I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
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I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

giovedì 1 novembre 2007

QUANDO SI DICE IMMAGINE INTERNAZIONALE

From Times Online - October 24, 2007

A geriatric assault on Italy's bloggers.
Italy's leaders barely understand word processors, let alone the web. Now they've turned against the country's bloggers.
Bernhard Warner

Il titolo è tutto un programma (come troppo spesso accade, sarebbe comico se non fosse veramente tragico!):
Assalto geriatrico ai bloggers d'Italia.
I leader italiani capiscono appena i word processors, figuriamoci la Rete. Ora sono insorti contro i bloggers.
E l'intero articolo è una chicca di amara ironia.
Sarebbe davvero divertente, se non parlasse di ... noi!
By G8 standards, Italy is a strange country. Put simply, it is a nation of octogenarian lawmakers elected by 70-year-old pensioners. Everyone else is inconsequential.

O, se preferisci (a tuo rischio e pericolo!) leggiti la mia parziale traduzione:

Per gli standard del G8, l'Italia è un Paese strano. In parole povere, è una nazione di legislatori ottuagenari eletti da pensionati settantenni. Chiunque altro non conta.

Romano Prodi, il primo Ministro, è un arzillo 68-enne, che ha battuto il 71-enne Silvio Berlusconi alle elezioni lo scorso anno. Il Presidente Giorgio Napolitano, 82 anni, ha davanti a sè altri 6 anni di mandato; il suo predecessore aveva 86 anni quando uscì di scena. Nell'improbabile eventualità che l'Italia entri in guerra, la decisione verrebbe presa da un capo di stato che aveva poco meno di vent'anni quando i tedeschi si arresero alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Questa stridente prospettiva è l'introduzione doverosa a qualsiasi discussione con gli estranei sulla politica italiana, credo. Se il governo italiano sembra incapate di adattarsi al mondo moderno, la spiegazione è abbastanza semplice. Qualsiasi Paese si comporterebbe nello stesso modo, se al potere ci fossero i nostri nonni.

Di recente, i legislatori italiani hanno di nuovo preso di mira la vita moderna, introducendo una legge incredibilmente generale secondo la quale i bloggers, ed anche gli utilizzatori di reti sociali sarebbero tenuti a registrarsi presso lo Stato. Anche un inoffensivo blog sulla squadra di calcio del cuore o un adolescente che si lamente dell'ingiustizia della vita sarebbe soggetto alla supervisione governativa, ed anche a tassazione - anche se non si tratti di un sito web commerciale.

Fuori dall'Italia, la legislazione ha provocato ilarità da parte degli osservatori attivi e poco comprensivi. Il sito boingboing.net argutamente riferisce che l'Italia intende proporre un "Ministero per i Blog". Il sito Out-law.com è più diretto, e definisce la norma una legge "anti-blogger".

E' comprensibile che non ci sia allarmismo nei loro toni. Abbiamo seguito questa via innumerevoli volte. I funzionari statali in preda al panico, che si trovino nello Zimbawe, in Cina o in Italia (sì, è la seconda volta che questa cosa viene proposta qui), annunciano una nuova museruola per internet, e gli esperti cittadini della rete trovano semplicemente un modo per aggirarla. Anche un adolescente inquieto conosce probabilmente un metodo a prova di idiota per mascherare il proprio indirizzo IP. Per di più, si può facilmente supporre che servizi come Blogger o Typepad Blog siano ospitati su server ben al di fuori del bel paese, rendendo una legge idiota virtualmente inapplicabile.

E infine non dimentichiamo che stiamo parlando dell'Italia, un posto dove gli idraulici così come gli industriali sono evasori fiscali seriali. Non ti agitare, amico. Goditi il sole, vino rosso e tagliatelle ("Don’t sweat it, amico. Enjoy the sunshine, vino rosso and tagliatelle").

Forse è a causa di tutte queste ovvie questioni che il disegno di legge è già sottoposto ad alcune revisioni. Se viene ratificato - e al momento pare sia spaventosamente probabile - il Ministro delle Comunicazioni dovrebbe decidere chi si dovrà registrare.

Il che è sconfortante. L'intendo di questo disegno di legge, così come è stato scritto quando aleggiava in consiglio dei Ministri, sarebbe di imbavagliare i bloggers che, per coloro che detengono il potere, sono diventati da qualche tempo un gruppo problematico.

Sono guidati dall'idealista (qualcuno lo chiama "populista") Beppe Grillo, un comico-diventato attivista-diventato blogger. Grillo è uno dei commentatori dell'italian-style più letti in Italia e, grazie al suo blog in inglese, anche fuori dal Paese. Agisce per conto dei meno privilegiati (leggi: i giovani Italiani), conducendo una campagna per un governo ed un business più trasparenti.

... Ecco, mi sono stufata di tradurre.
L'autore continua dicendo che Grillo pensa che la legge sia stata pensata per lui. E che, vero o no, avrebbe in ogni caso un effetto devastante su tutti i bloggers italiani. Sulla libertà di pensiero ed informazione, sui giovani in primis, e sulle attività didattiche e di divulgazione scientifica.
Insomma, un pasticcio come solo in Italia sappiamo fare.
Perchè è più importante imbavagliare chi si esprime che risolvere i problemi reali. Quelli, a quanto pare, fanno comodo.

Mi dissocio, non mi sento italiana, voglio cambiare Pianeta!

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