle, as they greet Silvio Berlusconi at the G20 dinner in Pittsburgh last week. Photograph: Jewel Samad/AFP/Getty Images

The Italian prime minister, Silvio Berlusconi, has repeated his reference to Barack Obama's "tan" – and this time made a wisecrack about Michelle Obama's skin colour, too.
Berlusconi told a Milan rally of conservative supporters yesterday that he was bringing greetings from the United States from "What's his name? Some tanned guy. Ah, Barack Obama!"
He added: "You won't believe it, but two of them went to the beach, because the wife is also tanned."
Last week photographs showed Michelle Obama greeting many leaders at the G20 summit in Pittsburgh summit with a kiss but stiffly holding out her arm for a handshake when she came to greet Berlusconi.

 

Pictures show Berlusconi gazing at Mrs Obama's gown, instead of her face, and holding his arms out as if in delight at what he sees, while the US president looks on, apparently not amused.
Berlusconi has been on the defensive over a sex scandal that erupted last spring after his wife complained that the 72-year-old prime minister was infatuated with young women and announced she was divorcing him.
Prosecutors in the southern Italian city of Bari are investigating as a suspect in a cocaine investigation a local businessman who has said he sent some 30 young women to dinners and parties at Berlusconi's Rome palazzo and Sardinian villa. The businessman told investigators he paid the women's expenses and in some cases extra money in case they had sex with the prime minister.
Berlusconi was unaware of these arrangements, the businessman said. The prime minister, who is not under investigation in the scandal, has denied ever paying for sex.
At yesterday's rally, Berlusconi also said that the cordial relationship between the US and Italy was intact. He delivered a backhanded compliment to the US president when referring to Obama's use of a teleprompter in public speeches: "He's not reckless like those of us who say what comes to mind. We all asked ourselves: 'Does he know what he's doing, or is he just someone who knows how to read well?'
"But he's all there, in a big way, and that should make us all happy and satisfied because we need the greatest democracy, the greatest country, to be in trustworthy hands," Berlusconi said.

Ancora una volta il peggio dello stereotipo italiano confermato. Dal rappresentante della Nazione ovviamente.
Che tristezza.


lunedì 21 settembre 2009

DARE A CESARE ...

Sarà campanilismo, sarà che mi sento parte in causa (anche se non lo sono in modo diretto). Ma, pur lontano da casa, ho avuto la ventura di imbattermi nell'ennesimo soliloquio dell'attuale Presidente del Consiglio, Berlusconi, il quale si è appropriato di opere non sue, spacciando per proprio il lavoro degli altri.
Nulla di nuovo.

Non se ne fa una questione di bandiera, l'importante è che l'aiuto che serve giunga realmente a chi ne ha bisogno.
Ma è fastidioso che chi lavora davvero debba sempre lasciare che i riflettori puntino su chi si vanta.


A questo proposito: nemmeno il Presidente della Provincia Dellai, bensì i volontari della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, dei Nu.Vo.La, dell'Associazione Psicologi per i Popoli ... ( ecco chi ) avrei voluto ascoltare. Testimonianze reali, non chiacchiere di chi "non c'era".
( Leggi qui )

Roma, 15 set. - (Adnkronos) - "Non vedro' 'Porta a Porta' stasera, ad ogni modo spero che stasera sia protagonista il presidente della provincia di Trento e che si festeggi il dono dei prefabbricati costruiti dalla provincia di Trento, non le villette promesse da Berlusconi che non sono pronte". Lo dichiara Massimo D'Alema dialogando con i giornalisti a margine della presentazione del 'Festival della Salute' di Viareggio.
Alcuni articoli




Lavori in corso in Abruzzo .
Un elogio particolare alla cucina dei Nu.Vol.A. - ho avuto modo di testarla in prima persona.
Semplicemente stupenda.
In Abruzzo hanno raddoppiato i pasti previsti, per far fronte alle richieste!

Una testimonianza di chi ha lavorato in prima persona
(e ci ha lavorato davvero!).














Le casette di Onna e il disagio del prof. Claudio Eccher

La stampa è in netto contrasto con l’atmosfera di serenità e di fervore che si respirava ad Onna

È una sensazione di disagio quella che provo leggendo la stampa di questi giorni e le polemiche fiorite attorno alla consegna delle casette ai terremotati d’Abruzzo, in netto contrasto con l’atmosfera di serenità e di fervore che si respirava ad Onna il 15 settembre su quel lungo stradone invaso di mezzi, di persone e di volontari che portava al «villaggio della speranza».

Sui visi dei nostri volontari, che ho avuto il piacere e l’onore di incontrare, non si leggeva alcun tratto di insoddisfazione, ma piuttosto l’orgoglio di aver contribuito in maniera determinate alla rinascita della speranza nei cuori degli amici abruzzesi.
Non ho colto insomma, né negli incontri con la gente, né nella cerimonia pubblica alla quale ho avuto modo di prendere parte, in rappresentanza del Consiglio Provinciale assieme al presidente della Provincia Dellai, quell’atmosfera celebrativa e trionfante tributata al nostro premier e poi variamente descritta da molti mezzi di comunicazione. Tutti sapevano, come è stato giustamente rimarcato, che le «belle casette» erano state donate dal Trentino.

Certo l’emozione era percepibile, sia fra la gente, sia fra i volontari e le autorità intervenute, ma era dovuta anche all’orgoglio di essere riusciti a realizzare, tutti assieme e in un unico grande progetto, una scommessa ritenuta impossibile pochi mesi fa.
Sono i risultati ciò che conta e lo spirito di solidarietà e di partecipazione con il quale tutto un Paese, unito in grande sforzo, è riuscito a realizzare.

Sono questi i momenti in cui bisogna guardare più alla sostanza che alla forma. Nei quali un Paese dimostra la sua compattezza e i valori che sono alla base del suo stare assieme. Ecco perché – commentando a caldo la giornata di Onna- ho detto che è sbagliato ideologizzare i problemi e offuscare questa grande operazione di solidarietà con polemiche o speculazioni.

