I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
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I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

martedì 26 dicembre 2006

NESSUNO TOCCHI CAINO?

Leggo su www.ansa.it che è stata confermata la pena di morte inflitta a Saddam Hussein.
Entro trenta giorni, ogni momento è buono.
Dettaglio: per impiccagione.

Non voglio discutere sulle modalità con le quali è stato celebrato il processo. Non voglio discutere sulla composizione della giuria, sulle evidenze, sulle motivazioni.
Non voglio nemmeno ricordare gli infiniti crimini di cui pare si sia macchiato, il numero delle persone morte per mano sua o per suo ordine, la dittatura …

Non posso dimenticare l’intervento armato unilaterale in Iraq (senza l’avvallo dell’ONU) per “esportare” la nostra imperfetta democrazia, per estendere ad altri popoli i diritti civili di cui noi fortunati godiamo, per donare la libertà che noi ben conosciamo.

I messaggi verbali sono importanti, ma sanno essere efficaci se risultano coerenti con il contesto in cui sono calati.
Come pensiamo che possano essere credibili i principi cardine della democrazia e della civiltà di cui tanto ci vantiamo, se dimostriamo di non saper rispettare nemmeno il diritto alla vita, che sopra ogni altro dovrebbe essere considerato inviolabile?
Come pensiamo di poter parlare di pace, di libertà, di tolleranza, di legalità, di stato di diritto, di diritti umani, se consideriamo accettabile la pena di morte?

Per inciso, diversi studi hanno dimostrato in modo estremamente convincente che la pena di morte NON è un deterrente: nei paesi in cui tale pena è prevista dall’ordinamento i reati non sono meno frequenti, né meno gravi di quelli perpetrati in Paesi in cui la pena di morte non è applicabile.
La certezza, non la pesantezza, della pena è importante per prevenire l’illegalità.

Uccidere qualcuno, per quanto gravi siano i reati di cui si è reso responsabile, non è segno di maturità e di civiltà.
Trattare un criminale come questi ha agito nei confronti delle proprie vittime è insensato.

Un’altra dimostrazione del fatto che questo nostro Mondo troppo spesso va alla rovescia.

Contro la pena di morte:
www.coalit.org
www.nessunotocchicaino.it
www.amnesty.it

giovedì 21 dicembre 2006

FESTE BUONE

Come ogni anno a Natale ci scambiamo auguri e buoni propositi.
Ogni anno le stesse parole.

Sarebbe bello se non fosse solo retorica, se davvero da oggi ognuno di noi volesse costruire qualcosa di nuovo, di importante, di migliore, di giusto.

Ogni anno per Natale ci scambiamo regali di ogni tipo e valore.
E mentre anneghiamo nel superfluo, non lontano da noi ci sono persone che non sono sicure di sopravvivere fino a domani. Semplicemente non hanno il necessario.

Un po’ di responsabilità l’abbiamo anche noi.

Buone Feste, auguri di cuore!


domenica 17 dicembre 2006

CONCLUSIONI AFFRETTATE

Diversi giorni fa sento alla radio la notizia di una famiglia sterminata. Sento che il responsabile è il marito, padre e genero nonché vicino di casa delle varie vittime. Dicono anche che l’ “assassino” in questione era appena uscito dal carcere fruendo dell’indulto. Mi pare fosse stato condannato per rapina e spaccio, …

Penso che come al solito al fatto (un pluriomicidio) vengono aggiunte illazioni, che però appaiono a tutti gli effetti come “vere”.
Non ho dato peso alla cosa. Ci sono abituata, attendo sempre eventuali correzioni o smentite. Probabilmente se ne parlerà ancora.
E infatti …

Al di là del fatto in sé, trovo interessante ripercorrere, anche se in modo un po’ disordinato e discontinuo, l’iter seguito da questa notizia.

