I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
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I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

venerdì 14 dicembre 2012

OMOFOBIA E SESSISMO

Ho sentito spesso dire, tra scherzo e serietà, che i maschi eterosessuali si dimostrano tanto preoccupati e schifati dai maschi omosessuali perche in fondo questi ultimi risvegliano in loro un celato desiderio, la nascosta consapevolezza di avere un lato omosessuale a propria volta.

Non credo sia così.
Credo che ancora una volta la ragione risieda nella tradizione estremamente maschilista, nella nostra pseudo-cultura permeata di sessismo.
Che permette, rende lecito, favorisce, considera normale che un uomo si permetta nei confronti di una donna apprezzamenti più o meno espliciti, a volte anche pesanti.
Abitudine del maschio a rivolgere "complimenti", che si ritiene debbano essere accettati senza riserve dalla femmina che ne è oggetto .
La quale troppo spesso nemmeno coglie la nota di squalificazione, di svilimento, l'offesa celata dietro un esplicito complimento all'italiana.
Non si accetta la possibilità che tale complimento, apprezzamento, sguardo, gesto così teatralmente galante sia smascherato per quello che è: manifestazione di una società fortemente sessista che considera la donna alla stregua di ornamento, non per quello che è, ovvero una persona, con la propria individualità e le proprie specificità.

Quando il pesante apprezzamento si fa avance, e se non gradito si tramuta in molestia, ancora non viene compreso il moto di distacco, di repulsione, quando c'è, da parte della donna.
Non si tiene conto dell'aggressività di questo "puntare la preda".
Naturale forse, certo socialmente accettato solo a senso unico.

In questo contesto in cui il maschio si ritiene a buon diritto, seppure con diversi gradi di aggressività  nel comportamento manifesto, incontrastato predatore, si inserisce il "pericolo" costituito da un altro predatore.
Un maschio che abbia come oggetto del desiderio un altro maschio.

Sarebbe logico ritenere che un'avance non gradita possa essere semplicemente rifiutata, e che il rifiuto venga accolto, seppure a malincuore, senza ulteriori conseguenze.
Così dovrebbe essere. Tra uomo e donna, o tra persone dello stesso genere.

L'immaginario maschilista però considera "naturale" e legittima un'aggressione verbale, l'uso dello sguardo per violare l'intimità dell'altra, e in qualche modo anche un contatto fisico, ancorché non cercato e non gradito.
Per meglio dire, non considera l'eventualità che tale gesto possa essere a buon diritto non gradito.

Ecco che, temendo di trovarsi dall'altra parte di quello sguardo, oggetto di quell'apprezzamento verbale, o (non sia mai!) di dover subire un'avance fisica, che si dà per scontato non contempli in risposta un ascoltato "no grazie", si insinua la paura.

Omofobia, per l'appunto.




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