È l’Italia intera che ha vinto una scommessa impensabile e bene ha fatto Dellai a smorzare toni e polemiche, a non cadere nel trabocchetti di D’Alema e Bersani che, da questa vicenda, volevano trarre ulteriore materiale per i loro giochi politici.
Il Trentino, da questa vicenda, è uscito a testa alta fedele a quello stile di discrezione e concretezza che è tipico della gente di montagna, il resto sono solo chiacchiere improduttive.
Claudio Eccher
(Vicepresidente Consiglio provinciale)

21/09/2009

venerdì 4 settembre 2009

STEREOGRAMMA

A volte per vedere bene le cose non serve cercare di metterle a fuoco ad ogni costo.



mercoledì 29 luglio 2009

EUTANASIA

Ho letto una toccante intervista alla moglie di Giovanni Nuvoli.
Recosonto di una sofferenza che non si può immaginare nemmeno mentre la si vive. Cronaca della crudeltà insensibile di chi ipocritamente dichiara di fare del male a qualcuno "per il suo bene". Tanto mi ricorda la "pedagogia nera" di cui la il nostro mondo è intriso.
Tutti dovremmo sapere, tutti dovremmo leggere queste parole. Non per capire il dramma, non è umanamente possibile non avendolo vissuto.
Ma per guardare in faccia l'ipocrisia. E smascherarla.

Il fatto (o meglio, l'epilogo):
24 luglio 2007
ALGHERO - È morto nella serata di lunedì Giovanni Nuvoli, 53 anni, di Alghero, affetto da sclerosi laterale amiotrofica che, come Piergiorgio Welby, aveva chiesto insistentemente che i medici ponessero fine alle sue sofferenze. La moglie Maddalena Soru ha precisato che al momento del decesso il respiratore «era ancora attaccato».
Da: Corriere.it



Il racconto:
Riporto alcuni brani brevi, tratti dalla conversazione di Maddalena Nuvoli che Vania Lucia Gaito ha trascritto su viaggionelsilenzio.ilcannocchiale.it , e che è possibile leggere per intero qui .

Non cercate di immaginare cosa sono stati questi anni per me. Non ci riuscireste. Ecco, mi sentivo come travolta da uno tsunami. Le onde erano molto più forti della mia volontà. L’unico punto fermo era Giovanni, la determinazione a stargli vicino e fare ciò che lui riteneva meglio per sé. Se solo si fosse rispettata la sua volontà, espressa sempre in maniera netta, senza tentennamenti, la sua agonia sarebbe durata molto meno. E invece il dolore di mio marito, la sua sofferenza, sono state prolungate in nome di non si sa bene cosa. Con un accanimento assurdo, feroce. Fino alla fine.
Voleva che la spina del respiratore fosse staccata. Era perfettamente lucido, sapeva con chiarezza cosa gli stava accadendo intorno e quali giochi inumani si portavano avanti sulla sua pelle. E non era affatto depresso, come qualcuno ha insinuato, come qualche giornale ha riportato. Voleva solo morire con dignità. E invece è stato costretto a morire di fame e di sete, tra sofferenze indicibili. E nessuno se ne è indignato, allora. Neppure i medici, neppure i giornalisti, neppure i benpensanti che invece, per il caso Englaro, hanno inondato col loro sdegno ipocrita le prime pagine dei giornali e i servizi dei telegiornali. Quasi ci fosse una disparità tra il morire per fame e per sete di Eluana, involucro inconsapevole di una vita che l’aveva abbandonata da troppo tempo, e il morire per fame e per sete di Giovanni, costretto a scegliere la strada più estrema, più dolorosa, più atroce, per vedere finalmente rispettata la propria volontà.
[...]
[In ospedale] ...Si avvicinavano a lui e chiedevano: “Beh, come va, come va?” Non prendevano neanche il cartello, perché non lo sapevano neanche leggere, e dicevano: “Sì, sì, va bene, va bene”. Poi arrivavo io e leggevo il cartello: “Oggi ho mal di stomaco” e nessuno aveva preso il cartello per permettergli di farsi capire.
[...]“E lei crede che stiamo lì a salutare? Ma noi siamo abituati alle persone in coma!” Così come fu agghiacciante la risposta di un primario quando chiesi che, dopo il ritorno a casa di mio marito, gli infermieri venissero a casa per tre ore al mattino e tre ora la sera: “Signora, noi le diamo un’ora dei nostri infermieri specializzati, per il resto se lo smerda lei.”
[...]
Finché un giorno, al sacerdote che ripeteva la solita cantilena sulla vita che deve essere vissuta perché è un dono di Dio, mio marito ha risposto: io sono nato da solo e morirò da solo, e dunque se davanti a Dio andrò da solo, la mia vita me la devo gestire io; e se la religione e la legge italiana affermano che non bisogna manipolare l’embrione, perché manipolate me, che non sono più un embrione e sono un uomo?
[...]
... su Giovanni i tubi si moltiplicavano: aveva la PEG, il sondino che entra direttamente nello stomaco, aveva la tracheotomia, il catetere, il port-a-cath, un dispositivo biotecnologico che permette di avere un accesso venoso centrale sempre disponibile… E intubato così, un uomo può vivere all’infinito, vive all’infinito, controllatissimo, ogni funzione monitorata… e le medicine pronte per ogni evenienza. Si vive all’infinito, sì… ma in quella maniera è vita? Perché questo è il dramma: la SLA permette di sopravvivere anche vent’anni, trent’anni, quarant’anni. E si finisce col morire per un’infezione. Un’infezione causata magari proprio da uno dei tubi inseriti ovunque.
E Giovanni non voleva morire in questo modo. Aveva consapevolezza del proprio corpo, di cos’era diventato. E ogni tanto chiedeva una cosa terribile: pretendeva che gli fosse portato lo specchio. Lo specchio grande, quello del bagno, perché voleva guardarsi interamente. E quando chiedeva lo specchio, di colpo piombava un silenzio cupo, peso, e in quel silenzio cupo, peso, andavamo a prenderlo, con la schiena bassa. Non voleva che fossi io a descrivergli il suo corpo, voleva vederlo. E mentre si guardava, in quel gran silenzio, io guardavo il suo viso. E se gli cadeva una lacrima, mi faceva capire: non toccarla questa lacrima, perchè questo sono io…
Ecco, io ho visto tante cose terribili, ho vissuto tante cose terribili, ma una delle peggiori era sentir chiedere lo specchio, guardarlo mentre si guardava e capiva perché tanti suoi amici non venivano più a trovarlo, perché tanti dicevano “Preferisco ricordarlo com’era”.

