I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
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I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

martedì 5 dicembre 2006

SOLIDARIETA' SOCIALE E MUTUO AIUTO - NON SOLO "COPPIE DI FATTO"

Titolone: "APPROVATA A PADOVA LA PRIMA ANAGRAFE DELLE COPPIE DI FATTO"
ANSA - 2006-12-05 09:33


PACS – Patti Civili di Solidarietà.
Si definiscono unioni civili tutte quelle forme di convivenza fra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici, che non accedono volontariamente all'istituto giuridico del matrimonio, o che sono impossibilitate a contrarlo, alle quali gli ordinamenti giuridici abbiano dato rilevanza o alle quali abbiano riconosciuto uno status giuridico.
Si parla di unioni al di fuori del “matrimonio”, di “matrimoni tra persone omosessuali” (non mi piace l’etichetta “matrimonio gay” – non mi piacciono le etichette).

Leggiamo che questa sarebbe la prima forma di riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali.
L’unico modo per rendere tali unioni “pubbliche”, per estendere alle coppie omosessuali una parte dei diritti tradizionalmente riservati ai consanguinei o ai coniugi.
Tra questi ci sono la possibilità di assistere il proprio caro in ospedale e di essere informati dai sanitari sul suo stato di salute, la possibilità di disporre del proprio patrimonio per lasciarlo in eredità alla persona scelta, …

Sentiamo anche dire che il PACS è uno “strumento” che può essere utilizzato anche da persone di sesso diverso che desiderino un’unione più “leggera” del tradizionale matrimonio.
Su questo non sono d’accordo.
Perché “codificare” un’unione che è già prevista con modi e forme diverse? Esiste il matrimonio.
Istituzione discutibile, se vogliamo, ma c’é.
Non credo in forme più o meno vincolanti di contratto. O si stipula, oppure non lo si fa.
Il matrimonio assume rilevanza per lo più in caso di “disgrazia”. A pensarci bene, fa la differenza solo quando ci si confronta con malattia, morte o separazioni.
Finché un rapporto è positivo, basato su sentimenti genuini e sul reciproco accordo, a ben poco serve una firma su un pezzo di carta. Un po’ come per tutti i contratti, in definitiva.

Di cosa si sente il bisogno in realtà?
Viviamo a contatto con persone sempre più sole. Non è più presente come un tempo il concetto di “famiglia allargata”, di solidarietà come quella che si trovava nei piccoli paesi (nel bene e nel male).
E’ attuale un mondo in cui le persone non sentono l’ “obbligo” sociale di sposarsi.

La necessità, oltre al desiderio, di avere accanto nei momenti importanti della vita una persona da noi scelta, sono reali. Qualcuno che possa assisterci se siamo a casa malati, accedere liberamente alla nostra stanza di ospedale, una persona di cui ci fidiamo, che non è necessariamente un parente.

Perché discutere tanto su “unioni gay”, “unioni di fatto”, e tante altre etichette che non dicono nulla?Perché non pensare invece al PACS come ad una forma di scelta di una persona di cui occuparci se ce ne sia il bisogno, di una persona che in caso di necessità possa prendersi cura di noi?
Senza indagare sulla natura del rapporto tra queste persone?
Perché non permettere che un amico o un’amica possano avere diritto di assisterci se stiamo male?

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