11 dicembre 2006.

http://www.panorama.it - 11.12.2006.
Il “TITOLONE”: Uccide tre donne e il figlio. Era fuori per l'indulto
Un estratto dell’articolo: Il tunisino, che ha precedenti per spaccio e rapina, era uscito dal carcere l'estate scorsa, usufruendo dell'indulto.Fatto, questo, che ha aggiunto indignazione allo sgomento e all'orrore con cui gli abitanti di Erba hanno appreso del massacro nella vecchia palazzina di via Diaz.

http://www.repubblica.it – 11.12.2006
Il “TITOLONE”: Como, uccide quattro persone e poi incendia la casa
Un estratto dell’articolo: COMO - Orrore, sangue e fiamme in una vecchia casa ristrutturata del centro di Erba, nella Brianza settentrionale. Quattro morti, tra cui un bimbo di due anni, e un ferito grave per la furia omicida di un giovane pregiudicato tunisino. L'uomo, Abdel Fami Marzouk, 25 anni, uscito pochi mesi fa dal carcere (sembra grazie all'indulto) è ricercato per la strage.

Perchè tanta bestialità? Si sa, per ora, che più volte c'erano state violente liti in quella famiglia, liti provocate dall'aggressività dell'uomo, pregiudicato per spaccio e rapina. Un balordo alla cui vita tra libertà e carcere si era unita quella di xyz, ragazza di buona famiglia.

12 dicembre 2006.

http://www.rai.it – 12.11.2006
Il “TITOLO”: Cronaca. Svolta nella strage di Erba: il suocero di Marzouk lo scagiona
Un estratto dell’articolo: XXXX non è l'autore della strage avvenuta ieri sera a Erba in provincia di Como, in cui hanno perso la vita la moglie, il figlio di due anni, la suocera e una vicina di casa. Secondo quanto si e' appreso questa mattina, il 25enne tunisino, dopo essere uscito dal carcere in luglio grazie all'indulto, è tornato nel suo Paese d'origine.

http://www.repubblica.it – 12.11.2006 18.19
Il "TITOLO": STRAGE ERBA: SUPERSTITE STAZIONARIO MA ANCORA GRAVE
Un estratto dell’articolo: Frigerio e' l'unico che puo' raccontare cosa davvero e' accaduto ieri sera in quel bilocale al primo piano della vecchia cascina ristrutturata di via Diaz e gli inquirenti fremono per poter sentire la sua versione, mentre in serata dovrebbe arrivare da Tunisi il 25enne tunisino inizialmente sospettato di essere l'autore del massacro.

13 dicembre 2006
http://www.ansa.it - 13.12.2006
Il TITOLO: STRAGE IN BRIANZA, AZOUZ: 'SIAMO DIVENTATI ANIMALI'
Un estratto dell'articolo: ERBA (COMO) - "Che cosa ho immaginato? Non ho immaginato niente, perché non ho nessun nemico. Io non ho paura di nessuno". Azouz Marzouk, il 26enne tunisino che ha perso moglie e figlio nella strage di Erba (dove sono state brutalmente assassinate anche la suocera ed una vicina di casa), si è fermato brevemente a parlare davanti all'abitazione del fratello Fami, dove ha trascorso la notte.

E naturalmente il numero degli articoli che si trovano in Internet sull’argomento diminuisce mano a mano che si scopre che non è più possibile accusare un cittadino straniero (tunisino), che per di più è uscito dal carcere da poco, di un atto che rimane comunque di una crudeltà inconcepibile.

Non voglio in nessun modo entrare nel merito del “fatto” in sé.
Magari domani scopriamo che davvero l’autore della strage è il primo sospettato, o forse no.
Quello che ogni giorno mi indigna è la forma con la quale vengono confezionate le notizie. Poco importa se il contenuto è veritiero. L’importante è che si attiri l’attenzione del pubblico.
Non mi piace.

martedì 5 dicembre 2006

SOLIDARIETA' SOCIALE E MUTUO AIUTO - NON SOLO "COPPIE DI FATTO"

Titolone: "APPROVATA A PADOVA LA PRIMA ANAGRAFE DELLE COPPIE DI FATTO"
ANSA - 2006-12-05 09:33


PACS – Patti Civili di Solidarietà.
Si definiscono unioni civili tutte quelle forme di convivenza fra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici, che non accedono volontariamente all'istituto giuridico del matrimonio, o che sono impossibilitate a contrarlo, alle quali gli ordinamenti giuridici abbiano dato rilevanza o alle quali abbiano riconosciuto uno status giuridico.
Si parla di unioni al di fuori del “matrimonio”, di “matrimoni tra persone omosessuali” (non mi piace l’etichetta “matrimonio gay” – non mi piacciono le etichette).