Ma, per fortuna, c’era anche chi riusciva a guardare l’uomo oltre quel mucchietto di ossa, oltre quella pelle trasparente. Venivano e magari qualcuno usciva fuori a piangere e diceva: Maddalena, non ci riesco, non riesco ad entrare… Perché qualcuno aveva anche paura e io gli dicevo: non preoccuparti, ci dà coraggio lui, è lui che dà coraggio a noi. E alla fine, quando andavano via, si sentivano sollevati, contenti, e tornavano. Alcuni tornavano anche due volte alla settimana. Ed erano quelli che rispettavano il pensiero di Giovanni, rispettavano la sua volontà. Capivano che la fine sarebbe stata una liberazione, e lo capivano perché erano veramente amici, e quella sofferenza la portavano con lui.
[...]
Il 7 luglio, il dottor Ciacca si presentò dai carabinieri di Alghero, per consegnare al procuratore capo di Sassari un'informativa su quello che aveva intenzione di fare: staccare il ventilatore martedì 10 luglio alle 23. I carabinieri lo trattennero e il capitano Francesco Novi lo interrogò fino alle 2.30 del mattino. Ma a mezzogiorno di quel 10 luglio, il medico fu richiamato dai carabinieri: la procura aveva intenzione di fare tutto quanto in suo potere per impedire al dottor Ciacca di compiere la volontà di Giovanni. Così ci siamo ritrovati la casa circondata dai carabinieri. Non sapevo che fossero carabinieri, perché erano tutti in borghese.
[...]
... il lunedì seguente Giovanni decise di non alimentarsi più. In mattinata venne il medico, e scrisse nella cartella clinica che da quel giorno non si doveva più dargli cibo né acqua. Così, come fosse una cosa normale, come se non fosse una atrocità inumana che si consumava sotto gli occhi dei medici benpensanti, dei giornalisti, della gente per cui Giovanni Nuvoli non era più un uomo ma un campo di battaglia. E nessuno di loro si indignò, nessuno di loro si scandalizzò per quella decisione. Nessuno parlò di alimentazione forzata, di sacralità della vita, in quella occasione. Finsero di non vedere e non capire. Finsero che quella non fosse una scelta lucida e consapevole di un uomo che non avevano saputo ascoltare, capire. Finsero di credere che mio marito non si alimentasse più a causa di un aggravarsi della malattia, e che questo suo digiuno non fosse un atto, quello più estremo, per riappropriarsi del proprio diritto di scegliere. Ecco, questo è, in fondo, quello che li spaventa di più: che un uomo possa scegliere.
[...]

Troppo frammentario questo "collage di parole".
Va letto tutto, il racconto di Maddalena Nuvoli.
Non per dirle: "Mi immedesimo", perché lei così risponderebbe, a ragion veduta: "e in cosa, in cosa ti immedesimi? Non ci si può immedesimare, perché in quel corpo sfinito, in quelle ossa coperte da un po’ di pelle, c’era Giovanni", ma per sapere, per avere un quadro meno romanzato di quello che ci forniscono i media imbeccati dai politicanti di turno.

La morte fa parte della nostra vita. Siamo condannati a morte dal momento in cui veniamo concepiti. Non può farci così paura. Negandola non la eviteremo.
Sarebbe più bello poter decidere come (e quando) morire.

Piuttosto che pontificare e cavillare su condizioni estreme di malattia e sofferenza, potremmo sancire una volta per tutte il principio secondo cui nessuno può permettersi di privare della vita un altro essere umano che altrimenti starebbe benissimo (nemmeno con il pretesto di missioni di pace per esportare la democrazia).


martedì 21 luglio 2009

CHANGE WE DO NOT NEED

Scelte che si compiono in un momento e cambiano la vita, spesso a più persone.
Sappiamo da cosa ci allontaniamo ma difficilmente possiamo prevedere ciò che ci aspetta.
E quanto costa allontanarsi da una parte di noi.



... "Acque del mondo intorno di pozzanghere e pianto, di me che canto al limite del giorno,
tra il buio e la paura del tempo e del destino freddo assassino della notte scura.
Ma l' acqua gira e passa e non sa dirmi niente di gente, me, o di quest' aria bassa,
ottusa e indifferente cammina e corre via lascia una scia e non gliene frega niente"...

(F. Guccini)




Non bisognerebbe mai ritornare:
perchè calcare i tuoi vecchi passi,
calciare gli stessi sassi,
su strade che ti han visto già a occhi bassi?
Non troverai quell'ombra che eri tu
e non avrai quell'ora in più
che hai dissipato e che ora cerchi;
si scioglierà impossibile il pensiero
a rimestare il falso e il vero
in improbabili universi.

Eppure come un cane che alza il muso e annusa l' aria
batti sempre la tua pista solitaria
e faccia dopo faccia e ancora traccia dopo traccia
torni dove niente ti aprirà le braccia...





E rimpiangere, rimpiangere mai.
Come piovigginano le vecchie cose:
perché fra i libri schiacciare rose
di risa paghe e piene delle spose?
E buttar via un' incognita e uno scopo,
trascurare il giorno dopo
come se chiudesse sempre;
studiar la stessa pagina di storia
conosciuta già a memoria,
date e luoghi impressi a mente.

Ma gocciola da sempre sul bagnato, tesoriere dei tuoi giorni,
di chi ha preso e di chi ha dato.
E ora dopo ora e dopo un attimo ed ancora
la poetica consueta è "dell' allora"...

Primo, non ricordare,
perché i ricordi sono falsati,
i metri e i cambi sono mutati
per la spietata legge dei mercati.
E' come equilibrarsi sugli specchi,
ad ogni occhiata un po' più vecchi,
opachi, muti e deformanti.
Frugare dentro ai soliti cassetti
dove non c'è quel che ci metti
e mai le cose più importanti.

