I VESTITI DEL RE

La mia sola dipendenza è la libertà.
E non intendo disintossicarmi.
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I'm addicted to freedom only.
And I'm not going to undergo any treatment.

sabato 28 aprile 2007

PRIVACY O OMERTA' ???

di MARCO TRAVAGLIO
AL CITTADINO NON FAR SAPERE
Cari lettori, quando il Parlamento approva una legge all’unanimità, di solito bisogna preoccuparsi. Indulto docet. Questa volta è anche peggio.
L’altroieri, in poche ore, con i voti della destra, del centro e della sinistra (447 sì e 7 astenuti, tra cui Giulietti, Carra, De Zulueta, Zaccaria e Caldarola), la Camera hadato il via libera alla legge Mastella che di fatto cancella la cronaca giudiziaria. Nessuno si lasci ingannare dall’uso furbetto delle parole: non è una legge “in difesa della privacy” (che esiste da 15anni) nè contro “la gogna delle intercettazioni”. Questa è una legge che, se passerà pure al Senato, impedirà ai giornalisti di raccontare - e ai cittadini di conoscere - le indagini della magistratura e in certi casi persino i processi di primo e secondo grado.
Nonè una legge contro i giornalisti.
È una legge contro i cittadini ansiosi di essere informati sugli scandali del potere, ma anche sul vicino di casa sospettato di pedofilia. Vediamo perché. Oggi gli atti d’indagine sono coperti dal segreto investigativo finché diventano “conoscibili dall’indagato”.
Da allora non sono più segreti, e se ne può parlare. Per chi li pubblica integralmente, c’è un blando divieto di pubblicazione, la cui violazione è sanzionata con una multa da 51 a 258 euro, talmente lieve da essere sopportabile quando le carte investono il diritto-dovere di cronaca. Dunque i verbali d’interrogatorio, le ordinanze di custodia, i verbali di perquisizione e sequestro,
che per definizione vengono consegnati all’indagato e al difensore, non sono segreti e si possono raccontare e, di fatto, citare testualmente (alla peggio si paga la mini-multa). È per questo che, ai tempi di Mani Pulite, gli italiani han potuto sapere in tempo reale i nomi dei politici e degli imprenditori indagati, e di
cosa erano accusati. È per questo che, di recente, abbiamo potuto conoscere subito molti particolari di Bancopoli, Furbettopoli, Calciopoli, Vallettopoli, dei crac Cirio e Parmalat, degli spionaggi di Telecom e Sismi.
Fosse stata già in vigore la legge Mastella, Fazio sarebbe ancora al suo posto, Moggi seguiterebbe a truccare i campionati, Fiorani a derubare i correntisti Bpl,
Gnutti e Consortead accumulare fortune in barba alle regole, Pollari e Pompa a spiare a destra e manca.
Per la semplice ragione che, al momento, costoro non sono stati arrestati né
processati: dunque non sapremmo ancora nulla delle accuse a loro carico.
Lo stesso valeper i sospetti serial killer e pedofili, che potrebbero agire indisturbati senza che i vicini di casa sappiano di cosa sono sospettati.
La nuova legge,infatti,da un lato aggrava a dismisura le sanzioni per chi infrange il divieto di pubblicazione: arresto fino a 30 giorni o, in alternativa, ammenda da 10 mila a 100 mila euro (cifre che nessun cronista è disposto a pagare pur di dare una notizia).
Dall’altro allarga à gogò il novero degli atti non più pubblicabili.
Anzitutto “è vietata la pubblicazione, anche parziale o per riassunto, degli atti di indagine contenuti nel fascicolo del pmo delle investigazioni difensive, anche se non più coperti da segreto, fino alla conclusione delle indagini preliminari ovvero
fino al termine dell’udienza preliminare”. La notizia è vera e non é segreta,maè vietato pubblicarla: i giornalisti la sapranno, ma non potranno più raccontarla.
A meno che non vogliano rovinarsi, sborsandodecine di migliaia di euro.
È pure vietato pubblicare, anche solo nel contenuto, “la documentazione e gli atti relativi a conversazioni, anche telefoniche, o a comunicazioni informatiche o telematiche ovvero ai dati sul traffico telefonico e telematico,anche se non più coperti da segreto”. Le intercettazioni - che hanno il pregio di fotografare in diretta un comportamento illecito, o comunque immorale, o deontologicamente grave - sono sempre top secret.
Bontà loro, gli unanimi legislatori consentiranno ancora ai giornalisti di raccontare che Tizio è stato arrestato (anche per evitare strani fenomeni di desaparecidos, comenel vecchio Sudamerica o nella Russia e nell’Iraq di oggi). Si potranno ancora riferire, ma solo nel contenuto e non nel testo, le misure cautelari,
eccetto “le parti che riproducono il contenuto di intercettazioni”.
Troppo chiare per farle sapere alla gente.
E i dibattimenti? Almeno quelli sono pubblici, ma fino a un certo punto: “non possono essere pubblicati gli atti del fascicolo del pm, se non dopo la pronuncia della sentenza d’appello”. Le accuse raccolte (esempio, nei processi Tanzi, Wanna Marchi, Cuffaro, Cogne, Berlusconi etc.) si potranno conoscere dopo una decina d’anni da quando sono state raccolte: alla fine dell’appello.
Non è meraviglioso?
L’ultima parte della legge è una minaccia ai magistrati che indagano e intercettano ”troppo”, come se l’obbligatorietà dell’azione penale fosse compatibile
con criteri quantitativi o di convenienza economica: le spese delle Procure per intercettazioni (che peraltro vengono poi pagate dagli imputati condannati, ma questo nessuno lo ricorda mai) saranno vagliate dalla Corte dei Conti per eventuali responsabilità contabili. Così, per non rischiare di risponderne di tasca propria,nessun pm si spingerà troppo in là, soprattutto per gli indagati eccellenti.
A parte «Il Giornale», nessun quotidiano ha finora compreso la gravità del provvedimento. L’Ordine dei giornalisti continua a concentrarsi su un falso problema: quello del “carcere per i giornalisti”, che è un’ipotesi puramente teorica, in un paese in cui bisogna totalizzare più di 3 anni di reclusione per rischiare di finire dentro. Qui la questione non è il carcere: sono le multe. Molto meglio una o più condanne (perlopiù virtuali) a qualche mese di galera, che una multa che nessun giornalista sarà mai disposto a pagare.
Se esistessero editori seri, sarebbero in prima fila contro la legge Mastella. A costo di lanciare un referendum abrogativo. Invece se ne infischiano: meno notizie “scomode” portano i cronisti, meno grane e cause giudiziarie avrà l’azienda.
Mastella, comprensibilmente, esulta: «Un grande ed esaltante momento della nostra attività parlamentare».
Pecorella pure: «Una buona riforma, varata col contributo fondamentale dell’opposizione ». Vivi applausi da tutto l’emiciclo, che è riuscito finalmente là dove persino Berlusconi aveva fallito: imbavagliare i cronisti.
Ma a stupire non è la cosiddetta Casa delle Libertà, che facendo onore alla sua ragione sociale ha tentato fino all’ultimo di aumentare le pene detentive e le multe (fino al 500 mila euro!) per i giornalisti.
È l’Unione, che nell’elefantiaco programma elettorale aveva promesso di allargare la libertà di stampa. Invece l’ha allegramente limitata con la gentile collaborazione del centrodestra.
Ma chi sostiene che nell’ultimo anno non è cambiato nulla, ha torto marcio.
Quando le leggi-vergogna le faceva Berlusconi, l’opposizione strillava e votava contro. Ora che le fa l’Unione, l’opposizione non strilla, anzi le vota.
In vista del passaggio al Senato, cari lettori, facciamoci sentire almeno noi, giornalisti e cittadini.