Leggiamo che questa sarebbe la prima forma di riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali.
L’unico modo per rendere tali unioni “pubbliche”, per estendere alle coppie omosessuali una parte dei diritti tradizionalmente riservati ai consanguinei o ai coniugi.
Tra questi ci sono la possibilità di assistere il proprio caro in ospedale e di essere informati dai sanitari sul suo stato di salute, la possibilità di disporre del proprio patrimonio per lasciarlo in eredità alla persona scelta, …

Sentiamo anche dire che il PACS è uno “strumento” che può essere utilizzato anche da persone di sesso diverso che desiderino un’unione più “leggera” del tradizionale matrimonio.
Su questo non sono d’accordo.
Perché “codificare” un’unione che è già prevista con modi e forme diverse? Esiste il matrimonio.
Istituzione discutibile, se vogliamo, ma c’é.
Non credo in forme più o meno vincolanti di contratto. O si stipula, oppure non lo si fa.
Il matrimonio assume rilevanza per lo più in caso di “disgrazia”. A pensarci bene, fa la differenza solo quando ci si confronta con malattia, morte o separazioni.
Finché un rapporto è positivo, basato su sentimenti genuini e sul reciproco accordo, a ben poco serve una firma su un pezzo di carta. Un po’ come per tutti i contratti, in definitiva.

Di cosa si sente il bisogno in realtà?
Viviamo a contatto con persone sempre più sole. Non è più presente come un tempo il concetto di “famiglia allargata”, di solidarietà come quella che si trovava nei piccoli paesi (nel bene e nel male).
E’ attuale un mondo in cui le persone non sentono l’ “obbligo” sociale di sposarsi.

La necessità, oltre al desiderio, di avere accanto nei momenti importanti della vita una persona da noi scelta, sono reali. Qualcuno che possa assisterci se siamo a casa malati, accedere liberamente alla nostra stanza di ospedale, una persona di cui ci fidiamo, che non è necessariamente un parente.

Perché discutere tanto su “unioni gay”, “unioni di fatto”, e tante altre etichette che non dicono nulla?Perché non pensare invece al PACS come ad una forma di scelta di una persona di cui occuparci se ce ne sia il bisogno, di una persona che in caso di necessità possa prendersi cura di noi?
Senza indagare sulla natura del rapporto tra queste persone?
Perché non permettere che un amico o un’amica possano avere diritto di assisterci se stiamo male?

lunedì 27 novembre 2006

MALI DI STAGIONE


Leggo oggi quasi per caso sul Sito dell’ANSA l’ennesima “notiziona”, davvero degna di nota!
Sono indecisa, non so se sorridere o sbuffare.
Opto per la prima, preferisco scherzare (però un pochino vorrei anche urlare).
“I PRIMI DUE CASI A MILANO” – parole minacciose, pronunciate col vocione!
Stiamo parlando di influenza. Quella malattia che tutti gli inverni da quando eravamo bambini ci costringe a stare qualche giorno a letto, sopportare un po’ il caldo della febbre, ci fa sudare un po’ … quella che ci “faceva crescere”, quando eravamo cuccioli.
Ora sembra si tratti di un male insidioso e nemico, da cui non è accettabile essere costretti a fermarsi per un po’.
E allora via con la campagna per le vaccinazioni!
Ignorando bellamente che l’organismo si fabbrica da solo gli anticorpi che gli servono.
E che un po’ di febbriciattola e qualche malessere collaterale, nella stragrande maggioranza dei casi, NON uccide!
Ma qui abbiamo i primi due casi. Isolati, caratterizzati. Notizia resa nota da un virologo, del Dipartimento di Sanità pubblica, microbiologia e virologia … niente di meno.
Il virus? Il terribile tipo B Malaysia.

