I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
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I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

martedì 9 ottobre 2007

BIRMANIA - ITALIA

Aung San Suu Kyi
Premio Nobel per la pace nel 1991.

Rinchiusa agli arresti domiciliari dal governo birmano, Aung San Suu Kyi non è potuta essere presente alla cerimonia di premiazione: a Stoccolma c'erano al suo posto il marito e i due figli che hanno consegnato ai membri della Fondazione una sua fotografia. Loro stessi, d'altronde, non avevano contatti con lei dal 1990, l'anno in cui è cominciata la sua detenzione.
Aung San Suu Kyi è la leader del movimento democratico che nel Myanmar (così la giunta militare che ha preso il potere nel 1988 ha ribattezzato la Birmania) persegue la cosiddetta "seconda lotta per l'indipendenza". Il movimento ha vinto le elezioni del 1990, ma la giunta ha respinto il verdetto popolare e ha reagito con una dura repressione.








Nelle ultime settimane si è sentito parlare della Birmania.


Non è ancora tempo di relegare la repressione di Myanmar a notizia di second'ordine. Siamo ben lontani dal rispetto dei diritti civili ed umani. Il "cauto ottimismo" dell'ONU, e la proposta di sanzioni (che la Cina peraltro non approva ....) nei confronti della giunta Birmana non bastano.
Suonano vuoto.




Birmania (Myanmar) - 29.1.2007 - "Scheda del conflitto"
(da Peacereporter.net)
PARTI IN CONFLITTO
1948-OGGI: il conflitto vede il governo militare del paese contro diversi movimenti armati separatisti: tra questi quelli che combattono attivamente sono l’Unione Nazionale Karen (KNU), l’Esercito dello Stato di Shan (SSA) e il Partito Progressista Nazionale Karenni (KNPP). Differentemente hanno firmato un cessate il fuoco col governo l’Organizzazione per l’Indipendenza Kachin (KIO), l’Esercito di Stato Unito Wa (UWSA), l’Alleanza Nazionale Democratica del Myanmar e la Lega Nazionale per la Democrazia (NDL). Le minoranze etniche nel Myanmar sono oltre 35. Il paese è guidato dal 1948, anno dell’indipendenza dalla Gran Bretagna, da una giunta militare che reprime le libertà fondamentali della popolazione e deporta i civili di origine diversa da quella birmana.
VITTIME
Il divieto d’accesso nelle zone di conflitto, note anche come “black area”, rende impossibile determinare con certezza il numero delle vittime. Si stima, comunque, che siano almeno 30 mila i morti tra la sola popolazione Karen dall’inizio del conflitto.
RISORSE CONTESE
Il Myanmar è il secondo produttore di oppio al mondo dopo l’Afghanistan, con più di 60 mila ettari di piantagioni di papavero.
FORNITURA ARMAMENTI
La Cina, insieme a Singapore, ha venduto armi al regime militare al governo, ma negli ultimi anni ha iniziato a temere le connessioni tra i cartelli criminali birmani e le mafie cinesi. Negli ultimi mesi i signori della guerra e della droga avrebbero ripiegato aprendo una rete clandestina di trasporto d’armi dalla Russia e dall’Europa Orientale. Il governo militare accusa la Thailandia di sostenere i gruppi ribelli. Tutte le parti in lotta si finanziano con i proventi della vendita di eroina.

I fatti recenti:
PeaceReporter - Dossier Birmania "La rivoluzione non violenta dei monaci birmani"

Repubblica.it - Birmania, foto choc "buca" la censura. Manifestanti schiacciati dai camion. Un'altra fonte attendibile, dopo il generale disertore, parla di fosse comuniGambari e l'Onu "Inaccettabile tornare alla situazione prima della protesta"


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