E invece come tutti sempre lì a portarli addosso, a ricercare
quel sottile straccio rosso
che lega il tempo assente ed il presente e nella mente,
tutto questo poi ci si confonderà,
tutto questo poi ci si ...

Non bisognerebbe mai ricordare" ...

(F. Guccini)




lunedì 20 luglio 2009

TRENTINO, ITALIA

Il quotidiano l'Adige del 19 luglio riporta tra le altre alcune notizie legate alle modalità di affidamento e gestione degli appalti pubblici in Trentino. Che purtroppo sembra non fare eccezione rispetto alle altre regioni Italiane.

Una notizia colpisce in modo particolare quando i protagonisti sono noti, persone conosciute, con cui si è avuto a che fare faccia a faccia.

Leggo, purtroppo senza sorpresa, a pagina 15 (l'Adige, 19 luglio 2009):
Un appalto da oltre 21 milioni di euro di fatto assegnato ancor prima di preparare il bando di gara. È la vicenda della costruzione della nuova Rsa dell'ex Istituto per sordomuti, oggi Azienda pubblica di servizi alla persona «Beato de Tschiderer», così come ricostruita dall'imprenditore Fabrizio Collini nell'interrogatorio sostenuto il 24 settembre 2008, davanti al titolare dell'inchiesta Giano Bifronte, il sostituto procuratore della Repubblica Pasquale Profiti.
«Chi ha iniziato la vicenda dei Sordi con me - spiegò il costruttore agli inquirenti - è stato il dott. Leonesi . Alla fine dell'anno scorso nel suo ufficio mi chiese se volevo interessarmi per la costruzione del palazzo dei Sordi e mi diede contestualmente il dischetto del progetto, dicendomi che avrei potuto guardarli in via tecnica, avrei potuto pensarci, perché lui avrebbe desiderato che il palazzo dei Sordi fosse stato costruito da un'impresa trentina, meglio dire un gruppo di imprese che rimanesse a Trento, aveva fiducia di Collini per sentito dire, e quindi mi aveva chiesto se volevo interessarmi...
Avevo chiesto se c'era bisogno di qualcosa e lui mi aveva chiesto una sponsorizzazione di 5 mila euro per l'acquisto di una statua di un presepio che lui aveva vicino al suo ufficio e che adesso la statua è nel mio ufficio... [che c'entra l'acquisto di una statua di un presepio con un appalto pubblico? n.d.A.]
Ho visto subito che il progettista era l'architetto Marco Angelini, che conoscevo abbastanza bene... A me sembrava che Angelini sapesse assolutamente tutto e sapesse anche lui che Leonesi mi aveva parlato». A occuparsi della parte tecnica relativa all'appalto fu Giuseppina Leonardi , geometra della Civil Engineering di Angelini.
Rimaneva da decidere la commissione di gara: «Leonesi un giorno mi chiamò e mi chiese a chiare lettere se io potevo indicargli un presidente di commissione in una persona abbastanza ad alto livello, sia tecnica che come qualifica perché a lui interessava una mia idea, e doveva essere di fuori Trento». Collini, per una volta, si trovò in difficoltà: «Io non sapendo a che santo votarmi, perché io a Trento conoscevo qualche professore universitario o cosa, a Milano non avevo tante conoscenze, ho parlato con mio cugino Sergio». Il cugino gli indicò il nome di un professore del Politecnico di Milano che Collini girò a Leonesi con una fotocopia su cui erano indicati i recapiti: «Al pomeriggio la medesima fotocopia era in mano della geometra Leonardi, perché mi ha telefonato dicendomi: "Guarda che ho disposizioni dal piccoletto", che così chiamavamo Leonesi, di "procedere a contattare il professore per vedere la disponibilità a diventare presidente di gara"».
A quel punto bisognava scegliere gli altri commissari: «Leonesi, tanto per rendere complicata la vita, ne voleva 5. Io ho detto subito: "Diamogliela a Sussarellu . Se ci fosse il caso che qualche concorrente sbaglia formalmente, Sussarellu è uno rigido e lo butta fuori", e perlomeno così tiriamo via un nome... Leonesi mi aveva accennato, e aveva accennato anche Angelini, che lui voleva Zanoni . Angelini mi ricordo aveva fatto il nome di Campostrini , che era l'ingegnere capo, mi sembra, del Comune di Rovereto
[Ing. Luigi Campostrini, Dirigente dell'Area Tecnica del Comune di Arco, passato poi al Comune di Rovereto nel corso dell'anno 2008, da qualcuno definito "Cardinale Richelieu", con lo scopo, beninteso, di adularlo. n.d.A.].
Gli ho chiesto: "Ma siamo tranquilli? Dopo che non vengano fuori stupidate". Angelini mi ha detto: "No, no, se è Campostrini è una garanzia».
Nel frattempo si arricchisce il parco progettisti: «Avevamo chiesto l'intervento dell'ingegner Kurdoglu come Soprint, la società fra Kurdoglu e Angelini. Kurdoglu sapeva benissimo la vicenda, non l'ha gestita, però abbiamo parlato più volte e aveva lasciato andare avanti la Leonardi nella gestione dell'appalto... Alla fine Leonesi mi presenta una certa ingegner Buratti , dicendole: "Guarda che Collini si sta guardando il palazzo dei Sordi, e quindi se ha bisogno di qualche cosa dagli una mano". Io la Buratti non so neanche chi è, penso che facesse impianti.
Da qui capisco perché un giorno mi si presenta in ufficio Petrolvilla , nella persona dell'ingegnere, e mi dice che ha avuto disposizioni o ordini di mettersi in contatto con me. Io ho risposto Petrolvilla che io non avevo nessun ordine di quel genere lì». Acompletare il tassello mancava soltanto del corrispettivo che Collini avrebbe dovuto versare: «La definizione economica era fatta di due numeri e mezzo: il primo numero era lo 0,65% su tutto l'importo, cioè sui 22 milioni di euro; il 3% ad acquisizione di appalto sull'importo che avrebbe progettato Angelini, quindi era l'importo dei lavori meno gli impianti che valevano circa 8 milioni di euro». ...