Poi la notizia sembra trovare toni più normali … ma l’impatto è già stato assicurato dall’esordio.
E così, il fatto che l’influenza dello scorso anno è stata blanda, “la più debole registrata negli ultimi anni” (ma anche contro di essa era stata divulgata la massima allerta, con gli immancabili consigli degli esperti orientati alla vaccinazione), viene passato sotto tono, quasi tra le righe.
E anche il fatto che quest’anno l’influenza non sarà particolarmente aggressiva viene prontamente smorzato dal paragone con la precedente!

A qualcuno viene in mente di commentare, di rispondere, di dire che l’influenza è un malessere non troppo insidioso, che ha anzi il benefico effetto di costringerci a letto qualche giorno per RIPOSARE, finalmente?
Salvo casi particolari, non è pericolosa!

Neanche si trattasse dell’aviaria
(… a proposito: che fine ha fatto l’aviaria?)

venerdì 24 novembre 2006

BROGLI ELETTORALI?


9 aprile 2006 – elezioni politiche in Italia.


da: il Corriere della Sera - 15 aprile 2006

Dopo le votazioni del 9 aprile scorso, le polemiche sui presunti brogli avviate a suo tempo dall’attuale opposizione non sembrano placarsi.
Al contrario, se sette mesi fa abbiamo sentito tuonare contro presunte irregolarità ad opera del cosiddetto “centro-sinistra”, ora si fanno strada nuovi sospetti su possibili “riconversioni” delle schede bianche a favore della cosiddetta “casa delle libertà”.

Enrico Deaglio intervistato da Lucia Annunziata:
Clicca qui per vedere l'intervista

Già nel 2004 l’anche allora sconfitto Berlusconi accusava: "E' indegno ciò che accade nei seggi elettorali dove vengono cancellate schede elettorali a nostro favore e attribuite a loro"... "un esercito di professionisti del centrosinistra a danno dei nostri dilettanti, che puntualmente vengono fatti fessi" –
da Repubblica.it, 21 giugno 2004

In febbraio 2006 l’allora Presidente del Consiglio dichiarava: “Stiamo cercando di evitare brogli dell’Unione”, riferendosi naturalmente alle vicine elezioni politiche - da Repubblica.it, 16 febbraio 2006

Subito dopo le votazioni, vinte per un pugno di preferenze dal cosiddetto “centrosinistra”, l’attuale opposizione ha continuato ad accusare l’ “avversario” politico.

Ora il film di Deaglio.
La procura di Roma ha aperto un’inchiesta, dopo qualche giorno di silenzio, finalmente la stampa riporta qualche notizia su questo caso.

Viene da pensare che sia un’ottima trovata per vendere un DVD.

Si è anche portati a pensare che forse non ha ragione nessuno in questa vicenda. Ciascuno accusa l’altro, ma nessuno sembra desiderare che la verità sia resa nota.
Non serve una commissione d’inchiesta.

Visto che, secondo quanto suggerito da Deaglio, il crollo del numero delle schede bianche sarebbe dovuto ad una manipolazione nella trasmissione dei dati, e non alla fisica manipolazione delle stesse, sarebbe sufficiente reclutare un certo numero di persone in grado di mettere in sequenza i numeri naturali, e che si dimostrino sufficientemente ordinate e meticolose e oneste da garantire un risultato “corretto”.
Basterebbe ricontare le schede (oddio, ho un terribile déjà vu!).

Ma poi, che cosa cambia? Abbiamo votato per uno o l’altro di due schieramenti “blindati”, ci hanno tolto la possibilità di eleggere una persona, siamo stati costretti a dare una preferenza al “partito”.
Una legge elettorale voluta dal cosiddetto centrodestra, che assomiglia molto ad una manovra di regime.
Una “maggioranza” scelta da una esigua minoranza, ed eletta in modo discusso e discutibile.

Vorrei chiedere a gran voce di cambiare la legge elettorale.
Vorrei che lo strumento della democrazia tornasse ad essere a disposizione delle persone. Di tutte le persone. Vorrei dei rappresentanti che ci rappresentino.
Che si sentano investiti di responsabilità prima che di potere. Che abbiano veramente a cuore la cosa pubblica e non l’interesse di pochi.

