I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
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I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

sabato 10 novembre 2007

DELITTI E CASTIGHI

Nei giorni scorsi non ho potuto fare a meno di ascoltare i resoconti che i media hanno dato dell’omicidio compiuto a Roma. (Repubblica.it)
Una signora aggredita, violentata e picchiata a morte.
Nei giorni in cui giornali e radio si indignavano per un’aggressione feroce, barbara, ingiustificata ed ingiustificabile, pensavo che l’autore di quell’omicidio dovesse essere arrestato e condannato. E non potevo fare a meno di considerare che in Italia la certezza della pena è più un modo di dire che una auspicabile realtà. Quasi subito il presunto omicida è stato individuato e, per fortuna!, arrestato.
Nello stesso tempo leggevo ed ascoltavo con preoccupazione i toni e le parole usate dagli stessi media e quelle che questi riportavano per conto dei politici.
Troppi riferimenti agli “stranieri”, al “rumeno”, alla mancanza di sicurezza, alla necessità di espellere gli stranieri dall’Italia, alla Romania, all’immigrazione, ...

L’orecchio dello spettatore medio è un orecchio inesperto. Le persone dimostrano un comportamento ed un atteggiamento passivi di fronte ai mass media, sembrano non sapere che informarsi deve essere un processo attivo di raccolta di informazioni e notizie, seguito da altrettanto attive riflessione ed approfondimento, ma si limitano ad accogliere ciò che i notiziari confezionano - nel modo in cui lo confezionano.

Un orecchio inesperto, un ascoltatore acritico, avrebbe recepito un messaggio piuttosto distorto, pensavo.
Il fatto di cronaca riguarda un delitto. Aggravato dal trattamento che la vittima ha subito, e probabilmente anche da motivi futili che hanno spinto l’assassino ad agire.
Un commento sensato avrebbe potuto riguardare il nostro codice penale (e di procedura penale), riportando la pena prevista per tale reato, ed i “passi” necessari per giungere alla condanna del colpevole.
Un approfondimento serio avrebbe indagato sulla situazione in cui versa la giustizia in Italia.
Volendo fare un po’ di gossip, giusto per incrementare l’audience (che, ahimè, è uno degli indicatori di successo anche per i notiziari!) si sarebbe potuto raccontare la storia dell’assassino e divulgare qualche particolare sulla vita della signora uccisa (prassi discutibile, a mio modo di vedere).

Perché l’accento è invece stato posto sulla nazionalità del presunto assassino? Perchè i servizi “a tema” confezionati in quei giorni riguardavano le comunità di Rumeni, il problema dell’immigrazione, gli sbarchi clandestini ed i permessi di soggiorno?
Un assassino è un po’ meno criminale se è Italiano o Statunitense piuttosto che Polacco, Arabo o Inglese? Il giudizio di merito si da sulla base dell’etnia e della nazionalità o delle azioni compiute?

Ed ecco che, prevedibile, arriva un altro atto criminale: il pestaggio di alcuni lavoratori, guarda caso rumeni. (ilmessaggero.it)
Ed ecco che i media partono in quarta condannando l’aggressione “squadrista”, e cercando all’apparenza di smorzare i toni (mentre nella realtà altro non stanno facendo che alimentare pensieri razzisti).

Vorrei sentire un linguaggio più “asettico”, più notizie e meno commenti fuorvianti. Ai tempi della scuola se si andava “fuori tema” si prendeva un brutto voto in italiano.
Perchè i nostri “giornalisti” non approfondiscono l’argomento centrale delle loro notizie e si dilungano in modo inutile e troppo spesso dannoso su aspetti marginali quando non addirittura slegati dalle informazioni che dovrebbero divulgare?

Non mi piace.

2 commenti:

Ondamagis ha detto...

E' vero che hanno calcato la mano i media sulla nazionalità, ma è anche vero che la delinquenza straniera, in Italia, non è neanche trascurabile.
Bello anche questo blog. Ciao, lo aggiungo insieme all'altro.

Simona ha detto...

Per l'appunto, il problema dovrebbe essere la delinquenza, non gli stranieri! ;-)
(Ce n'è molta, troppa, tra i nostri connazionali, anche tra quelli conosciuti ed "ammirati"). Un reato rimane pur sempre tale. Il passaporto di chi lo commette non è rilevante.