Intercettazioni telefoniche ed ambientali che consentono di scoprire i reati. Permettono di fatto le indagini.
Pubblicazione dei testi rilevanti, che danno la possibilità ai cittadini di comprendere la levatura dei politici (e dirigenti pubblici) che amministrano i nostri soldi.
Che poi non succeda nulla, e non venga voglia a nessuno di approfondire le questioni ... è un altro paio di maniche.
Lasciatemi almeno l'indignazione.
Conoscenza è libertà.

giovedì 16 luglio 2009

UN BLOG SERISSIMO


Divertente, irriverente, pungente.

venerdì 10 luglio 2009

domenica 28 giugno 2009

28 GIUGNO - STORIA RUBATA

Perché ogni anno,
il 28 giugno alle otto del mattino,
suona il campanone della Torre Apponale
a Riva del Garda



La mattina del 28 giugno, alle otto del mattino, in tutta la città si sentono i rintocchi della Renga, la grande campana sulla cima della Torre Apponale: perché?
Molti, soprattutto fra i giovani e i turisti, se lo saranno chiesto.

E' il risultato di una decisione presa qualche anno fa dal Consiglio Comunale di Riva del Garda per ricordare a tutti l'eccidio di quel giorno nel lontano 1944.

C'era la guerra e tutta l'Italia, dopo l'otto settembre, era occupata dalle truppe tedesche, e molti volevano riconquistare la libertà perduta dall'avvento del fascismo nel 1922, e porre fine alla guerra con le sue tragedie.

A Riva un gruppo di giovani studenti del liceo Maffei guidati da Gastone Franchetti, promuovono il tentativo di costituire bande partigiane; ad essi si uniscono altri cittadini, ufficiali, carabinieri, ma una spia fascista si annida fra loro: i nazisti vegono informati e decidono di stroncare questo inizio di rivolta.

Il 28 giugno del 1944 a Riva, Arco, Nago, Rovereto e Trento, alle prime ore dell'alba, una squadra di S.S. uccide 16 persone. Altre furono prelevate per chiuderle in carcere.

Questi ragazzi assassinati a diciotto anni, questi uomini torturati e fatti morire nelle nostre città o nel carcere di Bolzano, sono stati i nostri eroi della Resistenza, le persone che con il loro coraggio hanno contribuito a darci la libertà, la democrazia della quale, dal 25 aprile 1945, gode il nostro paese.

Per questo, per la difesa della libertà e della democrazia, il Consiglio Comunale di Riva del Garda ha voluto questi rintocchi a ricordo, nel tempo, di quel sacrificio.


A cura dei sopravvissuti a quell'eccidio
25 aprile 2009

Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
http://www.anpi.it/

Comitato Provinciale ANPI
Via al Torrione, 8
38100 TRENTO
Tel. 0461/238874


Sono tempi bui per la Democrazia.
Dovremmo imparare dalla Storia.
Lo dobbiamo a noi stessi.

sabato 27 giugno 2009

INSOSTENIBILE LEGGEREZZA

Ho riesumato una "vecchia" passione per questo pattinatore dal talento coinvolgente.

Simpaticissimo qui:


Meraviglioso sedicenne dai piedi volanti:

venerdì 26 giugno 2009

DIAMOCI UN TAGLIO



Davvero realistico.
E' "solo" un tatuaggio.
Di gusto discutibile.

Di questi tempi l'immagine mi pare piuttosto in linea con i fatti, le notizie, lo stato d'animo.

Decay.

mercoledì 17 giugno 2009

LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE


“La Grande Bugia
è una bugia così enorme
da far credere alla gente
che nessuno potrebbe
avere l’impudenza
di distorcere la verità
in modo così infame”




(Adolf Hitler, “Mein Kampf”)





martedì 16 giugno 2009

PROPOSTA DI LEGGE E INFORMAZIONE

Si è un po' parlato dell'intervento di Grillo alla Commissione Affari Costituzionali, in Senato.
Non si è sentito molto a proposito dei contenuti della proposta di legge.
Si è preferito come spesso accade porre l'accento sugli aspetti coreografici, lessicali, di colore.

I tre punti della proposta sono:

1- NO AI PARLAMENTARI CONDANNATI. No ai 25 parlamentari condannati in Parlamento - Nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado e in attesa di giudizio finale.

2- DUE LEGISLATURE. No ai parlamentari di professione da 20 e 30 anni in Parlamento - Nessun cittadino italiano può essere eletto in parlamento per più di due legislature. La regola è valida retroattivamente.

3- ELEZIONE DIRETTA. No ai parlamentari scelti dai segretari di partito - I candidati al parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta.

Queste sono le informazioni che dovrebbero raggiungere tutti i cittadini.

***

Credo anch'io che Grillo avrebbe dovuto rivolgersi alla Commissione in termini più "formali".
Esclusivamente perché, sapendo perfettamente quale tipo di risalto viene dato dai media alle sue iniziative, avrebbe fatto meglio a non porgere il fianco alle solite accuse di volgarità.
Comprensibili la tensione e l'imbarazzo di fronte
ad una commissione ufficiale, imbalsamata ed ostile.
Ma purtroppo nelle sedi istituzionali non è incisivo come dovrebbe.
Guarda qui


Basta! Parlamento pulito

lunedì 15 giugno 2009

ULULATO CONDIVISO

L’ululato

facebrutt

Non mancano gli argomenti: la corruzione di Mills, la Pidue, gli incidenti sul lavoro, la disoccupazione, lo scempio del diritto d’asilo, lo scandalo della pubblicità a Mediaset, le minacce alla Rai, i collaboratori collegati alla mafia, il mercato dei voti, la farsa del ponte di Messina, il nucleare improvvisato, il conflitto di interessi, gli inciuci con Putin, le offese ai magistrati, il disprezzo della costituzione, le smentite strategiche, le decine di prescrizioni, le bugie sulle tasse, e con tutto questo, in prima fila sulla bandiera dell’indignazione della sinistra è scritto a lettere capitali: Noemi.
Come sempre, la campagna elettorale della sinistra sembra fatta da gente che vuole salvare Berlusconi.
E come sempre, lui non dirà neanche grazie.