Qualsiasi sia l’esito di quest’ultimo “scandalo” elettorale, quasi non mi importa.
Lasciamo che la Procura faccia il suo lavoro. Lasciamo che i politici si parlino addosso ancora una volta. Nella consapevolezza che difficilmente avremo la verità. Non succede quasi mai.

giovedì 16 novembre 2006

L'INFORMAZIONE COSTRUITA

“L’ho visto in televisione”, “L’ho letto sul giornale” sono frasi che vengono comunemente pronunciate a significare che questi media rappresentano una fonte sicura di notizie, e le frequenti successive smentite non hanno l’effetto di diminuire l’autorevolezza percepita di tali mezzi.

Ma "quali" informazioni ci raggiungono?

Qualche tempo fa ho scritto alcune osservazioni sull'argomento informazioni, mass-media, notizie ... ve le propongo.



mercoledì 15 novembre 2006

...

Un inizio classico: perché ho deciso di pubblicare un blog?
Potrei dire che fin dalla primissima infanzia ho sempre desiderato scrivere (ed in qualche occasione ho anche provato a cimentarmi nell'impresa), o che trovo le mie idee tanto interessanti da sentire un'irrefrenabile spinta a renderle pubbliche.
Stai già pensando che faccio semplicemente parte di quella moltitudine di persone che scrive e scrive e scrive, ma (ahimè) non legge nemmeno ciò che ha prodotto (per non parlare di libri o giornali pubblicati da "altri")?
Non è così.

Amo leggere. Un buon libro è un’ottima compagnia.
Può essere divertente, rilassante, istruttivo, noioso, pesante, inconsistente, superficiale, avvincente, intrigante, illuminante, commovente, irritante, ansiogeno, piacevole, esilarante ...
Secondo me leggere è un’attività stimolante. Sempre.

Non sento la necessità di mettere alla berlina la mia persona.
Al contrario, è proprio questa idea di non-privato che mi fa tentennare, rimandare, rinunciare.
Per poi essere superata dal desidero di comunicare in un mondo in cui troppe informazioni producono il paradossale effetto di non possederne nessuna. Desiderio di nuovo soffocato al pensiero di rendere pubblico un pezzo della mia vita privata. Quello riguardante riflessioni, opinioni, atteggiamenti, idee ed ideali.
Se stai leggendo queste parole, due condizioni sono certamente soddisfatte:
  1. ha infine prevalso la spinta a comunicare che è in me (ovvero: ho infine pubblicato questo blog)
  2. stai dimostrando una ammirevole resistenza di fronte alle banalità (complimenti!)

Torniamo al banale (appunto!) perché di questo blog.
Ho tanti e tali interessi che difficilmente riesco a rendere tra loro compatibili. Improbabile sarebbe riuscire a racchiuderli tutti in un unico contenitore che li facesse sembrare omogenei.
E allora? Perché non proseguire in silenzio nelle mie quotidiane numerose attività?

C’è un tizio che cura un blog un tantino più famoso e frequentato di questo.
Tra le varie amenità contenute nello spettacolo “Incantesimi 2006”, Beppe Grillo ha lanciato un invito cui non ho saputo resistere: “ ... o stai lì sul sofà, davanti alla tele a farti arrivare in faccia delle tonnellate di merda, oppure ti sposti su uno sgabello davanti a un computer, prendi un poi di merda e gliela ritiri indietro”.
Bene, io la televisione l’ho spenta da un pezzo.
Eppure le tonnellate di materia marrone spiacevolmente odorosa non sono facili da evitare.
Mi rassegno: per ripulirsi e spalarla via, è necessario sporcarsi un tantino le mani.

Non mi accontento più di stare a guardare.
Libertà di espressione abbiamo (Costituzione Italiana, Art. 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. ...”), che libertà di espressione sia.

Se questo blog ti fa schifo:

  1. non sei obbligato a frequentarlo
  2. è nato anche per colpa di Beppe (prenditela con lui – ci è abituato, non me ne vorrà).

lunedì 11 settembre 2006

SIMBOLI