da l'Unità (19.04.2007)

Quando scrive Travaglio, c'è ben poco da aggiungere.
Ho riportato integralmente il testo, condivido tutto. Come non potrei?
Ho un po' di nostalgia, dei "girotondi", delle manifestazioni, della satira.
Non è questione di "colore", si parla di etica, di programmi, di contenuti ... non ci siamo.


Marco Travaglio sul blog di Beppe Grillo

3 commenti:

Wild Child ha detto...

Ho anche io una profonda nostalgia di quel periodo. L'ho vissuto all'inizio e poi l'ho visto morire. Ora ci vorrebbe un profondo ritorno di quel movimento, ma bisogna andare contro chi è troppo fedele ai partiti per muoversi.

Sono rattristato.

Anche le persone più a sinistra hanno votato questa legge liberticida e palesemente incostituzionale.

Che farà Napolitano?

Anonimo ha detto...

concordo con marco e con te
se non scendiamo in piazza come con i girotondi non servirà a nulla
ma adesso chi li organizza?

Massimiliano

Simona ha detto...

Che farà Napolitano?
E chi organizzerà la "resistenza" a questo maxi-inciucio senza fine?

Internet c'è, è potente, ma non è sufficiente per veicolare le informazioni alle masse.
Possiamo fare in modo che ci riesca?