Spudoratamente rubato da: http://www.stefanobenni.it/
Spero che Benni non me ne voglia.
Mangio i suoi libri, apprezzo le sue parole e l'uso che ne fa, concordo con questo ululato, che vorrei amplificare.

domenica 14 giugno 2009

FORTUNA STEREO

Mi sono sempre piaciuti gli stereogrammi. Da ogni punto di vista.


lunedì 1 giugno 2009

VINCITORI E VINTI


Chi lotta può perdere,
chi non lotta ha già perso.

Che Guevara.

mercoledì 20 maggio 2009

WHO FRAMED ROGER RABBIT?

venerdì 15 maggio 2009

TUFFI NEL PASSATO

A volte capita di tornare un po' bambini. Uno sguardo all'indietro, e si scopre di avere un sacco di tempo alle spalle. Speso, buttato, investito, vissuto ... ?
A volte un'immagine rievoca molto.

mercoledì 6 maggio 2009

OINK!

martedì 5 maggio 2009

THAT'S WHAT

What about freedom?

lunedì 4 maggio 2009

SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE

"L'aiuto ai paesi in via di sviluppo consiste nel portar via denaro ai poveri nei paesi ricchi per darlo ai ricchi nei paesi poveri".

Citato da P. Watzlawick ne "Il linguaggio del cambiamento" - Feltrinelli 1977 (pag. 80)

PASSAPAROLA - Lunedì con Marco Travaglio

passaparola

lunedì 27 aprile 2009

PASSAPAROLA - Lunedì con Marco Travaglio

passaparola

ETA'



"Age is not a particularly interesting subject. Anyone can get old. All you have to do is live long enough".

Groucho Marx

domenica 26 aprile 2009

OGGI

Ripensando all'adolescenza consumata negli anni '80.



LOVE OF THE COMMON PEOPLE
Living on free food tickets,
water in the milk from a hole in the roof
where the rain came through.
What can you do?
Tears from your little sister,
crying 'cause she doesn't have a dress without a patch
for the party to go.
But you she'll get by

'cause she's living in the love of the common people,
smile's from the heart of a family man.
Daddy's gonna buy you a dream to cling to,
Mama's gonna love you just as much as she can
and she can.
It's a good thing you don't have a busfare,
it would fall thru' the hole in your pocket and you'd lose it
in the snow on the ground.
You got to walk into town to find a job.
Tryin' to keep your hands warm
when the hole in your shoe lets the snow come thru'
and chills you to the bone.
Now you'd better go home where it's warm,
where you can live in a love of the common people,
smile from the heart of a family man.
Daddy's gonna buy you a dream to cling to,
Mama's gonna love you just as much as she can
and she can.
Living on a dream ain't easy
but the closer the knit the tighter the fit
and the chills stay away.
You take 'em in stride for family pride.
You know that faith is in your foundation
and with a whole lot of love and a warm conversation
but don't forget to pray.
Making it strong were you belong
and we're living in the love of the common people,
smile's from the heart of a family man.
Daddy's gonna buy you a dream to cling to,
Mama's gonna love you just as much as she can
and she can.
Yes, we're living in the love of the
common people,
smile's from the heart of a family man.
Daddy's gonna buy you a dream to cling to,
Mama's gonna love you just as much as she can.
Yes, we're living in the love of the common people,
smile's from the heart of a family man.
Daddy's gon
na buy you a dream to cling to,
Mama's gonna love you just as much as she can.
Yes, we're living in the love of the common people,
smile's really hard on a family man.
Daddy's gonna buy you a dream to cling to,
Mama's gonna love you just as much as s
he can
and she can.

Paul Young - Love Of The Common People (1983)

mercoledì 22 aprile 2009

IL VALORE DELLA VITA

22 aprile 1909 - 22 aprile 2009

I 100 anni di Rita Levi Montalcini

(viene da chiedersi che "uso personale" abbia fatto della propria scoperta, il Nerve Growth Factor ...).

Su tutti, questo suo messaggio voglio ricordare:

"La vita vale se noi crediamo nei valori".
Rita Levi Montalcini.

mercoledì 11 marzo 2009

GIUSTIZIA RELATIVA

C'è da piangere.

martedì 10 marzo 2009

CHILDHOOD DREAMS


... be prepared. Luck is truly where preparation meets opportunity.




"Inspiration".
Costrutto da analizzare, definire, sviscerare.
Credo sia riassunto in questo video. Toccante, divertente, commovente.

"If you lead your life the right way, the karma will take care of itself," Pausch said. "The dreams will come to you."

lunedì 9 marzo 2009

IL CAMBIAMENTO CHE VORREI



Il Presidente degli Stati Uniti Obama ha firmato un ordine esecutivo per riassegnare finanziamenti per la ricerca sulle cellule staminali.
ansa.it

Ovviamente la Chiesa Cattolica S.p.A. ci ha messo il becco, con la consueta competenza scientifica e assoluta cognizione di causa che la contraddistingue.
ansa.it

Non entro nel merito, vorrei solo che i vari santoni e stregoni del caso parlassero (liberamente, per carità) ai propri adepti, senza influenzare le scelte legislative degli Stati.

Non ammiro incondizionatamente gli States (anzi). Questo Presidente però non mi dispiace per nulla.

"Let’s be clear: promoting science isn’t just about providing resources – it is also about protecting free and open inquiry. It is about letting scientists like those here today do their jobs, free from manipulation or coercion, and listening to what they tell us, even when it’s inconvenient – especially when it’s inconvenient. It is about ensuring that scientific data is never distorted or concealed to serve a political agenda – and that we make scientific decisions based on facts, not ideology".
Fonte: my.barackobama.com

PASSAPAROLA - Lunedì con Marco Travaglio

passaparola


Tempo ed energie completamente rivolti altrove.
Ciò non significa che io non segua con la consueta "triste" attenzione le informazioni che Marco Travaglio si ostina a volerci fornire.
Sperando che non smetta di farlo.
PASSAPAROLA.

domenica 1 marzo 2009

DALLE STALLE ALLE STELLE

Una strepitosa Margherita Hack. Quanto mi piace, questa scienziata.
Intelligenza e gran senso dell'umorismo. E opinioni in pillole che condivido in pieno. Condite da un simpatico accento toscano.


martedì 17 febbraio 2009

17 ANNI TRASCORSI INVANO

17 anni fa, il 17 febbraio 1992, un normale lunedì milanese.

Questo scriveva due anni fa Marco Travaglio
(di Marco Travaglio - dall'Unità
da: megachip.info

Mani pulite 15 anni dopo, le bugie di chi ha combattuto l'inchiesta.

E' ricorso da poco il 15° anniversario dell'arresto di Mario Chiesa, che diede il via all'indagine Mani Pulite. Per l'occasione, vengono riesumate su giornali e tv tutte le bugie e i luoghi comuni inventati nell'ultimo decennio per la campagna revisionista craxian-berlusconiana, che ha trovato tante sponde anche a sinistra.

Proponiamo qui un piccolo riepilogo delle falsità più smaccate, seguite dalla confutazione dei fatti e dei documenti.

1) Manette facili.
"I magistrati milanesi abusavano della carcerazione preventiva per estorcere confessioni agli indagati" (Silvio Berlusconi, 30-9-2002). La frottola delle "manette facili" non sta in piedi. Nemmeno un caso concreto è stato mai dimostrato, anzi c'è la prova del contrario, fornita da una fonte insospettabile: gli ispettori sguinzagliati dal primo governo Berlusconi contro la Procura di Milano proprio per cercarvi qualche pelo nell'uovo. Nella loro relazione ispettiva finale, resa nota il 15 maggio '95, si legge: "Nessun rilievo può essere mosso ai magistrati milanesi, i quali non paiono aver esorbitato dai limiti imposti dalla legge nell'esercizio dei loro poteri... Non si è riscontrata un'apprezzabile e significativa casistica di annullamenti delle decisioni che hanno dato luogo a quelle detenzioni... I provvedimenti custodiali sono stati spesso suffragati... dall'ulteriore e decisiva prova della confessione dell'indagato. Né è risultato che tali confessioni siano state in seguito ritrattate perché rese sotto la minaccia dell'ulteriore protrarsi della detenzione.... Non è possibile ascrivere quelle confessioni alle "condizioni fisiche e psicologiche disumane" nelle quali si sarebbero venuti a trovare molti indagati, alcuni dei quali suicidatisi, condizioni cui fa riferimento l'on. Sgarbi: non è stata mai segnalata l'applicazione di regimi detentivi differenziati e inaspriti rispetto alla generalità dei casi". Del resto, ogni ordinanza di cattura viene chiesta dal pm, è deliberata da un gip, riesaminata dal Tribunale della Libertà (tre giudici) e poi rivisitata dalla Cassazione (cinque giudici). Alla bufala delle manette facili si aggancia quella dei presunti suicidi in carcere: invece nessun arrestato su richiesta del pool Mani pulite si è mai tolto la vita in cella.

2) Comunisti risparmiati.
"C'è stata una guerra civile negli anni 90, quando una piccola parte della magistratura eliminò dalla scena politica i partiti che avevano governato il Paese per mezzo secolo, lasciando fuori quello comunista. Un'azione lungamente studiata dai comunisti per la presa del potere" (Berlusconi, 13-11-2001). Ma i primi due politici doc arrestati in Mani Pulite erano dell'ex Pci: Soave ed Li Calzi. Il pool di Milano inquisì quasi l'intero vertice del Pci-Pds milanese. E poi le prime elezioni dopo Tangentopoli non le vinsero le sinistre: le vinse Berlusconi. Resta da capire comunque quando Berlusconi abbia maturato quelle bislacche convinzioni, visto che - come vedremo - elogiò per due anni Mani Pulite, e offrì a Di Pietro il ministero dell'Interno e a Davigo il ministero della Giustizia nel suo primo governo. Forse perché era conscio che non il pool di Milano, ma la corruzione era all'origine del tracollo della Prima Repubblica, come lui stesso ebbe a dire in tv nel discorso della discesa in campo: "La vecchia classe politica italiana è stata travolta dai fatti e superata dai tempi. L'autoaffondamento dei vecchi governanti, schiacciati dal peso del debito pubblico e del sistema del finanziamento illegale dei partiti, lascia il Paese impreparato e incerto nel momento difficile del rinnovamento e del passaggio a una nuova Repubblica" (26-1-94). E poco dopo: "Basta con i ladri di Stato, noi siamo per una politica nuova, diversa, pulita. Siamo l'Italia che lavora contro l'Italia che ruba (6-2-94). Ancora nel dicembre '94, dopo le dimissioni di Di Pietro, il giudizio di Berlusconi sull'uomo-simbolo di Mani Pulite era semplicemente entusiastico: "Sarebbe giusto che un uomo con le qualità di Di Pietro le facesse valere sulla scena politica. La sua discesa in campo potrebbe essere una buona cosa. La sua ansia moralizzatrice è patrimonio di tutti e potrebbe essere utile al Paese. I miei giornali, le mie tv, il mio gruppo sono sempre stati in prima fila nel sostenere i giudici di Mani Pulite (8-12-94). I giudici non hanno mai impedito ad alcun partito o candidato di presentarsi alle elezioni. Erano gli elettori che, sapendo quanto questi avevano rubato, non li avrebbero più votati. Così si presentò Berlusconi: perché nel '94 non candidò nessun politico inquisito della Prima Repubblica, visto che nessuno era stato arrestato né inibito dei diritti civili? Perché, anziché candidare Craxi in Forza Italia, permise che perdesse l'immunità parlamentare e fuggisse ad Hammamet?

3) La persecuzione politica .
"Appena sono sceso in politica, hanno cominciato a fischiare i proiettili delle procure eccellenti per rovesciare il mio governo" (Berlusconi, 16-4-1998). Ma è vero il contrario: prima nascono le inchieste sulla Fininvest, poi (e forse proprio per questo) Berlusconi "scende in campo" politico. La prima indagine sul Berlusconi imprenditore, per traffico di droga, fu aperta dalla Guardia di Finanza a Milano nel lontano 1983 e poi archiviata. Nel 1989 Berlusconi viene processato a Venezia per falsa testimonianza sulla loggia P2: nel 1990 la sezione istruttoria della Corte d'Appello ritiene il reato dimostrato, ma estinto per l'amnistia appena varata dal Parlamento. Le prime indagini del pool Mani Pulite in casa Fininvest risalgono al '92, quando analoghi accertamenti investivano tutti i gruppi imprenditoriali di livello nazionale, e quando nessuno sospettava che, di lì a due anni, Berlusconi sarebbe entrato in politica. Risale ad allora, cioè ai primordi di Mani Pulite, il primo rapporto del Secit sulle irregolarità fiscali di Publitalia. Il 26 giugno '92 il pool fa arrestare Aldo Brancher, braccio destro di Confalonieri, per 300 milioni versati al ministro De Lorenzo. Vengono anche accertati finanziamenti al segretario del Psdi Antonio Cariglia. Il 23 novembre '92 viene indagato Paolo Berlusconi per tangenti sulle discariche e subito dopo, a Roma, per i "palazzi d'oro". Il 4 novembre '93 il pm romano Maria Cordova chiede l'arresto di Gianni Letta e Adriano Galliani per presunte tangenti sul piano delle frequenze tv collegato alla legge Mammì. A Milano viene arrestato un altro manager del gruppo, Sergio Roncucci. Emergono mazzette Fininvest per discariche e campi da golf, palazzi venduti a enti previdenziali e così via. Finiscono sotto inchiesta anche una dozzina di manager del Biscione, tra cui Confalonieri, Foscale, Dell'Utri. Nel settembre '93 il pm Tiziana Parenti indaga sulle strane manovre della Fininvest per impedire, nel 1986, la pubblicazione della biografia non autorizzata di Berlusconi dagli Editori Riuniti. Il 9 settembre 1993 i giornali annunciano che la Parenti sentirà presto Berlusconi. Ma non farà in tempo. Sarà Berlusconi a convocarla: per candidarla in Forza Italia.
La realtà, dunque, è il contrario della vulgata berlusconiana: all'inizio del '94 il Cavaliere, sentendo stringersi intorno a sé il cerchio delle inchieste, si butta in politica. Lo confida lui stesso a Montanelli e Biagi: "Se non entro in politica, finisco in galera e fallisco per debiti". Le indagini sono una causa, non un effetto della discesa in campo. Lo afferma esplicitamente il gup di Brescia Carlo Bianchetti il 15 maggio 2001: "Risulta dall'esame degli atti che, contrariamente a quanto si desume dalle prospettazioni del denunciante (Berlusconi, nda), le iniziative giudiziarie... avevano preceduto e non seguito la decisione di "scendere in campo"... La Procura di Milano aveva già avviato numerosi procedimenti per fatti concernenti lui e/o le sue aziende, compiendo tra il 27 febbraio '92 e il 20 luglio '93 ben 25 accessi presso le diverse sedi Fininvest e Publitalia... si può affermare che l'impegno politico del denunciante e le indagini ai suoi danni non si pongono tra loro in rapporto di causa-effetto; la prosecuzione di indagini già iniziate, e l'avvio di ulteriori indagini collegate, in nessun modo possono connotarsi come attività giudiziaria originata dalla volontà di sanzionare il sopravvenuto impegno politico dell'indagato e a tal fine diretta".

4) L'accanimento anti-Fininvest.
«C'è un accanimento spietato che si sta producendo nei confronti di un solo gruppo industriale. Un accanimento che non è casuale. I magistrati stanno facendo politica» (Berlusconi, 4-10-1994). In realtà tutti i grandi gruppi sono stati coinvolti da indagini, arresti, perquisizioni, processi negli anni di Mani Pulite: dalla Fiat alla Ferruzzi, da Ligresti a De Benedetti, da Lodigiani alle coop rosse, da Iri a Eni. Berlusconi, semmai, fa eccezione perché è uno dei pochi capitani d'industria a non esser mai stato arrestato.

5) Il golpe del '94.
"Fui raggiunto a Napoli dall'invito a comparire, pubblicato dal Corriere della Sera in violazione del segreto istruttorio" (Berlusconi, 31-1-1998). "Questo potere arbitrario e di casta è stato illiberalmente esercitato nel 1994 contro un governo sgradito alla magistratura di sinistra, governo messo platealmente sotto accusa attraverso il suo leader in un procedimento iniziato a Napoli mentre presiedeva una Convenzione Onu" (Berlusconi, 29-1-2003). "Un colpo di malagiustizia privò il popolo del suo governo legittimo" (27-3-2004). Berlusconi si ostina a ripetere che il suo primo governo fu rovesciato dall'avviso di garanzia per le mazzette Fininvest alla Guardia di Finanza, a Napoli, mentre presiedeva un convegno sulla criminalità. Si trattava in realtà di un invito a comparire (una convocazione per un interrogatorio urgente), dovuto per legge, che non fu affatto notificato a Napoli, ma a Roma. Berlusconi era stato informato telefonicamente del contenuto dell'atto fin dalla sera del 21 dai carabinieri inviati da Borrelli a Roma nella convinzione che il premier fosse già rientrato, come da programma, dal vertice sulla criminalità di Napoli. Gli lessero 2 dei 3 capi d'imputazione, dopodiché il Cavaliere infuriato buttò giù la cornetta. L'indomani, quando la notizia uscì sul Corriere, non era dunque più coperta da segreto, essendo già nota all'indagato. Anzi, c'è il sospetto che fosse stata passata o almeno confermata al Corriere dall'entourage dello stesso premier, visto che il Corriere riportava solo 2 delle 3 tangenti contestate dal pool: guardacaso le stesse due che i carabinieri avevano fatto in tempo a leggergli la sera prima. In ogni caso fu Berlusconi, pur sapendo di essere accusato di corruzione, a decidere ugualmente di presiedere il convegno anche il giorno 22, da indagato, esponendo così l'Italia al ludibrio internazionale. Il governo Berlusconi poi cadde un mese dopo perché la Lega Nord gli tolse la fiducia sulla riforma delle pensioni.Tant'è che nel discorso di commiato dopo la sfiducia alla Camera, il 21 dicembre, Berlusconi fece molti attacchi a Bossi e nemmeno un accenno all'invito a comparire.